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“Ieri sera ad applaudire il Presidente c’era l’intero Paese”. I sei minuti di battimani scrosciante al capo dello Stato Sergio Mattarella, alla Prima della Scala, hanno fatto rumore. Così come l’invocazione a rimanere al suo posto, fino alla fine della legislatura. “Bis-Bis”. Eppure Mattarella ha più volte ribadito che i primi giorni di febbraio lascerà il Colle. Dunque “pur riconoscendo la capacità del Presidente di aver tenuto assieme il Paese in uno dei momenti più difficili dal Dopoguerra, bisogna rispettare la sua volontà”. Il deputato Pd Carmelo Miceli, antepone a tutto la presa d’atto di una scelta che non ammette cambi di rotta.

Il Paese vuole Mattarella al Quirinale, oltre il mandato. Lui ha detto che non sarà così. Ora che succederà?

Il presidente Mattarella ha il merito di aver tracciato una linea che, il suo successore, dovrà comunque seguire. La declinazione dell’incarico nel solco di europeismo, atlantismo e assoluta imparzialità saranno componenti essenziali che il prossimo inquilino del Quirinale dovrà tenere in considerazione.

Ha tracciato un parziale identikit. Ma chi potrà essere?

Nomi non se ne fanno, tanto più che in questa fase sarebbe addirittura dannoso. L’unico mio auspicio è che il prossimo Presidente possa essere eletto dalla più ampia maggioranza parlamentare possibile.

Conte ha riconosciuto a Berlusconi di aver fatto ‘anche cose buone’. Che significa secondo lei?

Mi pare un giudizio personale su un leader politico, ma non leggerei in queste parole un endorsment.

Al capo dei grillini viene offerto il collegio di Roma 1. Sembrava che accettasse, poi la retromarcia. Complici anche alcuni malumori tra le file democratiche e non solo. Che lettura da a questa vicenda?

Condivido il fatto che il Pd possa essere perno di un campo largo che comprenda anche il Movimento 5 Stelle e Azione. Credo che Letta abbia il dovere di lavorare al rafforzamento dell’asse coi Cinquestelle. Così come credo che Conte abbia tutte le possibilità di glissare.

Eppure Calenda, oltre a Renzi, era furibondo. 

L’opportunità di creare una grande coalizione ci deve far riflettere sulla necessità di sanare distanze che, apparentemente, sembrano siderali. Una riflessione che si deve riverberare anche sul sistema elettorale: sarebbe utile tornare a discutere della proposta di legge ‘Brescia’, che giace ancora in Commissione. Al di là di questo, penso che siano le questioni di merito a fare da collante anche tra forze apparentemente ostili.

A cosa si riferisce?

Ad esempio riconoscere la necessità di mantenere la coesione sociale, l’esigenza di uscire quanto prima dalla crisi. Poi, il Pnrr.

Del reddito di cittadinanza che opinione ha?

E’ stato uno strumento che si è rivelato utile dal punto di vista della tenuta sociale del Paese, specie durante i mesi della pandemia. Sicuramente è stato più utile dal punto di vista del welfare, piuttosto che della creazione dei posti di lavoro. Su questo ultimo aspetto, probabilmente, occorrerebbe mettere mano.

C’è chi sogna, a partire da Giorgia Meloni (che ha avviato una petizione in questa direzione) l’elezione diretta del Presidente della Repubblica. Lei è d’accordo?

Per niente. Penso che l’elezione di secondo livello, così come è stata concepita, sia una formula efficace per arrivare a designare una figura di garanzia per la Repubblica. Andare a metter mano ai meccanismi istituzionali previsti dalla Costituzione, ai miei occhi, è spesso rischioso.

Ci sono margini per ricucire i rapporti, in questo momento molto tesi, con Italia Viva?

Quando ci si siede ai tavoli senza visioni pregiudiziali si riesce a trovare la sintesi e a ragionare sul merito. Tuttavia, se dovessi scegliere con chi allearmi tra Italia Viva e il Movimento 5 Stelle non avrei dubbi. Con i grillini abbiamo avuto molto più punti in comune che sussistono tutt’ora e sui quali vogliamo lavorare.

Gli applausi a Mattarella, il Pd e la crepa con Italia Viva. Parla Miceli

Il deputato del Partito Democratico crede che “pur riconoscendo la capacità di Mattarella di aver tenuto assieme il Paese in uno dei momenti più difficili dal Dopoguerra, bisogna rispettare la sua volontà”. La candidatura di Conte? “Credo che Letta abbia il dovere di lavorare al rafforzamento della coalizione. Se devo scegliere tra renziani o 5 Stelle, scelgo i secondi”

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