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Si tratta per il cessate il fuoco. Gli esiti dei negoziati tra Russia e Ucraina sono ancora avvolti da una nube di incertezza. I vertici si susseguono. L’Europa ha deciso di mandare armi e sostenere la causa ucraina in chiave anti-Putin. Nel frattempo, c’è chi si domanda quale sia il ruolo dell’Italia e della politica nostrana in questa partita che sta ridisegnando gli equilibri geopolitici. A dissipare un po’ di dubbi è Fabio Massimo Castaldo, europarlamentare Movimento 5 Stelle, già vicepresidente del Parlamento europeo.

L’Europa sta cambiando rotta. Ha scelto di schierarsi e inviare armi a Kiev. Come valuta questa scelta?

L’Europa non ha cambiato rotta ma è rimasta coerente e fedele ai suoi obiettivi e valori fondanti che sono la promozione della pace, la difesa della dignità umana, della libertà e della democrazia calpestati dalla riprovevole invasione russa in Ucraina. È evidente che sul territorio europeo c’è il tentativo di rimescolare le carte degli equilibri nati dopo la seconda guerra mondiale. Siamo passati dalla dicotomia capitalismo-comunismo terminata con il crollo dell’Unione sovietica a quello democrazia-autoritarismo dei giorni nostri. Non a caso non solo i Paesi europei hanno fortemente condannato l’attacco russo ma anche gli Stati Uniti, il Canada, il Giappone, l’Australia e tante altre solide democrazie. Noi europei siamo orgogliosi di essere dalla parte giusta della storia.

L’invio di armi è parte di questa strategia?

Attenzione, l’Europa non invia armi per fare la guerra. La guerra l’ha scatenata Putin e nessuno può affermare il contrario. Noi non possiamo chiudere gli occhi davanti al grido di dolore che arriva da un Paese che formalmente non fa parte dell’Unione europea ma che negli ultimi anni ha dimostrato di condividere molti dei nostri valori portanti, valori che dovrebbero essere universali e validi ovunque nel mondo, anche in Russia. Le armi che verranno fornite agli ucraini sono difensive e verranno usate per difendere l’Ucraina dall’attacco russo. La Russia ritiri le sue truppe e il dialogo potrà ripartire.

Quale sarà l’atteggiamento del Movimento 5 Stelle nell’ambito delle attività al Parlamento europeo?

Oggi ci sarà una seduta straordinaria del Parlamento europeo e voteremo una risoluzione che dà un po’ la direzione su quella che dovrebbe essere la rotta che deve intraprendere l’Europa: accoglienza dei rifugiati, assistenza per la difesa ucraina, sanzioni contro la Russia e supporto ai Paesi europei indirettamente colpiti dalle sanzioni. Dieci giorni fa abbiamo votato l’erogazione di 1,2 miliardi di euro come fondo di assisteva macro-finanziaria, ma era prima della guerra. Adesso le cose sono cambiate. Ribadiremo in aula la richiesta di una tregua umanitaria di almeno 24 ore per permettere alle organizzazioni umanitarie di consegnare gli aiuti e di mettere in salvo bambini, anziani e civili non combattenti che vanno evacuati dalle zone interessate dai combattimenti. Tutti gli sforzi diplomatici devono essere spesi per ottenere il cessate il fuoco, poi bisogna aprire corridoi umanitari anche attivando la direttiva sulla protezione temporanea, che era stata introdotta nel 2001 dopo le guerre dei Balcani e il Kosovo, e che il Movimento 5 Stelle aveva richiesto già in seguito alla presa del potere dei talebani in Afghanistan. La via di una soluzione diplomatica e pacifica va perseguita nonostante tutto, è e rimane la via maestra.

Diversi esponenti del Movimento, in passato (anche non troppo remoto) non hanno fatto mistero delle loro posizioni filo-Putin. Ora come dovrebbe cambiare l’orientamento del partito?

La stella polare del Movimento 5 Stelle non è cambiata e si basa sul ripudio della guerra, ma questo non deve significare essere miopia. L’aggressione della Russia a uno Stato sovrano lede il diritto internazionale, i morti e le centinaia di migliaia di rifugiati che la guerra sta causando ledono la dignità umana. Se non fossimo intervenuti con prontezza con pesanti sanzioni contro la Russia e sostegno alla difesa ucraina l’Europa sarebbe diventata zimbello del mondo e, cosa ancora più grave, saremmo stati corresponsabili di queste azioni. Il Movimento 5 Stelle lavora sia al governo che nelle sedi istituzionali europee per rafforzare l’unità dell’Europa minacciata da Putin. Piuttosto sono gli altri a dover spiegare come mai andavano in Piazza Rossa davanti al Cremlino con la maglietta di Putin.

Quale prevede che sia il riverbero sulle materie prime?

I mercati hanno reagito come da copione. Questa guerra è insensata e il prezzo più grande rischiano di pagarlo i cittadini comuni, europei e russi. Esprimo forte preoccupazione in particolare per le quotazioni di grano, mais e soia che sono in aumento. Bisogna salvaguardare produttori e consumatori con un piano anti-crisi.

L’Europa può immaginare un piano di aiuti per i Paesi più penalizzati dalle sanzioni?

Deve. Per il Movimento 5 Stelle è imprescindibile che venga concordata con Bruxelles nel brevissimo termine una rimodulazione del Pnrr per destinare una parte adeguata delle risorse europee già disponibili, e ottenute da Giuseppe Conte dopo un difficile negoziato europeo, in sussidi a fondo perduto e ristori per le aziende e le famiglie. Così possiamo contrastare immediatamente il rincaro drammatico del gas, del petrolio e delle altre materie prime. In seguito, come secondo step, proponiamo che l’Ue crei un nuovo fondo straordinario, sulla falsariga del Next Generation e quindi basato sempre su emissione di debito comune, per rafforzare le misure di sostegno ai Paesi membri in base all’evoluzione di questa gravissima crisi, affinché possano aiutare i settori più colpiti.

Pare che, attraverso i suoi tweet, il leader ucraino Zelensky stia in qualche modo dettando l’agenda europea. Non ultimo il tweet nel quale annuncia la telefonata con Von der Leyen. Riuscirà nell’operazione di far entrare l’Ucraina nell’Ue?

Josep Borrell, l’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, ha detto che questa ipotesi non è in agenda adesso. Se ne riparlerà, ma io credo che concedere all’Ucraina lo status di Paese candidato all’Unione Europea potrebbe essere un gesto simbolicamente molto significativo. Il Movimento 5 Stelle da sempre è impegnato per favorire un processo virtuoso di riforme che riaccenda le speranze di un prossimo allargamento dell’Unione europea nei Balcani occidentali e chissà forse in un futuro anche dell’Ucraina, ma adesso concentriamoci sulla priorità numero 1 che è la fine delle ostilità.

Ucraina candidata all’adesione Ue? Risponde Castaldo

L’europarlamentare, già vicepresidente del Parlamento europeo: “Il Movimento 5 Stelle lavora sia al governo sia nelle sedi istituzionali europee per rafforzare l’unità dell’Europa minacciata da Putin. Piuttosto sono gli altri a dover spiegare come mai andavano in Piazza Rossa davanti al Cremlino con la maglietta di Putin”

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