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Talune associazioni “pacifiste”, compresa la Cgil, hanno dato vita ad una manifestazione a Roma rivendicando pace senza se e senza ma. E mi chiedo se c’è qualche persona di buon senso e di “buona volontà” che non voglia un Paese, un continente, il mondo, senza conflitti armati. Dunque in linea di principio, al solo sentir sperare e chiedere pace, cuore e cervello di chi ama la vita e i propri simili, non può che unirsi con entusiasmo all’unisono con chi proclama questa naturale speranza.

Ma è giusto ed efficace essere in pace, senza se e senza ma, anche con i violenti incalliti che traggono forza proprio da chi si pone da Pacifico completamente nudo davanti a loro? Questo è un dilemma che tormenta “l’uomo di buona volontà” da millenni, che non sopportando il degrado morale e materiale che comporta ogni conflitto, ha ricercato dai primi segni di inimicizia dell’altro l’alternativa del dialogo e del compromesso.

Progressivamente, lungo il migliore sentiero della storia, si è sviluppata la ricerca della pace attraverso la giustizia senza violenza, concordando standard internazionali riguardo i diritti umani nel rispetto delle convenzioni internazionali, come modo riconosciuto per camminare nella storia della convivenza pacifica.

Ed allora, gli organizzatori della manifestazione per la pace, afflitti come sono per l’aggressione condotta da Putin in disprezzo di ogni convenzione internazionale commessa ai danni di un libero ed autonomo Stato quale è quello ucraino, come possono pensare di risolvere la questione? Che soluzione hanno da proporre per bloccare un seriale aggressore di liberi popoli che nella sua lucida spregiudicatezza, sferra colpo su colpo su ogni popolo che decide di assoggettare?

Peraltro l’aggressore dell’Ucraina è autocrate di un sistema sorretto da una cerchia di potentissimi ricchi che hanno sottomesso in primo luogo i russi eliminando in svariati ed infami modi ogni opposizione democratica e carcerando anche chi issa un cartello per la pace. L’essenziale differenza da fare in questa sporca storia, è che c’è un solo aggredito ed un solo aggressore; che la solidarietà all’aggredito viene da tutto il mondo libero e democratico, ed al contrario, con l’aggressore autocrate russo si sono riuniti i suoi omologhi, tutti antidemocratici. La Russia odierna di Putin è un gigante dalle gambe d’argilla, ma potente proprio perché nello scacchiere continentale europeo, per scelte nobilissime ed espiatorie di radicale rifiuto delle armi fatte dopo la perdizione della dignità umana raggiunta nella seconda guerra mondiale, ha potuto agire finora come ha voluto senza alcun ostacolo di deterrenza.

Non è comprensibile lo scandalo che starebbe provocando l’Italia quando con altri europei offrono mezzi, anche militari, affinché gli ucraini possano ancora difendersi. Bisognerebbe preoccuparsi del contrario: questo sì che sarebbe un colpo mortale alla pace. Infatti “lo Zar” lo ha detto sin troppo chiaro che vuole costruire la Russia imperiale a scapito dell’autodeterminazione altrui. Ed ecco perché l’Europa deve subito darsi un proprio unico esercito moderno rafforzando così la Nato che è fondata da un patto tra popoli esclusivamente per la propria difesa: dunque un efficiente deterrente teso a tenere a bada chi non rispetta le convenzioni internazionali di autodeterminazione dei popoli, per tenere a bada i dittatori di turno che si presentano di volta in volta sulla scena mondiale.

Dunque attenti a valutare ogni cosa parte di un sol fascio, è proprio quello che da molti anni alcuni, Putin in testa, con fakes e con “ripetitori” nostrani cercano di spargere veleno per indurci alla confusione, utili solo ad oscure trame.

Perché non mi unisco al pacifismo (senza se e senza ma) della Cgil. Scrive Bonanni

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