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(Articolo in aggiornamento)

Con appena quattro minuti di ritardo sull’agenda dei lavori, oggi (sabato 12 febbraio, ndr) alle 17.04 italiane è iniziata la telefonata tra Joe Biden e Vladimir Putin all’indomani delle dichiarazioni con cui la Casa Bianca ha spiegato che l’aggressione dell’Ucraina da parte della Russia potrebbe realizzarsi “in qualsiasi momento”. Dopo quelle dichiarazioni, ma soprattutto la videoconferenza del presidente statunitense con gli alleati, gli Stati membri dell’Unione europea hanno deciso di invitare i loro connazionali a lasciare immediatamente l’Ucraina e di evacuare lo staff non essenziale delle ambasciate.

IL COLLOQUIO BIDEN-PUTIN

Davanti a questi sviluppi, Biden, ha fatto sapere l’amministrazione statunitense, ha voluto accelerare i tempi della conversazione, rifiutando la proposta di Mosca di aggiornarsi a lunedì. Durata un’ora e due minuti, è stata la terza telefonata sulla situazione in Ucraina tra i due.

Durante un briefing con la stampa dopo il confronto tra i leader, un funzionario dell’amministrazione Biden ha spiegato che non c’è stata alcuna svolta. La chiamata non ha prodotto “nessun cambiamento fondamentale nella dinamica”, e sul terreno non c’è “nessuna prova reale di de-escalation, o interesse nella de-escalation” da parte di Mosca, ha dichiarato. Biden e Putin hanno concordato di rimanere in contatto “ma la Russia potrebbe decidere di procedere comunque con un’azione militare”, ha aggiunto. “Restiamo impegnati a mantenere viva la diplomazia. La posta in gioco è troppo alta per non dare alla Russia ogni opzione per evitare passi che sarebbero catastrofici”, ha concluso.

Un’eventuale disponibilità di Mosca a parlare delle truppe ai confini rappresenterebbe un successo diplomatico per Washington, almeno sul piano comunicativo. La prossima settimana potrebbe essere decisiva in questo senso: occhi puntati sul futuro dei militari russi impegnati in Bielorussia nell’esercitazione “Risolutezza alleata 2022”, che dovrebbe finire domenica 20 febbraio. Se così fosse, allora la Russia potrebbe avere nuovo materiale per la sua infowar accusando l’Occidente di aver avvelenato il dialogo provocando. Da registrare che prima di sentire il presidente Biden, Putin ha avuto un colloquio telefonico con l’omologo russo Alexander Lukashenko.

IL CONTATTO BLINKEN-LAVROV

Prima della telefonata tra i due presidenti ce n’è stata una tra i capi delle diplomazie. Secondo quanto spiegato da Mosca, sarebbe stato il segretario di Stato americano Antony Blinken a proporre il colloquio con il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov.

Lavrov ha accusato Stati Uniti e Unione europea di aver ignorato alcune preoccupazioni russe. Tra queste, l’“espansione dell’Alleanza atlantica e del dispiegamento di sistemi d’arma offensivi vicino al confine russo”. Il capo della diplomazia di Mosca ha ricordato inoltre a Blinken che ogni azione volta a minare l’indelebile sicurezza nella regione euroatlantica è “inaccettabile”. Lavrov ha poi sostenuto che “la campagna di propaganda avviata dagli Stati Uniti e dai loro alleati su una ‘aggressione russa’ contro l’Ucraina ha obiettivi provocatori” e incoraggia Kiev “a sabotare gli accordi di Minsk e a cercare di risolvere ‘la questione del Donbass’ con la forza”.

Blinken, che prima del colloquio telefonico aveva parlato di “segnali molto preoccupanti di un’escalation della Russia” nel corso di una conferenza stampa dalle Fiji, ha chiarito all’omologo che “una via diplomatica per risolvere la crisi rimane aperta”, ma serve che Mosca si impegni per “discussioni in buona fede”. Inoltre, ha ribadito che se la Russia “dovesse perseguire la via dell’aggressione e invadere ulteriormente l’Ucraina”, allora la risposta transatlantica sarà “risoluta, massiccia e unita”.

IL SOTTOMARINO USA NELLE CURILI

Mosca ha “costretto” un sottomarino statunitense classe Virginia ad allontanarsi dalla regione delle Curili. Il mezzo navale avrebbe “ignorato la richiesta di lasciare le acque territoriali russe” ed è stato ”costretto ad allontanarsi velocemente” con non meglio specificati “mezzi speciali”, ha riferito il ministero della Difesa russo citato dall’agenzia Ria Novosti. Il ministero ha convocato l’addetto militare presso l’ambasciata degli Stati Uniti a Mosca.

LA TELEFONATA MACRON-PUTIN

Il presidente russo Putin ha parlato oggi anche con l’omologo francese Emmanuel Macron, senza dubbio il leader occidentale che più si sta spendendo nell’arte della diplomazia. La telefonata sembra aver aperto spiragli. I due hanno parlato delle speculazioni circolate sulla presunta invasione russa dell’Ucraina, ha ha riferito il Cremlino che le ha definite “provocatorie”. Si tratta piuttosto, secondo Mosca, di “un pretesto per la potenziale aggressione del Donbass da parte delle forze ucraine”. Putin ha inoltre segnalato a Macron la mancanza di una risposta “significativa” dagli Stati Uniti e dalla Nato sulle proposte di sicurezza della Russia.

Il presidente francese, invece, ha detto all’omologo che “un dialogo sincero” è incompatibile con “l’escalation” di tensioni in Ucraina, stando a quanto reso noto dall’Eliseo al termine del colloquio telefonico tra i due leader che, si apprende dalla France Presse, è durato circa un’ora e 40 minuti. Dopo il colloquio tra Biden e Putin, il presidente francese ha in agenda una telefonata con il presidente statunitense ma anche con il cancelliere tedesco Olaf Scholz (atteso a Mosca martedì) e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che nelle ultime ore ha sostenuto che certi moniti sull’invasione “causano il panico”.

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