Skip to main content

La Cina stava costruendo segretamente una base militare segreta lungo le coste degli Emirati Arabi Uniti, uno dei più stretti alleati degli Stati Uniti in Medio Oriente. E’ quanto avrebbe scoperto la Cia la scorsa primavera secondo il Wall Street Journal. L’intelligence di Washington ha subito lanciato l’allarme per quella struttura che in teoria avrebbe dovuto avere un uso civile e sarebbe dovuta sorgere in un porto emiratino.

Allarmata, l’amministrazione del presidente Joe Biden ha quindi avvertito il governo del Paese arabo alleato, facendo presente che una presenza militare cinese nel suo paese avrebbe minacciato i legami tra le due nazioni. Dopo una serie di incontri e visite di funzionari statunitensi ad Abu Dhabi, la costruzione di questa struttura è stata poi interrotta.

In base alle indagini degli 007 Usa, il sito in questione si trova vicino alla capitale emiratina. Si tratta in particolare del porto Khalifa, fiore all’occhiello di Abu Dhabi, costruito in acque profonde per ospitare le navi più grandi esistenti al momento della sua realizzazione. Un porto commerciale all’avanguardia che gestisce tutto il traffico di container dell’emirato in quanto il trasferimento del traffico container dal porto di Zayed è stato completato nel dicembre 2012.

E’ tramite il commercio infatti che la Cina si è avvicinata a questo obiettivo. Pechino ha infatti sfruttato i legami commerciali per stabilire un’àncora per i suoi obiettivi militari. La Cina ha aperto il suo primo avamposto militare all’estero nella nazione dell’Africa orientale di Gibuti nel 2017 per facilitare le operazioni nell’Oceano Indiano e in Africa e ora puntava a sbarcare negli Emirati.

La scoperta di questo piano è avvenuta in un momento nel quale il governo emiratino era in trattativa con l’amministrazione Usa per l’acquisto di caccia e di droni. Abu Dhabi si sarebbe detta ignara della natura militare dell’attività della Cina.

Non si è fatta attendere infatti la risposta dell’ambasciata emiratina a Washington, che in una nota ha spiegato di non aver sottoscritto alcun accordo con Pechino e di non essere stata quindi a conoscenza della costruzione di una base cinese, secondo quanto riferisce l’emittente televisiva “al-Jazeera”. “Gli Emirati Arabi Uniti non ha mai avuto un piano di accordo, colloqui o intenzione di ospitare una base militare cinese o un avamposto di alcun tipo”, ha dichiarato un portavoce dell’ambasciata del Paese del Golfo.

Secondo gli analisti arabi, questa vicenda conferma la posizione strategica degli Emirati e gli sforzi della Cina per stabilire un punto d’appoggio militare nella regione. Inoltre, la decisione con cui l’amministrazione Biden si è mossa per convincere gli Emirati a fermare la costruzione della base riflettono le sfide che deve affrontare nel tentativo di competere con Pechino a livello globale, con il Medio Oriente che è il terreno ideale per questa competizione. Gli Emirati sono inoltre il fulcro del gruppo di paesi arabi impegnati nel dialogo con Israele tramite gli accordi di Abramo, su cui gli Stati Uniti hanno avuto un ruolo centrale e a cui si è arrivati dopo decenni nei quali Washington ha svolto un ruolo di primo piano nella regione.

La Cina però non è rimasta a guardare e, in particolare negli ultimi anni, ha rafforzato i suoi legami economici con gli Emirati Arabi Uniti, diventando uno dei suoi maggiori partner commerciali nonché il più grande consumatore di petrolio del Golfo. Gli Emirati Arabi Uniti, nel frattempo, hanno però usato l’infrastruttura di telecomunicazioni della cinese Huawei Technologies Co., che secondo l’amministrazione americana la renderebbe vulnerabile allo spionaggio cinese.

Questa vicenda ha inizio circa un anno fa, quando i primi rapporti dell’intelligence statunitense sono arrivati ai funzionari di Washington e indicavano attività cinesi sospette nel porto Khalifa. Il sito, che si trova a circa 50 miglia a nord di Abu Dhabi, ospita un terminal per container commerciali gestito dalla cinese COSCO.

I sospetti sono diventati certezze però solo questa primavera, quando immagini satellitari hanno portato i funzionari statunitensi a concludere che i cinesi stavano costruendo una sorta di installazione militare nel porto. Le agenzie di intelligence statunitensi hanno rilevato lo scavo di un enorme buco per ospitare un edificio a più piani e l’erezione di travi. Ad un certo punto, il cantiere è stato coperto per evitare controlli ed è stato in quel momento che gli analisti hanno lanciato l’allarme per la segretezza del piano messo in atto dai cinesi sulle coste emiratine.

Gli Usa hanno bloccato una base militare cinese (segreta) negli Emirati?

Il giornale statunitense The Wall Street Journal rivela che i cinesi stavano costruendo una base militare lungo le coste emiratine all’insaputa di Abu Dhabi

Come va il debito greco dopo la pandemia? Report Moody's

Paese campione della performance finanziaria, recitano alcuni report. Atene entrerà a far parte, entro il prossimo anno, del club di quei Paesi che emettono obbligazioni verdi

Svolta DMA, Strasburgo allarga la rete per le aziende tech. Ecco cosa cambia

Difesa europea, gli errori da non commettere. L'analisi di Barberini (Cesi)

Di Pierluigi Barberini

La prima bozza dello Strategic Compass dell’Ue sembra introdurre importanti novità, a partire dalla forza di reazione rapida da cinquemila unità e dall’istituzione di una “Joint Cyber Unit”. Si tratta di iniziative lodevoli, che cercano di segnare un cambio di passo rispetto al passato, anche se rimangono insoluti i nodi principali, di carattere non solo tecnico e operativo, ma soprattutto politico. Il punto di Pierluigi Barberini, analista del Desk Difesa & Sicurezza del Centro studi internazionali (CeSI)

La visione di futuro che manca nella legge di bilancio. L'opinione di Lucaselli (FdI)

L’intervento di Ylenja Lucaselli, deputata di Fratelli d’Italia e componente della commissione Bilancio della Camera: “Questa manovra non risolve i problemi attuali, proroga misure vecchie, e non sceglie in che direzione andare”

Dimenticare Evergrande. Così Pechino cerca fiducia sui mercati

Le aziende del Dragone pronte a emettere bond per quasi nove miliardi di yuan, dopo settimane di insolvenze e proteste dei risparmiatori. Ma stavolta ci sarà il supporto delle banche. Intanto Evergrande vende il primo pezzo pregiato

Digitalizzazione, come cresce la produttività dell’ecosistema paese

Investimenti e produttività in ottica di ripresa per una maggiore competitività. Cosa aspettarsi dalla transizione tecnologica e digitale e come l’innovazione potrà trainare il rilancio per l’Italia grazie ai fondi del Pnrr

Quale autonomia strategica per l'Ue? Le risposte di Carta, Graziano, Massolo e Pinotti

Luciano Carta, Claudio Graziano, Giampiero Massolo e Roberta Pinotti protagonisti dell’evento organizzato dall’Ispi e dedicato all’autonomia strategica europea, a pochi giorni dalla presentazione della prima bozza di Strategic Compass. Di fronte alle numerose sfide offerte dal contesto internazionale, dall’Afghanistan all’Indo-pacifico, l’Ue deve puntare sulla Difesa (in sinergia con la Nato), rivedendo iniziative e meccanismi decisionali. E se il confronto si sposta sul cyber-spazio…

Torna l'incubo del lockdown totale in Austria. Ecco cosa succederà in Italia

Mentre l’indice dei contagi continua a salire in Europa, le autorità italiane preparano un piano per cercare di contenere la diffusione del virus. Anticipazione del richiamo per alcune fasce d’età, riduzione della durata del green pass a nove mesi e, in caso di zone arancioni…

Magneti di terre rare in Europa? Con il sostegno di Bruxelles, si può

La compagnia canadese Neo Performance Materials (Npm) ha annunciato un accordo con il governo estone. L’obiettivo: espandere le attività industriali dell’azienda legate alla produzione di magneti nel suo sito in Estonia. Con il beneplacito della Commissione europea? Probabilmente sì. Si tratta di una filiera strategica…

Quirinale, quell'assist di Meloni a Berlusconi. Parla Urbani

Il co-fondatore e ideologo di Forza Italia: se Meloni voleva frenare la candidatura al Quirinale di Berlusconi, ha avuto l’effetto opposto. Un altro autogol, lei e Salvini sono infallibili sotto porta (la loro). Ora quell’ipotesi è diventata credibile: la strada è stretta ma il Cav ha le sue carte, e ci crede. Ecco gli ostacoli sul percorso

×

Iscriviti alla newsletter