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Gli aspetti politici ed economici della partnership transatlantica che lega Italia e Stati Uniti sono quelli generalmente più conosciuti e attenzionati. Ma non con questi che si esaurisce il rapporto tra questi due Paesi, rapporto che si estende anche ad altre aree altrettanto importanti della società. Cultura compresa. Importante promemoria in questo senso è stato l’evento tenutosi venerdì 5 dicembre nel contesto delle Terme di Diocleziano, sede del Museo dell’Arte Salvata, durante il quale il ministro della Cultura Alessandro Giuli e il Sottosegretario per la Diplomazia Pubblica del Dipartimento di Stato Usa Sarah Rogers hanno firmato l’accordo per il rinnovo del “Memorandum of Understanding” tra Italia e Usa sull’imposizione di limitazioni all’importazione di materiale archeologico dall’Italia, giunto al suo venticinquesimo anniversario. La firma ha fatto seguito a un incontro bilaterale a porte chiuse tra i due esponenti politici presso la sede del ministero della Cultura.

Ad aprire la kermesse è stato l’intervento di Federica Rinaldi, direttrice del Museo Nazionale Romano, che con le sue parole ha evidenziato la rilevanza di un accordo politico in un contesto culturale ricco come quello italiano, e al significato che questo accordo ha da un punto di vista pragmatico nell’ambito della tutela del patrimonio culturale.

Patrimonio culturale che è una carta d’identità. “Le opere d’arte raccontano chi siamo stati e quindi chi siamo oggi, incarnando la nostra identità”, afferma Giuli, sottolineando come questo accordo di cooperazione, “un modello virtuoso”, si pone coerentemente con tutte le altre iniziative realizzate a livello bilaterale e comunitario, ed evidenziando come in questo modo non solo si tutela il patrimonio culturale italiano, ma il mercato legale di opere d’arte di oltreatlantico. Un rafforzamento di una “sinergia cooperativa” che è “segnale del nostro bene comune”.

Alle parole di Giuli fa eco il sottosegretario Rogers, che a sua volta rimarca come questo accordo abbia fornito gli strumenti necessari per contrastare la criminalità e il traffico illecito di opere d’arte tanto in Italia quanto negli Usa, tutelando al contempo i collezionisti di entrambe le sponde dell’Atlantico. Nel segno di una cultura condivisa, come dimostra l’architettura neoclassica che caratterizza lo stile di Washington D.C., una capitale costruita con l’intento di evidenziare l’impatto della cultura classica sul Nuovo Mondo. Ma allo stesso tempo questo accordo “rafforza anche la sinergia tra le forze di sicurezza dei due Paesi”, aprendo ulteriori scenari di stretta collaborazione dentro e fuori questa specifica dimensione.

Il rinnovo del Memorandum Italia-Usa, celebrato in uno dei luoghi simbolo della storia romana, ricorda che la cultura non è un elemento accessorio della politica estera, ma una delle sue forme più solide ed efficaci. Nel proteggere il patrimonio italiano e nel garantire un mercato dell’arte trasparente, Roma e Washington rafforzano non solo un accordo tecnico, ma una visione comune: quella di due democrazie che riconoscono nel passato un valore da difendere e nel dialogo culturale uno strumento per costruire futuro.

Quello transatlantico è anche un legame culturale. La firma del MoU tra Giuli e Rogers

Nell’atmosfera suggestiva del Museo dell’Arte Salvata, Roma e Washington hanno riaffermato il valore della loro alleanza culturale. Il rinnovo del MoU amplifica gli strumenti contro traffici illeciti, tutela collezionisti e rafforza la collaborazione tra forze dell’ordine, mostrando come la diplomazia culturale sia parte integrante della relazione transatlantica

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