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L’esperienza travagliata del M5S induce a riflessioni preoccupate per il futuro del governo Draghi. I paradigmi seguiti nel passato sono ormai tramontati, si avverte la necessità di ripensare la politica per renderla più rispondente alla domanda di governo. Quello che sta avvenendo nel movimento grillino desta stupore, meraviglia, sconcerto per l’assoluta mancanza di coerenza tra i principi originari e i risultati attuali. I sistemi politici nel ventesimo secolo sono stati costruiti sulla forza dei partiti, che strutturati su una organizzazione democratica interna si sono preoccupati di compiere scelte finalizzate a realizzare bene comune.

Il M5S è venuto meno proprio su questo versante: è vivo il ricordo delle urla di Beppe Grillo lanciate dalle piazze italiane per attaccare, offendere, insultare la classe politica del passato per le sue storture, per le sue omissioni; non si è dimenticato il credo grillino sul nuovo essere della politica (uno vale uno) nelle istituzioni e nella società civile; è ancora viva la demonizzazione che veniva manifestata nei confronti dei partiti politici classici, tanto da definirsi “movimento” 5 Stelle. Non è il caso di fare qui la storia dei partiti partendo dall’età di Pericle. È utile però considerare le prassi politiche dell’età contemporanea: i caffè culturali in Francia, nei quali muovevano i primi passi i noti “club” in epoca illuminista, da cui scaturirono i partiti politici, favorevoli alla rivoluzione e contro la monarchia.

Prende forma nella assemblea legislativa del 1791 la distinzione destra, sinistra e centro che segnerà durante i secoli successivi, e fino ai nostri giorni, la vita politica dei Paesi europei ed extraeuropei. I caffè furono luoghi di incontro e di approfondimento culturale, di aggregazione politica. Iniziava una nuova era, dopo la fine della monarchia e l’abbattimento dell’ancien regime. La borghesia francese si incaricò di mettere fuori gioco l’aristocrazia, infliggendole un colpo mortale, e diventando essa stessa classe dominante in Europa e anche negli Stati Uniti d’America. Si sperimentarono con successo le nuove idee sulla divisione dei poteri nell’ambito istituzionale. Al M5S evidentemente, sono sfuggite queste interessanti pagine di storia, gli bastava gridare frasi, slogan ad effetto per ottenere il facile consenso di gente frastornata e delusa da “rivoluzioni liberali” o da “gioiose macchine da guerra”. È tempo di recuperare cultura e cultura politica, colmando il profondo iato tra società civile e partiti.

Il prestigio delle istituzioni si conquista attraverso la buona politica, pensata da formazioni politiche esperte, stabili e operose. Bisogna smetterla coi partiti politici improvvisati, personali, evanescenti, aleatori, senza stella polare, senza peculiarità etiche, culturali.

Un partito nasce riferendosi a una cultura, dotato di una linea politica riconosciuta, di una organizzazione, di un comune sentire. Mi piace qui ricordare l’idea che Sturzo aveva del partito politico: “Il processo della formazione e funzionalità di un partito è volontaristico: s’inizia dal corpo elettorale che si organizza sull’affinità di ideali, interessi e scopi: si svolge nel parlamento costituendo gruppi di eletti in base ad affinità di programmi e di vedute; si attua nella discussione di proposte e di indirizzi sui quali si forma una maggioranza di intenti che, attraverso l’atto parlamentare, diviene volontà legislativa e politica”. È scontato che Beppe Grillo ha saltato questi necessari passaggi per tenere in vita il suo movimento improvvisato, sgangherato, molto chiassoso, i cui giovani esponenti presenti nell’impegno istituzionale si preoccupano, come è ovvio che sia, anche del loro futuro, di carriera e benessere. Notizie fondate garantiscono che il governo continuerà a lavorare per il momento senza scossoni.

Perché il governo andrà avanti senza scossoni. Scrive Reina

Il prestigio delle istituzioni si conquista attraverso la buona politica, pensata da formazioni politiche esperte, stabili e operose. Bisogna smetterla coi partiti politici improvvisati, personali, evanescenti, aleatori, senza stella polare, senza peculiarità etiche, culturali

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