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Il Partito Socialista Unito del Venezuela (Psuv), guidato da Nicolas Maduro, ha vinto 20 Stati su 23 nelle elezioni regionali di ieri. I primi dati diffusi dal Consiglio nazionale elettorale venezuelano confermano la vittoria dei candidati dell’opposizione soltanto in tre regioni: Cojedes, Nueva Esparta e Zulia. Non sono stati annunciati ancora i risultati di 334 comuni e centinaia di consigli locali.

Grande vincitore, invece, l’astensione. Ai seggi elettorali si è presentato soltanto il 41,80% degli elettori venezuelani. Non hanno votato circa 4 milioni di cittadini residenti all’estero, che hanno un peso significativo per l’opposizione.

La giornata elettorale, purtroppo, non è stata pacifica. L’inviato speciale della Bbc a Caracas sostiene che ci sono stati scontri in alcuni seggi elettorali, lasciando un bilancio di due morti e una ventina di feriti.

Queste elezioni regionali e municipali sono il primo processo elettorale, negli ultimi quattro anni, in cui partecipa l’opposizione. Nelle altre elezioni, i partiti di opposizione avevano deciso di boicottare il voto per mancanza di garanzie e condizioni democratiche.

Questa volta, dopo 16 anni, le elezioni venezuelane sono state seguite da osservatori internazionali, tra cui l’Unione europea e le Nazioni Unite.

Tuttavia, come era previsto, le missioni non hanno libertà di azione. Ieri Maduro ha chiesto all’Unione europea di rispettare la legalità nazionale e di evitare pronunciamenti sui risultati elettorali. Per domani, è previsto un primo report della delegazione europea che ha seguito le elezioni.

“Chiunque venga a votare il 21 novembre con la sua partecipazione, e che si presenti per registrarsi, avalla il Consiglio nazionale elettorale eletto dall’attuale Assemblea nazionale e presieduto da Jorge Rodriguez – ha dichiarato Maduro -. Se intendi portare verdetti, violare la sovranità, esibire il tuo complesso di superiorità e interferire negli affari interni del Venezuela, avrai la forte risposta politica, istituzionale e diplomatica che il Venezuela sa dare, a suo tempo”.

Daniel Pardo, inviato speciale a Caracas della Bbc, sostiene che “le elezioni hanno messo a dura prova gli errori dell’opposizione. Perché si erano disabituati allo scontro elettorale dopo 4 anni di non partecipazione al confronto, hanno annunciato la partecipazione troppo vicino al voto e sono arrivati divisi”.

Per Vilca Fernandez, ex prigioniero politico del regime di Maduro e leader dell’opposizione, “in Venezuela ha vinto la maturità politica e sociale della maggioranza dei venezuelani. I grandi sconfitti sono Nicolas Maduro e l’opposizione che ha partecipato divisa, con ogni frazione cercando il proprio interesse”. “Hanno parlato di votare per riprendere gli spazi, dividendo i voti in tre e quattro candidati per ogni incarico, favorendo così il narco-regime”, ha spiegato il giovane dissidente. Fernandez è convinto che non ha vinto l’astensione, ma “ha perso la visione e la mancanza di direzione politica e di lotta nel Paese”.

Elezioni in Venezuela, la vittoria (di pirro) di Maduro e la minaccia all’Ue

L’opposizione venezuelana si è presentata divisa alle regionali e municipali. Il partito socialista ha vinto in 20 Stati (su 23), con circa il 60% di astensione. Il regime ha chiesto alla rappresentanza europea di evitare commenti

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