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Si sono riuniti a Tokyo i leader del Quad, il dialogo di sicurezza quadrilaterale dell’Indo-Pacifico a cui partecipano gli Stati Uniti, il Giappone, l’India e l’Australia, dove hanno concordato un ulteriore rafforzamento della “cooperazione pratica” tra i rispettivi Paesi. Ospiti del primo ministro giapponese Fumio Kishida, il presidente americano Joe Biden, il premier australiano Anthony Albanese, il primo ministro indiano Narendra Modi hanno riaffermato la posizione comune contro qualunque tentativo di modificare gli equilibri internazionali tramite l’uso della forza, con un doppio riferimento: da un lato al conflitto innescato dalla Russia in Ucraina, e dall’altro, la questione di Taiwan, in merito alla quale il presidente Biden ha dichiarato che gli Usa sono pronti a intervenire militarmente per difendere l’Isola. Ora il prossimo vertice è previsto per il prossimo anno in Australia.

La sorveglianza del dominio marittimo

Durante il summit, i quattro leader del Quad hanno concordato il lancio del Partenariato dell’Indo-Pacifico per la consapevolezza del dominio marittimo (Ipmda), teso a offrire ai quattro Paesi e ai loro partner “un quadro di comprensione del dominio marittimo in tempo quasi-reale, integrato e dai costi contenuti”. L’Ipmda consentirà ai Paesi partner di monitorare efficacemente le loro acque territoriali e le zone economiche esclusive, e di verificare quanto accade nelle acque dei loro vicini, “integrando le tre regioni critiche costituite dalle Isole del Pacifico, dal Sud-est asiatico e dall’Oceano Indiano”. Un’iniziativa resa indispensabile di fronte all’aumento delle attività navali di Pechino nella regione. A conferma di questa necessità, mentre si teneva il vertice la difesa aerea giapponese ha individuato degli aerei russi (Tu-95Ms) e cinesi (Xian H-6K) condurre pattugliamenti aeronavali nelle acque del Mar del Giappone

Dallo spazio il controllo sui mari

L’Ipmda si baserà sulle immagini satellitari e sulla condivisione degli assetti spaziali tra i partner, utilizzati soprattutto per monitorare i movimenti di Pechino nella regione. Per farlo verranno collegati tra loro diversi centri di sorveglianza esistenti a Singapore, in India e nel Pacifico che metteranno in comune i dati provenienti dalle tecnologie satellitari. Questo permetterà di creare una rete di monitoraggio spaziale estesa su tutte le acque dell’Oceano Indiano, del sud-est asiatico, fino al Pacifico meridionale. Il sistema consentirà inoltre di monitorare il fenomeno della pesca illegale, che rappresenta un danno economico e ambientale notevole per tutti i Paesi affacciati nella regione. La Cina, soprattutto “è diventata il principale responsabile della pesca illegale al mondo”, ha avvertito Charles Edel, Australia chair del think-tank americano Center for strategic and international studies (Csis), con i pescherecci di Pechino che spengono i transponder per evitare di essere tracciati. Ora, grazie alla rete di osservazione satellitare, il Quad potrà monitorare il traffico marittimo generale, consentendo ai quattro Paesi di condurre un’azione ad hoc per arginare tale fenomeno nell’Indo-Pacifico.

Infrastrutture e tecnologia

Al vertice, i quattro leader hanno deciso di destinare nel prossimo quinquennio 50 miliardi di dollari per lo sviluppo delle infrastrutture e degli investimenti nell’Indo-Pacifico, “fondamentali per promuovere la produttività e la prosperità nella regione”, come spiega la dichiarazione della Casa Bianca. Su questo fronte, i quattro Paesi che hanno sottoscritto un Memorandum di cooperazione sulla diversificazione dei fornitori di 5G e Open Ran, teso a erodere il ruolo della Cina nell’edificazione della rete 5G globale. I membri del Quad, inoltre, rafforzeranno la propria cooperazione anche sul fronte spaziale, tramite l’integrazione delle informazioni relative all’osservazione satellitare terrestre. Per quanto riguarda la sicurezza informatica, invece, la cooperazione tra i Paesi punterà a ovviare le vulnerabilità con particolare riferimento alla protezione delle infrastrutture critiche e delle catene di fornitura.

La guerra in Ucraina

Nella dichiarazione congiunta non poteva non mancare un focus sulla guerra in Ucraina. “Si tratta di una sfida sfacciata alle condizioni sancite dalla Carta delle Nazioni Unite. “Stiamo attraversando un’ora buia nella nostra storia “, ha dichiarato Biden a margine del summit, aggiungendo come “la guerra rappresenta più di una semplice questione europea, è una questione globale e il mondo deve affrontarla”. “Non possiamo consentire che la stessa cosa accada nell’Indo-Pacifico”, gli ha fatto eco il premier Kishida. Sulla posizione ambigua tenuta dall’India, che finora non ha imposto sanzioni o condanne alla Russia, secondo quando dichiarato da Kishida potrebbe essersi mosso qualcosa: “I partecipanti al vertice, inclusa l’India, hanno espresso la loro preoccupazione per il tragico conflitto in corso sul territorio dell’Ucraina e hanno riaffermato che i principi di sovranità, integrità territoriale e stato di diritto devono essere rispettati ovunque”.

(Foto: PM’S Office of Japan)

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