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L’Alleanza Atlantica è pronta a rivedere la sua postura di deterrenza, per adattarla alla nuova realtà causata dall’invasione russa dell’Ucraina. È questo il tema centrale illustrato in conferenza stampa dal segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, in previsione dell’incontro di mercoledì dei ministri della Difesa dell’Alleanza. “Una nuova normalità per l’Europa”, l’ha definita Stoltenberg, per il quale sarà necessario “riorganizzare la postura militare della Nato”. Nel breve termine, questo significherà più truppe schierate lungo i confini dello spazio euro-atlantico, con assetti terrestri, navali e aerei. Sul lungo periodo, però, questo richiederà un ulteriore sforzo dei singoli Paesi alleati nel rafforzare i propri strumenti di Difesa. Per questo, il segretario generale ha accolto con ottimismo la decisione della Germania e di altri Paesi di aumentare il proprio budget militare, “incoraggio tutti gli alleati a spendere almeno il 2% del Pil in Difesa. Dobbiamo fare di più e quindi dobbiamo investire di più”.

Una nuova postura militare

Per quanto riguarda la deterrenza, la Nato non ha intenzione di seguire il percorso della Russia, con minacce che potrebbero aumentare la tensione. “Non abbiamo piani per implementare sistemi nucleari a medio raggio in Europa”, ha detto Stoltenberg,  tuttavia ha ribadito che “allo stesso tempo dobbiamo essere in grado di rispondere e proteggere tutti gli alleati”. Per questo l’Alleanza ha già messo in campo un rafforzamento generale delle proprie difese aeree e missilistiche. Per il futuro, inoltre, “abbiamo bisogno di investire in capacità convenzionali avanzate, tra cui aerei di quinta generazione”, commentando anche con soddisfazione la scelta di Berlino di optare per gli F-35.

La deterrenza nucleare

Accanto alle misure di Difesa convenzionali, però, la Nato deve fare i conti con il ritorno di una logica di deterrenza nucleare. La messa in stato di allerta delle Forze strategiche russe voluta da Putin ha rigettato sul mondo lo spettro della Guerra fredda. Per questo, per il segretario generale, la Nato dovrà “aumentare la capacità di prontezza, di monitoraggio e di rilevamento” delle minacce e anche fare in modo che “la deterrenza nucleare della Nato rimanga sicura ed efficace”.

La minaccia chimica

Oltre alla minaccia nucleare, però, sul campo si affaccia anche un altro tipo di sfida molto pericolosa: quella delle armi chimiche. Secondo Mosca, infatti, gli ucraini sarebbero pronti ad usare questo tipo di ordigni, una dichiarazione che la Nato rifiuta nettamente. “È una menzogna”, ha aggiunto Stoltenberg, ricordando come il Cremlino abbia mentito per mesi sull’intenzione di invadere l’Ucraina, di ritirare le truppe o di proteggere i civili. “Ora stanno facendo dichiarazioni assurde su laboratori biologici e armi nucleari in Ucraina”. La preoccupazione della Nato è che la Russia possa inscenare un’operazione “false flag” con armi chimiche per addossare la colpa agli ucraini e giustificare interventi ancora più massicci o rappresaglie. “Il popolo ucraino sta lottando coraggiosamente per difendere le proprie case e il proprio futuro e noi dobbiamo sostenerlo”, ha detto Stoltenberg.

La Cina condanni l’invasione

Il segretario generale si è, inoltre, rivolto alla Cina, chiedendo a Pechino di “unirsi al resto del mondo nel condannare con forza la brutale invasione dell’Ucraina da parte della Russia”. Stoltenberg ha anche ricordato che qualsiasi sostegno, militare o di altro tipo, alla Russia, servirebbe effettivamente ad aiutare Mosca nel condurre “una guerra brutale contro una nazione indipendente e sovrana, una guerra che sta causando morte, sofferenza e distruzione”. Per Stoltenberg, dunque, Pechino avrebbe l’obbligo “come membro del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite di sostenere il diritto internazionale”, violato da Mosca.

 

Da Mosca minacce chimiche e nucleari. L'allarme di Stoltenberg

Alla vigilia del vertice dei ministri della Difesa della Nato, il segretario generale Jens Stoltenberg fa il punto sulle contromisure dell’Alleanza Atlantica in risposta all’aggressività russa. Rinforzare la propria deterrenza, convenzionale e nucleare, ed essere pronti a investire nella Difesa. Un appello anche alla Cina: “Fa parte del Cds dell’Onu, è suo dovere condannare l’invasione”

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