Skip to main content

Era facilmente intuibile che il terreno dello scontro tra il premier Mario Draghi e la presidente del Consiglio in pectore Giorgia Meloni sarebbe stato il Pnrr. Infatti, a rompere l’iniziale idillio tra i due è stato proprio il timing legato all’utilizzo e alla messa a terra dei fondi europei e dei progetti che ne discendono. È lecito pensare, però, che dietro quesa frizione tra i due si nasconda qualcosa di più profondo che ha a che fare con la percezione di Meloni e del nascituro esecutivo in Europa. È la tesi di Lorenzo Castellani, politologo e docente di Storia delle istituzioni politiche alla Luiss.

Le cancellerie europee ancora non si capacitano di come Meloni abbia vinto le elezioni. Di mezzo, però, ci sono stanziamenti importanti sui quali l’Italia conta. Che cosa prevede?

Draghi farà da garante e anche questa tranche di finanziamenti arriverà al Paese. Anche perché il presidente del Consiglio ha in qualche modo “garantito” per Meloni su una transizione composta e regolare. Se così non fosse, rischierebbe di sconfessare anche tutto il lavoro portato avanti da lui fino a ora.

Questo scontro sul Pnrr come lo interpreta?

È abbastanza fisiologico, nel senso che Draghi rivendica legittimamente l’operato del suo esecutivo, mentre Meloni mette le mani avanti. La leader di Fratelli d’Italia è consapevole che il sistema della burocrazia italiana e della pubblica amministrazione farà fatica a garantire un’attuazione rapida ed efficiente del Pnrr. Fatto sta che, nonostante il moderatismo che adesso caratterizza la sua azione e le sue uscite, Meloni per gli altri paesi europei rappresenta un problema.

Perché?

Perché se lei riesce a dimostrare, governando, che una destra nazionalista riesce a portare avanti un programma efficace e proficuo, legittima anche altre forze nazionaliste in paesi nei quali attualmente la guida è socialista o comunque ascrivibile al perimetro della sinistra.

Questo avrà dei riverberi sul Pnrr?

Penso che Meloni si debba muovere in modo tattico sul Next Generation Eu, anche per scardinare i pregiudizi su di lei e sul prossimo governo. Dunque, in definitiva, lei non dovrà ridiscutere e modificare il Pnrr in maniera sostanziale nei contenuti, nei tempi e nelle cifre. Credo invece che la sua azione si possa limitare a modificare l’applicazione di alcune politiche contenute nel Pnrr.

Il primo, grande, passo del prossimo Governo sarà la stesura della Finanziaria. Avverrà, come ha ipotizzato Guido Crosetto nei giorni scorsi, a quattro mani (Meloni-Draghi)?

Penso proprio di sì. E sono portato a credere che questa frizione tra Draghi e la leader di FdI sia destinata a rimarginarsi quanto prima. La Finanziaria è un passaggio importante: è nell’interesse sia di Draghi che di Meloni cercare di comporla nel migliore dei modi. Fermo rimanendo che si tratterà di una ‘legge d’emergenza’ concentrata in particolare sul caro-bollette e sugli ‘avvertimenti’ di Bonomi.

Quale sarà l’identikit dei prossimi ministri? E’ davvero finito il tempo dei tecnici?

La guida sarà senz’altro politica ma non escludo che agli Esteri, al Mef e all’Interno ci saranno alcuni tecnici di vaglia.

Per Salvini la strada del Viminale è sbarrata?

Non conviene neanche a lui nella situazione in cui è, andare al ministero degli Interni. Penso invece che a Salvini verrà affidato un ministero di peso che gli permetterà di fare investimenti al Nord. Al netto di questo, comunque, con la sua strategia degli annunci il leader del Carroccio rischia di creare molte aspettative che magari non riuscirà a ottemperare. Sono molto più efficaci i modus operandi di Berlusconi e Meloni. Tattici, silenti e operativi.

Frizioni sul Pnrr, ma per Castellani resta l'idillio con Draghi sulla Finanziaria

Il politologo della Luiss: “Meloni si deve muovere in modo tattico sul Next Generation Eu, anche per scardinare i pregiudizi su di lei e sul prossimo governo. Non dovrà ridiscutere e modificare il Pnrr in maniera sostanziale nei contenuti, nei tempi e nelle cifre”. E sull’esecutivo: “La guida sarà senz’altro politica ma non escludo che agli Esteri, al Mef e all’Interno ci saranno alcuni tecnici di vaglia”

Il digitale a servizio della comunità. La trasformazione tecnologica secondo Rebattoni (Ibm)

Di Stefano Rebattoni

Se ben utilizzate da un capitale umano adeguatamente formato, le nuove tecnologie sono più che mai indispensabili per affrontare le incertezze e le sfide presenti e future. La trasformazione digitale, unitamente alla sostenibilità ambientale, è imprescindibile per garantire maggiore resilienza al nostro sistema. La riflessione di Stefano Rebattoni, amministratore delegato di Ibm Italia

Quale prima tappa per Meloni, Berlino o Kiev? I dossier del governo secondo Parsi

“Kiev e Parigi le prime tappe più semplici per Meloni premier, più difficile scegliere Taiwan o Berlino. Le nuove relazioni mediterranee? Ci sono Paesi con i quali, piaccia o meno, bisogna tornare a stringere rapporti: chi non lo capisce vuol dire che vive su Marte. Balcani strategici, occhio a Serbia e Bosnia”. L’analisi del docente alla Cattolica di Milano

Vi racconto le tante "Anime" del mio romanzo. Parla lo scrittore Roy Chen

La reincarnazione come metafora del cambiamento, il ruolo delle proprie radici nel tempo, che corre attraverso 400 anni e tantissimi luoghi del mondo, ma anche “storia di immigrazione. Di due migranti che sono passati da un Paese all’altro, fino a giungere in Israele”. Conversazione con Roy Chen, scrittore e drammaturgo israeliano, autore di “Anime”, il suo primo romanzo pubblicato in Italia da Giuntina

Cos'è la European Political Community e perché Macron si gioca molto

Il forum proposto dal presidente francese è cominciato oggi con l’incontro inaugurale a Praga. L’ambizione del leader è di farne un arena negoziale che riunisca i principali player dell’Europa allargata per affrontare i pressanti temi che derivano dalla guerra in Ucraina. Il rischio è che si trasformi in un vuoto consesso di discussioni tra quarantaquattro interessi nazionali divergenti

missili

Kiev teme una pioggia di missili dalla Russia

L’Ucraina esce vittoriosa dalla campagna di riconquista dei territori occupati dai Russi. Ora però c’è il rischio che Mosca possa dare il via a una campagna aerea con bombardieri d’alta quota e missili balistici. Un’eventualità per cui Kiev chiede insistentemente sistemi di difesa che tardano ad arrivare

Retroscena Pd, una donna al Nazareno? L'analisi di D'Anna

Il Pd ha un futuro o resterà ancorato al passato? A 10 giorni dalla sconfitta elettorale, la Direzione nazionale mette il dito nella piaga delle cause del fallimento e su come voltare pagina. Fra le possibili vie d’uscita emerge quella di affidare la segreteria a una donna. L’analisi di Gianfranco D’Anna

populismo

I populisti e la questione sociale. Scrive Merlo

Di Giorgio Merlo

Secondo l’ex deputato Pd Giorgio Merlo, la “questione sociale” è troppo importante per il futuro democratico del nostro Paese per non essere affrontata o per essere strumentalizzata da forze populiste e qualunquiste. Serve una profonda inversione di rotta e, soprattutto, una rinnovata assunzione di responsabilità di una cultura politica, quella cattolico-sociale, che da troppi anni ormai vive ai margini della dialettica politica italiana

Come capire se Xi uscirà vincitore al Congresso

Dai titoli ufficiali all’entourage (e il loro ruolo). Mentre il presidente cinese sarà sicuramente confermato al Congresso per guidare il Partito Comunista Cinese, ci sono alcuni segnali significativi sulla sua forza e una probabile successione. Tutti gli indizi letti da Bloomberg

Così Cina, Iran e Russia vogliono influenzare il voto Usa

Cina, Russia e Iran non riescono a penetrare i sistemi di voto statunitensi, ma stanno costruendo un’infowar per far credere agli americani che stia accadendo l’opposto. Obiettivo: avvelenare il dibattito e contribuire a far perdere la fiducia dei cittadini nelle istituzioni

×

Iscriviti alla newsletter