Skip to main content

Non credo che l’Italia stia facendo una buona mossa riaffermando quotidianamente la sua volontà di contribuire alle forniture militari all’Ucraina.

Non sto parlando solo dal punto di vista etico o costituzionale né semplicemente dal punto di vista commerciale o nei rapporti con Mosca, da cui l’Italia è stata comprensibilmente inserita nell’elenco dei Paesi “cattivi”: il concetto è che secondo me fornire armi potenzialmente offensive specificatamente all’Ucraina è uno sbaglio strategico che va evitato.

Senza ipocrisie bisognerebbe cominciare ad avere il coraggio di ricordare pubblicamente che l’Italia vende già armi a tutti. È un aspetto che troppe volte si fa finta di non vedere e del quale non si ama parlare, eppure siamo molto bravi nelle “triangolazioni” per glissare i trattati internazionali. Chi scrive fu relatore alla Camera della legge per il divieto di produzione delle bombe “cluster”, ma il timore che ce ne siano in giro ancora molte “made in Italy” anche in Ucraina è una realtà. Certamente, comunque stiano le cose, come italiani abbiamo tutto l’interesse a che soprattutto la guerra finisca presto, perché siamo tra quelli che perderanno di più se la guerra continuasse anche solo a medio termine.

Ricordandoci bene che è Putin l’aggressore e che l’Ucraina è la più debole e che se non ci fosse stata una aggressione russa non saremmo a questo punto, ma al di là di ogni aspetto etico sugli armamenti, mi chiedo se per accelerare la pace non sarebbe meglio sostenere l’Ucraina in altre forme piuttosto che dal punto di vista militare. Innanzitutto, è ovvio, con aiuti umanitari, ma anche con forniture militari specifiche purché solo “difensive” rispetto ad armi potenzialmente “offensive”.

Non è dando forza militare a Kiev che si avvicina la pace, anzi, se illudiamo l’Ucraina di difenderla comunque militarmente si sentirà più forte per continuare a combattere i russi sul terreno e sarà sempre più difficile e lungo trovare un accordo.

Attenzione: non bisogna assolutamente sostenere o giustificare l’aggressore, ma quello che ci serve subito (e serve a tutti!) è invece una tregua, un armistizio e per ottenerlo servono una reciproca serie di garanzie, non altre armi sul terreno. L’Ucraina deve essere garantita nella sua neutralità, nella sua realtà territoriale, nel suo diritto ad avere un futuro non “in” Europa ma – almeno per ora – “con l’Europa” in attesa che la stessa Russia capisca il proprio interesse a fare la stessa scelta.

Aiutare oggi l’Ucraina significa per esempio inviare cibo e materiale sanitario, ma anche “militare” se di difesa passiva (giubbotti, tecnologia difensiva, tende, ospedali da campo, cucine, mezzi di trasporto, infrastrutture del genio per il ripristino delle comunicazioni) ma non materiale bellico e non tanto o non solo per ragioni costituzionali, ma perché in questo modo la guerra sul terreno rischia di allungarsi.

Su questo fronte non mi piace la posizione di Joe Biden nei nostri confronti. Il Presidente Usa lancia infatti condivisibili proclami sui massimi sistemi, ma – al netto della propaganda – per gli Usa conta poco l’embargo energetico alla Russia visto che vale meno del 10% dei loro consumi, mentre per noi è ben diverso con punte del 45% delle forniture di gas. Allo stesso modo l’economia statunitense sostanzialmente non commercia con la Russia, noi invece sì ed interi settori italiani (dalla moda ai mobili, dalla alta gamma agli elettrodomestici) sono già in crisi per l’embargo.

Se poi Biden decide di evitare i rapporti diretti con l’Italia privilegiando altri Paesi europei nei suoi colloqui, a maggior ragione dobbiamo chiederci come mai noi dovremmo poi pagare un prezzo particolarmente pesante quando altre cancellerie europee prima di tutto pensano ai propri interessi strategici.

Ripeto che, comunque, non devono essere solo mere questioni economiche a farci riflettere sull’invio di armi, quanto un obiettivo di una pace il più presto possibile, anche perché se Putin decidesse di alzare l’asticella usando armi più potenti in Ucraina gli aiuti occidentali sarebbero comunque poca cosa.

Anche a livello europeo ci sono molte questioni che sfuggono e meriterebbero ben altro approfondimento, dalla distribuzione dei profughi nelle diverse nazioni europee ai costi per gli aiuti, alle garanzie di forniture energetiche reciproche per tutti i Paesi d’Europa che invece nessuno ci dà, tutti presi a pensare alle emergenze di casa.

Una volta di più piacerebbe vedere nel concreto cosa significhi “solidarietà europea”, quella che negli anni scorsi (si pensi all’immigrazione) proprio non si è vista con Italia, Grecia e Spagna costrette a dover pensare – e pagare – per tutti. Perlomeno una riflessione si impone.

Armi all'Ucraina? Una riflessione si impone. L'opinione di Zacchera

Riceviamo e pubblichiamo il contributo di Marco Zacchera: l’Ucraina deve essere garantita nella sua neutralità, nella sua realtà territoriale, nel suo diritto ad avere un futuro non “in” Europa ma – almeno per ora – “con” l’Europa in attesa che la stessa Russia capisca il proprio interesse a fare la stessa scelta

La guerra, l'impazzimento del nickel e i metalli per la transizione energetica

Il conflitto ucraino, oltre alle ragioni di sicurezza militare, è l’anticamera di tensioni latenti lungo le filiere dei materiali critici. Le reazioni schizofreniche dei mercati ricordano come l’Ucraina fosse un importante hub per gli approvvigionamenti globali. Esistenti, ma anche potenziali: come il litio per l’Unione europea…

Le tante vite di Elena Branson, spia di Putin a New York

Ha 61 anni e da questa notte è nell’occhio del ciclone. Elena Branson, passaporto russo e americano, vent’anni negli Stati Uniti a promuovere l’amore della patria russa, per l’Fbi è una spia di Putin. Identikit della lobbista-agente (e delle sue amicizie)

Stefano Vespa nel ricordo degli amici e colleghi

Stefano Brusadelli, Pietrangelo Buttafuoco, Giovanni Fasanella, Paola Sacchi, Andrea Margelletti, piangono l’amico e raccontano anche i lati meno conosciuti del suo carattere, l’allegria in redazione, la sua professionalità indiscussa. “I suoi pezzi avevano un sapore d‘altri tempi. Potevi star certo che quello che c’era scritto era totalmente affidabile; era stato controllato, e ricontrollato”

Americani liberi, il dialogo Usa-Venezuela passa ai fatti

Dopo l’incontro tra Maduro e una delegazione del governo di Biden sono stati rilasciati due cittadini americani arrestati “ingiustificatamente”. Ma l’obiettivo sarebbe un accordo energetico con Caracas per fare a meno della Russia. Molte le critiche interne: “Comprare petrolio a Maduro o a Putin è lo stesso”

I calcoli della guerra e la Costituzione ucraina

Alcune connessioni tra politica e diritto per decifrare cause e conseguenze del conflitto russo-ucraino. L’opinione di Angelo Lucarella

Così Russia e Cina minano le democrazie. Parla la premier lituana Šimonytė

Di Ingrida Šimonytė

È necessario affrontare gli attacchi autoritari all’ordine mondiale. Il discorso pronunciato da Ingrida Šimonytė, primo ministro della Lituania, alla Conferenza dell’International Republican Institute, tenutasi il 7 marzo 2022 nel Parlamento a Vilnius

Frustrato dunque più pericoloso, ma... La Cia nella mente di Putin

Di Gabriele Carrer ed Emanuele Rossi

I vertici dell’intelligence statunitense hanno affrontato una questione rimasta tabù per mesi: lo stato mentale del presidente russo. Il tempo e le difficoltà sul campo stanno cambiando ciò che il Cremlino può ritenere una vittoria. Spiragli di dialogo?

Opzione nucleare, gli scenari di un attacco russo – Live talk di Formiche

Ne parla Ettore Greco, vicepresidente vicario dell’Istituto Affari Internazionali. Appuntamento giovedì 10 marzo alle ore 16

Amazon

La tenaglia Italia-Ue su Amazon è un assaggio dei rischi del Dma

Di Janna Brancolini

Le autorità garanti italiane (e non solo) stanno aumentando le multe alle Big Tech per violazioni dell’antitrust e della privacy, prima che la prossima legge europea sui mercati digitali metta in pericolo la loro competenza. Ma così si rischia di moltiplicare per 27 le indagini per la stessa condotta

×

Iscriviti alla newsletter