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Martedì 15 febbraio Luigi Di Maio, ministro degli Esteri italiano, partirà per una missione a Kiev e Mosca. Intanto, secondo le ricostruzioni del Corriere della Sera e di Repubblica, l’Italia è pronta a dare il suo contributo se la Nato deciderà di irrobustire il dispositivo schierato a difesa del fianco Sud-Est dell’Europa con fino a 2.000 militari. In ogni caso, una nuova missione italiana per fare fronte alla crisi in Ucraina dovrà prima essere autorizzata dal Parlamento italiano.

Il ministro Di Maio ribadirà il pieno sostegno dell’Italia alla sovranità e integrità territoriale dell’Ucraina, in stretto coordinamento con i partner dell’Unione europea e alleati Nato, si legge in una nota della Farnesina. Al contempo, confermerà il convinto appoggio italiano a ogni sforzo negoziale, anche nel quadro degli Accordi di Minsk e del Formato Normandia, al fine di preservare la stabilità e giungere ad una composizione pacifica e duratura del confronto in corso.

LA LINEA ITALIANA

“Ferma postura di deterrenza, mantenendo aperto il dialogo con Mosca” ma anche “opportunità di sanzioni gravi” in caso di invasione dell’Ucraina, “pur continuando a sperare in un utile dialogo”. È la linea italiana portato da Mario Draghi, presidente del Consiglio, alla videoconferenza organizzata da Joe Biden, presidente degli Stati Uniti, per aggiornare gli alleati sulla situazione in Ucraina. Pochi minuti dopo quell’incontro Jake Sullivan, consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, si è presentato alla stampa dicendo: gli oltre 100.000 militari russi al confine potrebbero dare il via all’invasione dell’Ucraina “in qualsiasi momento”, anche prima della conclusione delle Olimpiadi invernali in corso a Pechino.

L’AUDIZIONE DI DI MAIO E GUERINI

Pochi giorni prima, in audizione davanti alle commissioni Esteri e Difesa congiunte, il ministro Di Maio e il collega Lorenzo Guerini della Difesa hanno spiegato spiegano la linea del governo italiano nella crisi ucraina: dialogo e deterrenza, doppio binario ma non doppio gioco.

LE MOSSE DELLA FARNESINA

Sabato 12 febbraio, “in considerazione dell’attuale situazione, in via precauzionale”, ha invitato “i connazionali a lasciare temporaneamente l’Ucraina con i mezzi commerciali disponibili”. Nel corso della riunione di coordinamento sulla situazione in Ucraina presieduta alla Farnesina dal ministro Di Maio, è stato anche deciso, d’intesa con le ambasciate dell’Unione europea presenti nel Paese, di far rientrare il personale non essenziale della nostra sede diplomatica a Kiev, che resterà in ogni caso pienamente operativa.

COORDINAMENTO G7

“La nostra priorità immediata è sostenere gli sforzi per ridurre l’escalation della situazione”, affermano in una nota i ministri delle Finanze del gruppo G7, minacciando sanzioni con impatto enorme sulla Russia in caso di invasione dell’Ucraina. Il G7 “è pronto a imporre collettivamente sanzioni economiche e finanziarie con conseguenze enormi e immediate sull’economia russa”, affermano i ministri di Stati Uniti, Canada, Giappone, Italia, Francia, Germania e Regno Unito. “Ogni ulteriore aggressione militare da parte della Russia contro l’Ucraina verrà accolta con una risposta rapida, coordinata e forte”, affermano.

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