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Anche l’Italia avrà una sua strategia per la cybersecurity. Nelle prossime settimane il governo Draghi finirà di mettere a punto il piano d’azione per difendere le infrastrutture critiche dagli attacchi nel cyber-spazio. Alla regia Roberto Baldoni, direttore dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale (Acn), la struttura creata un anno fa per presidiare la difesa cibernetica dei soggetti pubblici e privati sensibili per la sicurezza dello Stato inclusi nel “perimetro cyber”.

In un’intervista all’Adnkronos la settimana scorsa Baldoni, che per quattro anni è stato vicedirettore del Dis, ha svelato la road map. “A brevissimo usciremo con la nostra Strategia nazionale di cybersicurezza. È una strategia molto innovativa nel suo genere, che prenderà un quadriennio, punterà al 2026”, ha anticipato. “All’interno di questo percorso ci sono tanti obiettivi che dovranno essere raggiunti e l’Agenzia sarà lì a controllare che questi obiettivi vengano raggiunti”.

Un piano ambizioso, a giudicare dagli obiettivi che si prefigge. Sono ben 85 e riguardano un ampio ventaglio di interventi, dal rafforzamento digitale della Pa alle misure di sicurezza per le aziende fino allo sviluppo del Cloud nazionale. Alcuni di questi “saranno raggiunti prima del 2026”, ha detto il direttore dell’Agenzia.

Il tempismo non è casuale. Se infatti la strategia è il terminale di un lungo percorso di riforma della cybersecurity italiana, iniziato con la costruzione del perimetro cyber e proseguito con la nascita dell’Agenzia sotto la guida dell’autorità delegata Franco Gabrielli, le scorse settimane hanno alzato il livello d’allerta.

La guerra russa in Ucraina ha messo sull’attenti l’Acn perché ha portato una nuova ondata di attacchi contro obiettivi sensibili di Paesi occidentali. Ma l’escalation è iniziata prima. Per la precisione il 14 gennaio quando, ha detto Baldoni all’Adnkronos, “abbiamo registrato un ulteriore aumento degli attacchi cibernetici”.

Da quando è iniziata l’invasione russa il 24 febbraio l’Acn ha diramato più di un alert per privati e Pa chiedendo di rinforzare le difese contro attacchi esterni. L’ultimo intervento, tra i più allarmanti, ha riguardato un ministero chiave di questa fase, il Mite guidato da Roberto Cingolani. Un attacco informatico ha costretto il dicastero via Colombo a spegnere tutti i server e perfino a oscurare il sito sabato scorso. Pronto l’intervento dell’Acn e della Polizia postale per ripristinare la piena operatività dei sistemi colpiti.

Un’avvisaglia dell’aggressione si era avuta in un comunicato del Cert-Agid del 23 marzo che parlava di una campagna di malspam, un’ondata di mail malevole in cui è stato usato il logo del Mite come esca per inserire un malware nei computer dei malcapitati. Un segnale preoccupante, soprattutto perché l’attacco ha colpito il ministero a capo delle difficili operazioni per liberare il Paese dal giogo dell’energia russa e trovare vie alternative.

Al di là dell’impennata dei cyber-attacchi, la strategia arriva in un anno cruciale per la sicurezza informatica italiana anche per la concomitanza di importanti gare pubbliche in settori sensibili. È il caso della rete 5G: per due gare pubbliche all’interno del “Piano Italia 5G” sono stati messi al bando due miliardi di euro che si aggiungono ai 3,7 miliardi di euro del bando Italia 1 giga.

Ma il 2022 è anche l’anno della gara per il Polo strategico nazionale del Piano Cloud Italia. Un bando da 723 milioni per dare vita alla struttura al centro del piano, disposto tra gli altri dal ministro della Transizione digitale Vittorio Colao, per la trasformazione digitale della Pa.

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