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Due a due. Dopo il via libera all’ingresso del colosso cinese Cosco in un terminal del porto di Amburgo e la visita del cancelliere Olaf Scholz a Pechino per incontrare il leader Xi Jinping, il governo tedesco ha confermato oggi lo stop all’acquisizione di una fabbrica di semiconduttori tedesca da parte di un gruppo cinese mentre l’amministrazione di Duisburg, la cosiddetta “città cinese” della Germania, ha posto fine alla sua collaborazione con l’azienda cinese Huawei in materia di smart city.

A rivelare quest’ultimo sviluppo è stato il South China Morning Post. Un memorandum firmato nel 2018 avrebbe visto Huawei trasformare Duisburg “da una tradizionale città industriale in una smart city orientata ai servizi”, modernizzando l’amministrazione pubblica, la logistica portuale, l’istruzione e le infrastrutture del traffico, utilizzando la tecnologia avanzata 5G. L’accordo è scaduto il mese scorso e da allora è stato cancellato dal sito web della città. I funzionari della città hanno dichiarato al giornale che non sarebbe stato rinnovato immediatamente alla luce delle “attuali relazioni tra Russia e Cina”.

“Durante la pandemia di coronavirus e fino a ora, la cooperazione con Huawei si è fermata”, ha spiegato l’ufficio del sindaco. Si attende la nuova strategia tedesca sulla Cina, al centro di un braccio di ferro nella maggioranza semaforo. “Non appena avremo una valutazione da parte del governo federale, considereremo l’ulteriore cooperazione con Huawei, tenendo conto di tutti gli aspetti”, ha aggiunto il portavoce.

In otto anni la “città cinese” sembra aver cambiato volto. Nel 2014, Xi aveva visitato Duisburg, assistendo all’arrivo di un treno merci dalla città cinese sudoccidentale di Chongqing e dichiarato la città il traguardo della Via della Seta. Nei giorni scorsi Cosco ha venduto le sue quote nel terminal del porto senza dare spiegazioni.

Basteranno le decisioni su chip e smart city a rassicurare gli alleati timorosi che Berlino segua con Pechino lo stesso approccio avuto in passato con Mosca? Vedremo. Intanto, la decisione di Duisburg su Huawei può rappresentare un modello per altre città sul fronte tecnologico. La questione riguarda anche l’Italia. Basti pensare – senza addentrarci nella questione 5G – ai termoscanner Dahua installati Palazzo Chigi, alle telecamere Hikvision nelle Procure e (non solo Hikvision) in diverse città italiane (compresa la capitale Roma).

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