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Per l’Europa e con l’Europa, nel segno di Mario Draghi. Ma senza esagerare. Giancarlo Giorgetti è a capo del ministero, l’Economia, più importante dello Stato italiano da poco più di 48 ore e già è tempo di impostare l’azione di governo. A Via XX Settembre si aprono i primi impacchettamenti lasciati sulla scrivania che fu di Quintino Sella dal predecessore di Giorgetti, Daniele Franco, garante dei conti pubblici sotto Draghi, nonostante lo stress su debito e deficit imposto dagli svariati provvedimenti pandemici prima ed energetici poi.

Le priorità del Tesoro non sono poi così tante, ma nemmeno pochissime. Di sicuro, spiega a Formiche.net l’economista e docente della Luiss, Giuseppe Di Taranto, Giorgetti, di raccordo con Giorgia Meloni, dovrà proseguire sulla strada tracciata da Draghi. Mantenendo cioè autorevolezza e indipendenza di pensiero in Europa, battendo i pugni quando necessario ma senza mai rinnegare valori, principi e obiettivi dell’Unione.

Il governo è ormai fatto, tra pochi giorni, una volta incassata la fiducia, sarà nel pieno della sua operatività. Proviamo a scrivere un taccuino per il ministro dell’Economia, Giorgetti.

Senza ombra di dubbio la lotta all’inflazione viene per prima. Trovo inaccettabile che famiglie e imprese non riescano a pagare le bollette per colpa anche della speculazione. Sì, perché oltre alla guerra in Ucraina, sul gas c’è una forte speculazione che si scarica sui costi dell’energia e questo è assurdo. Quindi, primo suggerimento, continuare sulla strada tracciata da Mario Draghi.

In che modo?

Penso al disaccoppiamento del prezzo dell’elettricità prodotta dal metano da quella invece frutto delle rinnovabili. Vorrei far notare che questa operazione è espressamente prevista dal programma di Fratelli d’Italia. E poi, una riduzione del cuneo fiscale, che farebbe bene sia ai lavoratori, sia agli imprenditori che pagherebbero meno il costo del lavoro. Vede, credo che bisogna cominciare a immaginare misure strutturali e non più d’emergenza. Basta con le agevolazioni di breve periodo, con i bonus, qui servono riforme.

Per fare le riforme però bisogna concertarsi con l’Europa. Palazzo Chigi e Via XX Settembre se ne ricorderanno?

Qualunque provvedimento degno di questo nome, destinato cioè a impattare in modo significativo sull’economia, deve essere fatto in raccordo con l’Europa, questo non va mai dimenticato. Sa però quale è il problema? Che se l’Europa continuerà a dimostrarsi così disunita, come finora, sarà difficile dialogarci.

In effetti la vicenda del price cap ha detto molto sulla reale capacità di compattarsi. E questo nonostante l’ultimo Consiglio europeo abbia sancito delle convergenze…

Si era detto che bisognava limitare il prezzo del metano, poi si è passati a un range di prezzo tra minimo e massimo, poi si è passati allo stallo e ora forse si arriverà a una qualche forma di tetto. Ecco, nell’ambito del dialogo tra Italia ed Europa, presente e futuro, occorre che a Bruxelles siano meno confusi e più concreti. E questo, finora, non è successo.

Giorgetti è un uomo della Lega, crede che riuscirà a mantenere quel dialogo costruttivo per cui Draghi si era tanto speso?

Guardi, mettiamola in questi termini. Il dialogo costruttivo è molto importante, fondamentale. Ma non deve diventare una qualche forma di sottomissione all’Europa stessa. La Corte di Giustizia europea ha più volte sottolineato come la sovranità vada condivisa, mentre oggi vediamo come certi Paesi del Nord governano quelli del Sud. E allora, altro suggerimento, stare in Europa sì, ma senza stare sotto il giogo dei Paesi del Nord. Altrimenti non funziona.

 

Europa, gas e cuneo fiscale. Un promemoria per Giorgetti secondo Di Taranto

L’economista e docente della Luiss spiega quali sono le priorità del successore di Daniele Franco a Via XX Settembre. Draghi ha aperto la strada, ora provvedimenti non più di emergenza, ma strutturali. Con l’Europa serve collaborazione e confronto, guai a dare senza ottenere nulla in cambio. E basta con lo strapotere dei frugali

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