Skip to main content

La sintonia tra il presidente russo, Vladimir Putin, e il leader del regime venezuelano, Nicolás Maduro, non è nuova. Ieri in una telefonata i due alleati hanno confermato la volontà di aumentare la cooperazione negli affari internazionali con una serie di accordi strategici.

Con un comunicato stampa, il Cremlino ha spiegato che i due leader hanno discusso i dettagli di diversi progetti in materia energetica, commerciale, economica e non solo. È stata sottolineata, inoltre, la rilevanza della cooperazione per la gestione della pandemia, con la consegna del vaccino Sputnik V alle autorità sanitarie del Venezuela.

Per Putin, il sostegno della Russia al governo dell’amico Maduro è “incrollabile”, per cui continuerà a contribuire nel rafforzamento della sovranità per garantire la crescita economica del Venezuela.

La scorsa settimana, gli stretti rapporti tra Russia e Venezuela sono tornati al centro dell’attenzione geopolitica per l’intenzione di Mosca di aumentare le infrastrutture militari in America latina per difendersi dalle minacce degli Stati Uniti in un momento di tensione per l’Ucraina. Il viceministro degli Esteri russo, Sergej Rjabkov, non ha confermato né smentito il piano per rafforzare la presenza russa sul territorio cubano e venezuelano.

Successivamente, Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino, ha aggiunto che qualsiasi decisione a riguardo sarà presa insieme alle autorità di ogni Paese: “Stiamo ancora parlando di Stati sovrani, non dimentichiamolo. Naturalmente, nel contesto della situazione attuale, la Russia sta pensando a come garantire la propria sicurezza”.

Sulla vicenda, il ministro della Difesa del Venezuela, Vladimir Padrino, ha ricordato che “la cooperazione militare tra Russia e Venezuela già esiste”. Infatti, Manuel Cristopher Figuera, ex direttore dell’intelligence venezuelana e disertore del regime di Maduro, ha denunciato che in Venezuela ci sono due basi militari russe già operative.

Figuera ha spiegato in un comunicato dove si trovano queste basi: una all’interno della 41° Brigata a Valencia, nella regione Carabobo, e l’altra a Manzanares, regione Miranda, dove si trovava la Base Militare Russa di Esplorazione di Comunicazioni e Intelligence.

Per l’ex capo dell’intelligence venezuelana, l’unico obiettivo di queste strutture è “minacciare la sicurezza nazionale degli Stati Uniti”. “È tale la consegna della sovranità che il governo russo, facendo uso di un diritto derogato recentemente […] minacciò di insediare più infrastrutture e mezzi militari di grande livello – ha dichiarato Figuera -. È evidente che il regime di Maduro è una minaccia non solo per la sicurezza degli Stati Uniti, bensì per tutta la regione latino-americana e il resto del mondo libero. È la sede di operazioni di gruppi irregolari narcoterroristi di crimine organizzato, gruppi estremisti islamici, laboratorio per l’esportazione di terrorismo e crimine internazionale”.

Amicizie pericolose. Perché Putin stringe i legami con il Venezuela

In una telefonata tra il presidente russo e il leader del regime venezuelano sono stati confermati nuovi accordi bilaterali, mentre sulla stampa internazionale arriva la denuncia di insediamenti militari russi nel Paese sudamericano con l’obiettivo di minacciare gli Usa

Pensioni e beni primari, cosa non torna nell'ultimo Dpcm. Parla Azzollini

“Non si capisce quale sia la ratio dietro questi provvedimenti”, commenta la giurista Vitalba Azzollini a Formiche.net dopo la firma dell’ultimo Dpcm da parte del presidente del Consiglio Mario Draghi. “Non è che ogni buon fine, come la vaccinazione, legittima comportamenti che sono svincolati da principi di proporzionalità, adeguatezza e ragionevolezza”

I nuovi lanciatori europei. Vega C e Ariane 6 pronti al decollo

Tutto pronto per i lanci inaugurali di Vega C e Ariane 6, previsti rispettivamente a maggio e nella seconda metà del 2022. I due razzi sono chiamati a costituire la nuova generazione di vettori europei e dovranno garantire al Vecchio continente un accesso autonomo alle orbite. Nel frattempo per Avio, la società che produce il Vega in Italia, l’anno si apre con diversi contratti con l’Asi, l’Esa e il Cnes francese per la messa in orbita di nuovi satelliti

Vono, Evangelista, Marino. Tutti i transfughi prima del voto per il Quirinale

A continuare a perdere pezzi è il Movimento 5 Stelle. Elvira Evangelista approda in Italia Viva, mentre Silvia Vono (che aveva abbandonato i grillini per approdare coi renziani), sceglie Forza Italia. Nel Misto invece confluisce il deputato Bernardo Marino

Draghi al Quirinale? Machiavelli lo sconsiglierebbe

Essere realisti sul Quirinale significa prendere atto che è molto più facile trovare una ristretta rosa di personalità di valore per la presidenza della Repubblica che la persona giusta per Palazzo Chigi. Il corsivo di Marco Mayer

Le sirene tedesche non attireranno la Bce nella trappola dei tassi. Parla Fitoussi

Intervista all’economista francese, professore emerito all’Institut d’Etudes Politiques di Parigi e alla Luiss di Roma. La politica monetaria accomodante serve ancora, Berlino pensa solo a se stessa senza curarsi degli altri. Ma Christine Lagarde non cederà al pressing della Bundesbank. Draghi? Alla Bce fu un campione, ma se vuole rimanere premier allora lo si voti. Altrimenti vada al Colle, sarà comunque una garanzia

Polveriera ucraina. Gli Usa risponderanno per iscritto alle proposte russe

Il confronto tra Blinken e Lavrov a Ginevra si chiude con la promessa di un nuovo contatto la prossima settimana. Prima Washington vuole confrontarsi con gli alleati. Ma da Berlino arriva una cattiva notizia: Scholz avrebbe rifiutato un faccia a faccia con Biden proprio sulla situazione in Est Europa

Draghi cala il tris sulle bollette. Il nuovo intervento pro-imprese

Approvato dal Consiglio dei ministri il terzo provvedimento per sostenere le aziende strozzate dall’esplosione dei costi dell’energia. Cuore delle misure, l’annullamento degli oneri di sistema in bolletta che valgono 1,2 miliardi. Ma niente blitz sugli extra-profitti

Le carte italiane nel risiko ucraino. Parla Vershbow

Intervista all’ex ambasciatore Usa a Mosca e numero due della Nato. Putin muoverà le sue pedine nei prossimi giorni, in Ucraina prepariamoci al peggio ma pagherà un conto salato. Macron sbaglia a rompere le righe della Nato. E l’Italia può farsi sentire dal Cremlino

Contro gli uiguri è genocidio. Anche secondo il Parlamento francese

L’Aula di Parigi adotta una risoluzione che impegna il governo di Macron. Ma non è vincolante. Così l’Eliseo sceglie una soluzione “italiana”: lasciare alle organizzazioni internazionali la patata bollente

×

Iscriviti alla newsletter