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La riunione in formato E5 della Difesa a Berlino ha mostrato come il sostegno all’Ucraina e la gestione delle minacce ibride siano diventati il baricentro della cooperazione europea. Italia, Germania, Francia, Polonia e Regno Unito hanno affrontato il nodo della capacità industriale, della protezione delle infrastrutture critiche e della mobilità militare, temi che definiscono una fase in cui la sicurezza continentale dipende dalla rapidità con cui l’Europa saprà rafforzare la propria postura.

La scelta di Berlino come sede ha confermato il ruolo tedesco nel coordinamento politico, mentre Roma ha rivendicato un impegno crescente nel coniugare visione strategica e contributo operativo. Il confronto ha evidenziato la necessità di integrare gli sforzi nazionali e di rispondere a una pressione russa che combina guerra convenzionale, attacchi informatici e incursioni di droni, richiedendo agli europei un livello di preparazione più ampio e coerente.

Nel punto stampa conclusivo il ministro della Difesa Guido Crosetto ha offerto una lettura netta del conflitto affermando che “il 93% degli attacchi russi sono fatti contro obiettivi civili. Non esiste niente di militare in questa guerra. Nulla che abbia a che fare con le regioni russofone. Esiste una guerra della Russia contro i cittadini ucraini. È quello che l’Europa ha capito fin dal primo giorno ed è il motivo per cui noi ostinatamente siamo al fianco dell’Ucraina e non l’abbandoniamo” e annunciando che l’Italia “inviera’ 100 milioni di euro in aiuti all’Ucraina per poter affrontare l’inverno”.

A Berlino è intervenuto anche Boris Pistorius omologo tedesco di Crosetto, che ha richiamato la complessità della minaccia spiegando che “ci troviamo in una situazione di attacchi ibridi ma è un confine che è in continuo mutamento” e che gli Stati della Nato “devono reagire agli attacchi ibridi russi ma senza contribuire a provocare un’escalation del conflitto”. Il ministro tedesco ha sottolineato lo sforzo industriale aggiungendo che la Germania “sta cercando di colmare questa lacuna”.

In parallelo Kaja Kallas, vicepresidente della Commissione europea, ha avvertito che “non possiamo accettare questo come la nuova normalità” e ha indicato che l’utilizzo dei beni russi immobilizzati “è il modo più chiaro per sostenere la sua difesa”, ricordando che “chi finisce per primo i soldi o i soldati perde le guerre”. Le sue parole sulla deterrenza hanno completato una riunione che fotografa la determinazione europea a mantenere alta la pressione su Mosca e a rafforzare gli strumenti necessari per sostenere Kyiv nel lungo periodo.

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Nel vertice E5 di Berlino i Paesi europei partecipanti hanno rilanciato l’unità strategica di fronte alla guerra russa e alle crescenti minacce ibride. Italia e Germania hanno spinto per un sostegno più solido a Kyiv, tra aiuti immediati, capacità industriali e deterrenza. Le parole di Crosetto, Pistorius e Kallas segnano una fase in cui l’Europa prova a rafforzare la propria postura di sicurezza

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