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“Siamo pronti a tutto”. Luca Toccalini, 31 anni, segretario della Lega giovani, risponde da soldato, “la linea la dà Matteo Salvini”. Nessuna faida interna al Carroccio, assicura. Occhi puntati sulle vere sfide politiche, a iniziare dalla partita dal Quirinale.

Toccalini, sembra che ci siano due, tre leghe..

No, le assicuro che i media hanno dato una versione distorta.

Ci dica la sua.

Semplice: c’è stato un confronto aperto, disponibile all’interno del consiglio federale fra coordinatori regionali, vicesegretari, giovani. Abbiamo confermato la linea del segretario.

E quella di Giorgetti?

Non siamo una caserma. Siamo un grande movimento in cui è giusto che qualcuno la pensi diversamente. Poi decide il segretario.

Nel merito: è vero che la vostra svolta europeista è incompiuta?

Io non vedo una svolta, ma un percorso coerente. Bussare alle porte del Partito popolare europeo, ormai definitivamente schiacciato a sinistra e sempre più debole, sarebbe un controsenso. Bene invece l’idea di un grande gruppo europeo.

Il supergruppo sovranista con Le Pen&Co. Non rischiate anche lì il “cordone sanitario”?

Credo di no. Rispetto a Id (Identità e democrazia, il gruppo dei sovranisti, ndr), il gruppo che nascerà a breve sarà più forte a livello numerico e di contenuti. Non vogliamo coinvolgere solo chi è all’interno di Id o i conservatori.

Chi altro? Puntate anche ai popolari?

Ci sono movimenti che sono nel Ppe e hanno manifestato la volontà di uscirne. Penso ai serbi dell’Sns (Serbian progressive party), con cui abbiamo un dialogo aperto. O a Viktor Orban e Fidesz, che dal Ppe sono stati sospesi.

Poi c’è Giorgia Meloni, che è anche la leader dei conservatori. Non sembra proprio convinta del supergruppo…

Io spero invece che si convinca. Il gruppo comune è un’occasione unica per avere un’Italia che conta in Europa. A Bruxelles come a Roma il centrodestra deve remare insieme.

Ecco, torniamo a Roma. Fra un mese Salvini ha convocato una maxi-assemblea programmatica. A che serve?

A stendere un programma di governo per il 2023. E a farlo tutti insieme: sindaci, amministratori, parlamentari, eurodeputati. A un anno dalle elezioni, viviamo un momento di scelte politiche necessarie, che a volte rischiano di farci dimenticare le nostre storiche battaglie, soprattutto sul territorio. Questa è un’occasione per ricordarle.

Il Congresso quando si fa? È un po’ che viene rimandato…

Nessun rinvio, semplicemente non è stato convocato. Lo statuto prevede che si parta dal basso. Inizieremo a dicembre con le sezioni cittadine, poi sarà il turno di quelle provinciali e regionali, e solo alla fine del congresso federale. Ora dobbiamo concentrarci sulle priorità. Come le amministrative di maggio.

O il Quirinale. Anche voi tifate per il trasloco di Draghi?

Non è il momento di fare nomi, mancano tre mesi e c’è una legge di bilancio in mezzo, sul nome l’ultima parola spetta al segretario.

In ogni caso siete per blindare la legislatura?

Siamo pronti a tutto, se necessario anche a votare Draghi al Quirinale e andare al voto il giorno dopo, ma non dipende da noi. Pd e Cinque Stelle hanno i numeri per governare da soli…

Draghi, il Quirinale e il voto anticipato. Parla Toccalini (Lega)

Intervista al segretario della Lega giovani Luca Toccalini. Salvini vs Giorgetti? Non siamo una caserma, ma decide il segretario. In Europa avanti con il supergruppo, Ppe schiacciato a sinistra. Quirinale? Presto per fare nomi anche se Draghi…

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