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La guerra cinese contro il Covid-19 non si ferma. La Commissione sanitaria nazionale cinese ha diffuso l’ultimo bilancio: 424 nuovi contagiati, di cui 317 asintomatiche e 107 sintomatiche.

Numeri bassi, rispetto a quelli registrati in Europa e negli Stati Uniti, dove è in corso una nuova ondata, con l’aumento anche di ricoveri in ospedale, ma che comunque contribuisce a mantenere lo stato di allerta del governo di Pechino. I casi attivi nel Paese hanno raggiunto quota 226.811, con un numero di decessi correlati stabile a 5.226.

Così, per la prima volta dall’inizio della pandemia, la misura del lockdown è arrivata anche alla regione amministrativa speciale cinese di Macao. La variante Omicron 5 ha fatto salire il numero di casi, da quanto si legge su The South China Morning Post. La chiusura è stata decretata per sette giorni, in cui saranno ferme tutte le attività ritenute non essenziali, incluse le sale di gioco d’azzardo.

Anche a Lanzhou, capoluogo della provincia cinese nord-occidentale del Gansu, è stata imposta la chiusura dei locali d’intrattenimento. Il confinamento resterà in vigore per una settimana a causa di dieci casi di Covid sintomatici e 17 asintomatici.

La rigidità di queste misure ha colpito duramente l’economia cinese. Secondo il quotidiano The New York Times, le vendite sono crollate e molti negozi e ristoranti sono stati costretti a chiudere per sempre. L’indice di disoccupazione tra i giovani è diventato allarmante.

La cura peggio della malattia? “Il rallentamento ha acceso dubbi sulla fattibilità della rigorosa strategia cinese di eliminare praticamente tutte le infezioni da Covid-19 – si legge sul NYT – […] rispetto ai costi sociali ed economici delle restrizioni”.

Tuttavia, durante una recente visita a Wuhan, il presidente cinese Xi Jinping ha insistito nella necessità “fondamentale” di eradicare il virus: “Sarebbe preferibile avere un piccolo impatto temporaneo sullo sviluppo economico, piuttosto che lasciare che la sicurezza fisica e la salute del pubblico ne risentano […] La persistenza è la vittoria”.

Ma questa strategia è “come schiacciare mosche con una pala”, sostiene la pubblicazione. La politica zero Covid, dal punto di vista sanitario, può essere efficace, ma è anche costosa e controversa. Le città sono paralizzate per settimane, condomini e interi quartieri isolati. Le libertà individuali completamente limitate.

Venerdì è prevista la pubblicazione dei dati economici relativi al secondo trimestre del 2022. Secondo un sondaggio di Bloomberg, si spera che il governo cinese riferirà che il Prodotto interno lordo è cresciuto di circa l’1% nel secondo trimestre, rispetto all’anno precedente: “Questo è un grande calo rispetto all’espansione del 4,8% nel primo trimestre e probabilmente metterà fuori portata l’obiettivo di crescita del 5,5% del governo per tutto quest’anno”.

Yang Weimin, consulente economico del governo di Xi, considera che “l’incertezza è il fattore principale che danneggia il nostro sviluppo economico nazionale”. Ma non solo per il Covid. Ha sottolineato la diffidenza degli investitori dopo la repressione delle società accusate di abusare del loro dominio sul mercato, di aver violato le autorità di regolamentazione o di aver offeso i codici morali di Pechino.

Anche Hu Deping, ex vicepresidente della Camera generale dell’industria e del commercio cinese, ha espresso preoccupazione: “I nostri cuori non possono cavalcare le onde, oscillare su e giù. Questo è un male per la crescita economica e lo sviluppo sociale […] Gli imprenditori acquisiranno fiducia solo quando non ci saranno contraddizioni politiche”.

Questo quadro ha aumentato l’ansia e lo scontento sociale, per cui la Cina potrebbe avvicinarsi ad alcuni compromessi. Infatti, ad oggi sono stati dimezzati i giorni di quarantena imposta ai viaggiatori internazionali e hanno ristretto i contatti per cercare di ridurre alcuni dei disagi.

I ripensamenti di Pechino sulla politica zero Covid

Lo scontento sociale e gli effetti negativi della strategia contro il virus potrebbe costringere il governo cinese a scendere a compromessi. Infatti, sono stati dimezzati i giorni di quarantena imposta ai viaggiatori internazionali e si cerca di ridurre alcuni dei disagi

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