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L’agenzia di stampa iraniana Irib nei giorni scrosi è uscita con una notizia interessante – e che potrebbe avere un riflesso su alcune dinamiche di distensione in atto in Medio Oriente. Ufficiali delle Guardie delle Rivoluzione iraniana (Irgc, più noti come Pasdaran) e altri dirigenti dell’aviazione civile hanno viaggiato verso la Greater Tunb con il primo volo passeggeri verso l’isola.

Il viaggio è servito ad aprire una nuova pista che ha potenziato l’aeroporto Imam Ali – un potenziamento che potrebbe servire a implementare per lo scalo potenzialità dual use (ossia potrebbe essere usato anche come appoggio logistico militare). Qualcosa di simile al dossier nucleare: Teheran dice di voler arricchiere materiale atomico solo per scopi civili, ma intanto raggiunge percentuali che lo portano prossimo alla Bomba.

La Irib (che sta per Islamic Republic of Iran Broadcasting, e come dimostra lo sciogliemento dell’acronimo è un media a controllo statale) riporta la notizia delle nuova pista in tono neutro, ma dietro ci sono dinamiche politiche e geopolitiche complesse. Greater Tunb, con una superficie di poco più di 10 chilometri quadrati, insieme a Lesser Tunb e Qeshm rappresenta un insieme di tre isole affacciate nello stretto di Hormuz amministrate da Teheran sotto la pronvincia di Hormozgan.

L’area in cui si trovano è la delicatissima strozzatura del Golfo Persico formato dal promotorio emiratino-omanita e dal golfo dove si trova l’isola di Hormuz. Quasi un quinto del greggio mondiale passa attraverso lo stretto, che è controllato dall’Iran e dall’Oman. Sull’area gli Emirati Arabi Uniti, con i terminal di uscita del petrolio come Fujairah che si trovano a pochi chilometri e miglia nautiche da Hormuz, e con Abu Dhabi che rivendica come territorio dell’emirato di Ras Al Khaimah quelle isole dal valore strategico per appoggiarsi lungo il Golfo Persico.

Mohammad Mohammadi Bakhsh, capo dell’Organizzazione per l’aviazione civile iraniana, ha dichiarato che la nuova pista dell’aeroporto di Greater Tunb faciliterà i viaggi verso l’isola per importanti aree commerciali nel sud dell’Iran, tra cui Bandar Abbas – al centro di quello che è uno dei tratti di mare più importanti al mondo. Secondo il funzionario, l’aeroporto sarà presto in grado di ospitare aerei a ciclo continuo per numerosi luoghi in Iran.

L’Irgc, il corpo militare teocratico iraniano, ha aperto l’aeroporto Imam Ali nella Greater Tunb nel 2010: la nuova pista dell’aeroporto è lunga 2.150 metri e per ora può ospitare piccoli jet. L’implementazione dello scalo arriva mentre Emirati e Iran cercano forme di contatto diplomatico in quello che il più complicato dossier mediorientale, lo scontro tra sunniti e sciiti traslato sul piano geopolitico.

Scontro che anche nel corso degli ultimi anni ha avuto uno sfogo lungo il lineamento di Hormuz, che ha fatto da scenografia a sabotaggi contro petroliere e altre schermaglie – compreso l’abbattimento da parte della contraerea delle Irgc di un drone Global Hawk americano accusato di aver sconfinato sui cieli iraniani.

L'Iran potenzia l'aeroporto nello stretto di Hormuz

La nuova pista nell’isola Greater Tunb potrebbe creare dissapori con gli Emirati, che ne rivendicano la sovranità. Immersa in mezzo al Golfo Persico, quel territorio è logisticamente importante in mezzo a un’area strategica

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