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Mai sensazione di smarrimento fu più grande. Nei giorni caldi, caldissimi, dell’intesa tra Stati Uniti ed Europa per porre fine alla guerra commerciale, sorge ancora una volta spontanea una domanda: tutta questa incertezza che prezzo avrà? Una risposta hanno provata a darla gli esperti di Atradius, una delle più grandi realtà dell’assicurazione del credito commerciale al mondo. Premessa: “le politiche commerciali altamente imprevedibili del presidente Donald Trump rappresentano un rischio significativo per il commercio globale e l’economia. È stato concluso un accordo separato con la Cina che ha temporaneamente ridotto i dazi tra i due paesi, anche se entrambi si sono accusati a vicenda di aver violato i termini dell’accordo. Ciononostante, un recente incontro a Londra si è concluso con l’accordo di massima delle due superpotenze economiche su un quadro per allentare le tensioni commerciali.”

“Oggi, con il calmarsi delle acque, l’aliquota tariffaria effettiva degli Stati Uniti si attesta intorno al 15%, in aumento rispetto al 2,4% della fine del 2024 e al livello più alto dalla Grande Depressione. Cosa succederà in futuro è difficile da prevedere, ma questa incertezza pesa fortemente sulle imprese. Tanto che  le previsioni economiche sono sempre soggette alla fortuna, e mai come ora. All’inizio del secondo mandato del presidente Trump, un sicuramente può trasformarsi in un forse in un batter d’occhio”, si legge nel report.

Il messaggio è chiaro, il passo verso il caso è breve. “Qualunque cosa accada d’ora in poi, il danno è già stato fatto. Indipendentemente dai dettagli, il mondo si trova ad affrontare un atteggiamento fortemente protezionista da parte degli Stati Uniti e misure di ritorsione da parte dei partner commerciali indignati, almeno nel breve termine. Il risultato sarà probabilmente una riduzione della crescita, aumenti generalizzati dei prezzi e profondi cambiamenti nelle catene di approvvigionamento e nei flussi commerciali. In termini economici, gli Stati Uniti subiranno una profonda ferita auto-inflitta. Ora prevediamo che l’economia statunitense crescerà solo dell’1,5% quest’anno e dell’1,9% nel 2026, con un calo cumulativo dell’1,9% rispetto alle nostre previsioni di inizio anno.”

Ma chi rischia di più? Di sicuro le case automobilistiche europee, già sotto pressione per la concorrenza cinese, sempre più spietata. “Prevediamo una crescita della produzione inferiore di 4,6 punti percentuali nel 2025 e nel 2026 a livello globale. Si prevede che la produzione automobilistica statunitense subirà un calo di 10,1 punti percentuali, mentre anche la produzione di veicoli e componenti automobilistici in Canada (-9,8 punti percentuali), Messico (-1,7 punti percentuali), Giappone (-6,0 punti percentuali), Corea del Sud (-9,3 punti percentuali) e Germania (-3,6 punti percentuali) ne risentirà. Le catene di approvvigionamento automobilistiche nordamericane sono altamente integrate e spesso i componenti attraversano più volte i confini prima dell’assemblaggio”. E adesso? Adesso si aspetta. “Si è instaurata una sorta di calma, ma gli effetti della guerra commerciale di Trump sono destinati a durare.”

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