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“Non c’è futuro senza salute. La pandemia ha reso evidente che senza salute il mondo si è fermato. Mi auguro che essa sia e rimanga sempre al centro a beneficio di tutti i cittadini e che eventi come questi possano contribuire a sviluppare un confronto con tutti gli attori dell’ecosistema”. Con queste parole Massimo Scaccabarozzi, presidente di Janssen Italia, ha aperto il secondo live talk della serie di eventi “Non c’è futuro senza…” organizzata da Janssen, intitolato “Un dialogo sull’evoluzione della sanità di prossimità e digitale per i cittadini”.

Presenti importanti ospiti come Andrea Costa, sottosegretario di Stato alla Sanità; Maria Rizzotti, senatrice e membro della commissione Igiene e Sanità; Alessandro Stecco, membro del Consiglio regionale del Piemonte e presidente della commissione Sanità; Enrico Sostegni, membro del Consiglio regionale della Toscana e presidente della commissione Sanità; Giovanni Gorgoni direttore generale di AreSS Puglia e presidente di Euregha; Ivan Porro amministratore delegato di SurgiQ; Teresa Petrangolini, direttrice del Patient advocacy lab di Altems dell’Università Cattolica del sacro, lo stesso Scaccabarozzi e il contributo video di Anmar, Associazione nazionale malati reumatici.

IL PNRR GUARDA ALLA PROSSIMITÀ TERRITORIALE

“La pandemia ha certamente evidenziato anche le grandi capacità del personale sanitario nazionale, ma per creare una rete territoriale forte servirebbe un dialogo costruttivo con le regioni”, ha affermato in apertura Andrea Costa. La medicina di prossimità quindi è un importante strumento per avvicinare i servizi ai cittadini. “È infatti anche per creare un’omogeneità nell’accesso a servizi sanitari di qualità che le risorse del Pnrr sono un’occasione straordinaria”, ha continuato il sottosegretario.

Anche Maria Rizzotti, secondo cui “per sfruttare al meglio le risorse del Pnrr è necessario un dialogo tra tutti gli stakeholder coinvolti”, ha sottolineato questo aspetto. “È fondamentale superare il limite di un Servizio sanitario regionale a macchia di leopardo, per arrivare alla ricostruzione di un sistema più sostenibile”, ha poi sostenuto. Da non dimenticare, ha proseguito poi Costa, quanto il Pnrr sia una grande occasione per efficiente le strutture con digitalizzazione e telemedicina.

LE BUONE PRATICHE EREDITATE DALLA PANDEMIA

È dalle soluzioni trovate durante la pandemia che, secondo i relatori coinvolti, il Paese dovrebbe ripartire, in un’ottica di integrazione tra ciò che è stato fatto e ciò che si deve ancora fare. “Tra i vantaggi degli ultimi mesi, ci sono le decisioni centralizzate, che hanno permesso flessibilità”, ha detto in apertura Giovanni Gorgoni. Dello stesso avviso anche Teresa Petrangolini, secondo cui la pandemia avrebbe avuto l’effetto di avvicinare le associazioni dei pazienti alle realtà decisionali, contribuendo alla condivisione e alla partecipazione attiva nei processi di tutti gli attori coinvolti.

LE CRITICITÀ

Gli elementi positivi del momento storico sono molti, ma permangono alcuni ostacoli al raggiungimento di un sistema sanitario in linea con le esigenze dei cittadini. “Un problema sostanziale sarebbe la carenza di capitale umano necessario per la trasformazione digitale” ha aggiunto sul tema Gorgoni. Ivan Porro ha poi sottolineato che è necessario che si eviti di generare soluzioni in cerca di problemi, “bisogna provvedere allo smussamento delle inefficienze – ha aggiunto – che sono sia economiche sia sociali”.

LA CONDIVISIONE TRA GLI ATTORI PER SUPERARE LE FALLE DEL SISTEMA

“Si valutino anche le iniziative di partnership pubblico-privata, che impostano una necessaria condivisione, grazie alla quale si possono dare migliori risposte ai cittadini”, ha detto ancora Costa, mettendo l’accento sulla necessità di un dialogo sistemico. La condivisione degli obiettivi e il dialogo sarebbero fondamentali anche per Porro, che ha tenuto a evidenziare l’importanza della compartecipazione tra le piccole realtà imprenditoriali e le grandi aziende. “È così che nascono soluzioni che ottimizzano e rendono efficienti i servizi”, ha concluso l’ad di SurgiQ.

COSA BISOGNERÀ FARE

Cosa si può fare quindi per permettere un miglioramento sostanziale del nostro Ssn? Secondo Maria Rizzotti, la telemedicina sarebbe una soluzione permettendo riduzioni temporali e risparmi non indifferenti. Dello stesso avviso anche Giovanni Gorgoni, secondo cui “si deve ripartire dalla medicina di famiglia come pietra angolare dell’intero sistema. La tecnologia in questo è un elemento abilitante alla prossimità, ma prima bisogna essere vicini al paziente da un punto di vista di rapporto clinico”.

Il punto è stato affrontato anche da Enrico Sostegni e Alessandro Stecco, che, rappresentando le esperienze regionali della Toscana e del Piemonte, hanno sottolineato le difficoltà affrontate a causa delle caratteristiche geologiche dei rispettivi territori: “Le difficoltà sono state superate con la spinta alla digitalizzazione e al telemonitoraggio, ma oggi bisogna ricavarne qualcosa per il futuro”, ha detto Stecco. “Siamo convinti che gli amministratori locali vadano coinvolti nelle politiche e nell’implementazione del dossier salute”, ha poi concluso Sostegni.

IL RUOLO DELLA POLITICA

In conclusione, Massimo Scaccabarozzi ha fatto riferimento alle responsabilità della politica, partendo dalle grandi novità di questa fase storica. “C’è una solidarietà europea del tutto nuova e i fondi che verrano messi a disposizione – ha sostenuto – dovranno essere utilizzati per andare incontro alle esigenze reali dei cittadini. Sono profondamente convinto che avendo risorse, tempo e intelligenza possiamo guardare con fiducia al prossimo futuro”.

In chiosa, le conclusioni affidate al sottosegretario Costa hanno riassunto le varie posizioni espresse dal panel, con la constatazione di quanto sia importante il lavoro di squadra per la sanità italiana: “Credo che il compito della politica non sia quello di creare contrapposizioni, ma quello di supportare la coesione e di proporre sintesi che mettano in conto tutte le posizioni, in questo senso bisogna favorire un dialogo positivo tra pubblico e privato. La politica ha il compito di creare condivisione”.

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