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Visti da destra e visti da sinistra. Nella pagella compilata da Ipsos, i ministri del governo Draghi hanno un posizionamento differente in base all’angolo di lettura. L’unica che mantiene, trasversalmente, un ottimo gradimento è la guardasigilli Marta Cartabia. Nel dettaglio, per gli elettori di centrodestra, la titolare del ministero della Giustizia conquista il secondo posto nella top five (con il 43%) di gradimento. Mentre nello schieramento di centrosinistra, la guardasigilli è al terzo posto.

Centrodestra. Per l’elettorato che fa capo a Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia il top fra i titolari dei dicasteri è Giancarlo Giorgetti. Il numero due del Carroccio, allo Sviluppo Economico, svetta su tutti con un 51% di gradimento. Dopo Cartabia, troviamo Renato Brunetta, ministro alla Pubblica Amministrazione. Per lui il gradimento si attesta a 40 punti percentuali. Appena sotto, la collega forzista Mariastella Gelmini (Affari Regionali e autonomia). L’ultimo tassello della top five è occupato da Daniele Franco, ministro dell’Economia e delle Finanze. Mara Carfagna (Sud e coesione territoriale) è appena sotto, seguita dal ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi. Per gli elettori del centrodestra, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ottiene sedici punti. Poco graditi il ministro del Lavoro Andrea Orlando e la titolare del Viminale Luciana Lamorgese.

Centrosinistra. Per gli elettori del Pd, troneggiante al primo posto, è ben saldo Dario Franceschini, ministro dei Beni e delle Attività culturali che riscuote quasi un 60% di gradimento. Il secondo posto spetta al ministro della Salute Roberto Speranza, con il 51%. Marta Cartabia è invece al terzo posto, mentre Andrea Orlando è al 48% di gradimento. L’ultimo posto della top five è di Luciana Lamorgese, con un 47% di appeal sull’elettorato. A metà classifica Giancarlo Giorgetti, con un 34% di preferenze, terzultima Mariastella Gelmini (24%). All’ultimo posto invece il ministro del Turismo Massimo Garavaglia. Giudizio complessivamente negativo da ambo gli schieramenti per la pentastellata Fabiana Dadone, ministro alle Politiche Giovanili. Per gli elettori del centrosinistra cresce invece Luigi Di Maio, che ottiene un posizionamento di poco superiore al vice di Salvini con il 37% di gradimento.

L’analisi dei dati arriva da Enzo Risso, direttore scientifico di Ipsos che, prima di tutto, si profonde in una premessa metodologica. “Spesso – dice – si fanno delle analisi prendendo in considerazione, in generale, cosa pensano gli italiani dell’operato dei ministri. Scorporando gli elettorati sulla base delle due aree politiche di appartenenza, si ha modo di ottenere un quadro complessivo più efficace del gradimento dei titolari dei dicasteri”. Sul versante del centrodestra “balza all’occhio come, a primeggiare, siano i ministri che in qualche modo si stanno più adoperando per pianificare la ripresa, adoperandosi nei progetti da candidare per il Pnrr”.

In questo senso “Giancarlo Giorgetti riscuote molto successo in ragione del suo attivismo, ma soprattutto delle sue deleghe”. Sulla trasversalità di Cartabia è presto detto: “La storia del centrodestra e le sensibilità di alcuni partiti sulle tematiche della giustizia – prosegue Risso – sono note. Cartabia è apprezzata perché non ha un approccio ideologico. Ed è per questo che piace a sinistra”.

Invertendo la prospettiva, a sinistra “sono apprezzati in particolare Speranza, per l’impegno profuso in ambito sanitario, per le misure di contenimento della pandemia che sta mettendo in campo”. Franceschini, ça va sans dire, “è identificato come l’uomo delle riaperture di cinema e teatri”. Mentre il ministro Orlando ottiene un buon gradimento per “le sue battaglie sul versante dei diritti dei lavoratori”.

A destra Giorgetti, a sinistra Franceschini. E Cartabia... Le pagelle ai ministri

Per gli elettori della coalizione di centrosinistra Franceschini è l’uomo della riapertura di musei, cinema e teatri. Bene Orlando e Lamorgese. A destra trionfa il numero due di Salvini. Graditi anche Gelmini e Brunetta. La guardasigilli piace “perché non ha un approccio ideologico”, dice il direttore scientifico di Ipsos Enzo Risso

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