Skip to main content

L’Albania ha accusato l’Iran di aver orchestrato il massiccio attacco cibernetico che ha colpito, lo scorso 15 luglio, i sistemi di informazione del Paese. Per questo, deciso, come annunciato dallo stesso premier Edi Rama, di rompere “con effetto immediato le relazioni diplomatiche con la Repubblica islamica dell’Iran”.

LA VERSIONE DI TIRANA

Rama ha dichiarato che quanto successo “non è stato un intervento di gruppi della criminalità organizzata cibernetica, ma un’aggressione statale. E un’approfondita inchiesta, ha portato alla luce prove inconfutabili che questa aggressione è stata sponsorizzata dall’Iran, impegnando nell’attacco contro l’Albania, quattro gruppi, tra cui uno dei più famigerati del terrorismo cibernetico internazionale, autore di precedenti attacchi anche contro altri Paesi, tra i quali Israele e Arabia Saudita”. Al personale dell’ambasciata dell’Iran a Tirana è stato chiesto di lasciare l’Albania entro 24 ore. Nell’inchiesta sull’attacco cibernetico ai sistemi di informazione dell’Albania sono state impegnate oltre alla Microsoft e una società statunitense di sicurezza cibernetica, anche l’Fbi.

LA REAZIONE AMERICANA

Gli Stati Uniti hanno annunciato l’intenzione di “prendere misure supplementari” l’Iran dopo il cyber attacco e mentre proseguono i tentativi di ripristinare l’accordo nucleare Jcpoa. Lo ha affermato, in un comunicato, la portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca, Adrien Watson. “Gli Stati Uniti condannano duramente l’attacco informatico dell’Iran contro il nostro alleato della Nato, l’Albania’, si legge nella nota in cui Watson non ha dubbi nel ritenere la Repubblica islamica autrice di un attacco “irresponsabile” che ”crea un precedente inquietante”. Il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan ha dichiarato che “la condotta dell’Iran ha ignorato le norme sul comportamento responsabile di uno Stato nel cyberspazio in tempo di pace, che prevedono di non danneggiare le infrastrutture critiche che forniscono servizi al pubblico”. I cyber attacchi da parte di un Paese che “danneggiano intenzionalmente infrastrutture critiche rappresentano un rischio elevato per la popolazione e possono portare a escalation e conflitto”, si sottolinea nel comunicato della Casa Bianca.

Il CAMPO DEI DISSIDENTI

Dal 2014 Manza, vicino Durazzo, in Albania vive anche l’organizzazione Mujahedeen-e-Khalq (Mek), uno dei principali gruppi d’opposizione al regime iraniano che lo ritiene un’organizzazione terroristica sostenuto dal Mossad (Israele) e dalla CIA (Stati Uniti). Lì vivono in quasi totale isolamento più di 3.000 mujahedeen nel campo Ashraf-3. Il 23 luglio scorso, otto giorni dopo l’attacco cibernetico, la Resistenza iraniana avrebbe dovuto ospitare un’importante manifestazione a sostegno del cambio di regime nel campo Ashraf-3. L’evento, però, è stato rinviato a tempo indeterminato dopo che le autorità albanesi hanno rivelato l’esistenza di minacce terroristiche contro il complesso. Allo stesso tempo si è appreso che le autorità albanesi stavano conducendo una indagine da quattro anni sulle reti iraniane incaricate di spiare il Mek, preparare il terreno per ulteriori complotti terroristici e diffondere la propaganda del regime sull’organizzazione.

IL CASO “ITALIANO” DEL 2020

Nell’estate di due anni fa, come raccontato all’epoca su Formiche.net, Danial Kassrae, iraniano con cittadinanza italiana, era stato espulso dall’Albania, accusato di spionaggio per conto dell’intelligence di Teheran. L’accusa a suo carico era spionaggio per conto del ministro dell’Intelligence iraniano (Mois) in Albania. Il suo obiettivo sarebbe stato acquisire informazioni sul Mek.

L’ATTENTATO A PARIGI

La Resistenza in esilio era l’obiettivo dello sventato attentato terroristico a Parigi contro un grande evento organizzato dal gruppo a cui ha partecipato, oltre a molti politici occidentali (anche italiani), Rudy Giuliani, ex sindaco di New York e vicinissimo al presidente statunitense Donald Trump. Assadollah Assadi, diplomatico iraniano, è stato condannato a febbraio del 2021 dal Tribunale di Anversa a 20 anni di carcere (il massimo della pena) con l’accusa di terrorismo in relazione a quelll’attentato (sventato).

Rotte le relazioni diplomatiche Albania-Iran, già tese dal 2014

Tirana ha accusato Teheran di aver orchestrato il massiccio attacco cibernetico che ha colpito, lo scorso 15 luglio, i sistemi informatici del Paese. Washington promette sanzioni. Al centro della questione c’è il Mek, organizzazione di resistenza che la Repubblica islamica definisce terroristica e finanziata da Cia e Mossad

Sui binari c'è un Frecciarossa dedicato al Generale dalla Chiesa. Ferraris spiega perché

“Il Generale Carlo Alberto dalla Chiesa con il suo impegno nella lotta al terrorismo e alla mafia è stato, fino al sacrificio estremo, un modello di fedeltà allo Stato e ai suoi più alti valori democratici: libertà e legalità”. Le parole di Luigi Ferraris alla presentazione del Frecciarossa Torino-Reggio Calabria che celebra il generale caduto per mano della mafia 40 anni fa

Cosa si trova davanti il nuovo rappresentante Onu per la Libia

La Libia ha un nuovo rappresentante speciale dell’Onu. Il senegalese Bathily entra in un ruolo che è stato colpito dallo stallo istituzionale e che deve recuperare terreno davanti alla popolazione, isolando i fattori destabilizzanti negativi

Rigassificatore, destra anti-europea e 5 Stelle. Il voto secondo Marcucci

Il senatore dem, candidato nel collegio che comprende Piombino: “Il rigassificatore si deve fare perché è una necessità per il Paese. L’accordo con la Snam lo firma Eugenio Giani, non io o Angelo Bonelli. Nel contempo mi aspetto dei vantaggi importanti per una città che ha subito negli anni promesse non mantenute”. Con i 5 Stelle? “Nessun margine di trattativa”

A Palazzo Chigi sarà un autunno da brivido. Il barometro di Arditti

L’inflazione è una brutta bestia e non morde le famiglie italiane da quarant’anni. La guerra è lontana ma non lontanissima. L’ipotesi di dover risparmiare sui consumi di energia e riscaldamento non si è mai verificata dalla fine del secondo conflitto mondiale. Swg fotografa tutte le emozioni degli italiani negli ultimi 5 mesi, un po’ di speranza c’è ma a Palazzo Chigi non sarà una passeggiata

Rafael Grossia Aiea

Allarme nucleare, Putin risponde con le bugie. Zelensky chiede i caschi blu

All’indomani del rapporto dell’agenzia Onu, il presidente russo riprende a bombardare e incolpa gli avversari. Intanto quello ucraino valuta di spegnere la centrale nucleare e invita le forze dell’Onu a metterla in sicurezza

Così gli Usa (con Uk e Canada) suonano la sveglia all’Italia. Cos’ha detto Shawn Crowley

“L’obiettivo è minare l’unità europea e transatlantica e di instillare dubbi sul modello democratico”, ha spiegato l’Incaricato d’affari americano. “La nostra apertura è la nostra forza”, ha detto l’ambasciatrice canadese. Per quello britannico, “la cura è la verità”

Mps, sull'aumento si balla. Ma alla fine Siena si salverà

Incassato il via libera della Bce per la banca più antica del mondo si apre la delicata fase della ricapitalizzazione. Il Tesoro è pronto a fare la sua parte ma gli istituti del consorzio di garanzia vogliono vederci chiaro in vista dell’imminente voto di fine mese. Un rinvio non è escluso, ma l’operazione per salvare Siena per il momento non è in discussione

Putin è il responsabile della crisi energetica, noi stiamo con l'Europa. Parla Pera

“Quando è in gioco il nostro destino, oltre che le nostre famiglie e la nostra economia, non sono ammesse titubanze. Una trattativa di pace va bene, l’accondiscendenza no”. Marcello Pera, già presidente del Senato, intervistato da Formiche.net, risponde così sulle sanzioni alla Russia. E sull’allarme fascismo: “Sono davvero stupito che un leader del Pd ancora si perda in queste banalità storiche e miserie politiche”

Quale sarebbe il miglior governo possibile. Il mosaico di Fusi

A meno di tre settimane dall’apertura delle urne, cosa bisogna auspicarsi dal voto del 25 settembre, quale esito è preferibile per riassorbire la crisi di sistema che avvolge l’Italia come un sudario da più di trent’anni? La rubrica di Carlo Fusi

×

Iscriviti alla newsletter