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I negoziati tra il regime di Nicolas Maduro e l’opposizione del Venezuela cominciano a dare i primi frutti, almeno in ambito di fiducia. Ieri il segretario di Stato americano, Antony Blinken, ha invitato a guardare positivamente l’iniziativa di dialogo in Messico tra le parti in conflitto.

Ned Price, portavoce del capo della diplomazia statunitense, ha dichiarato che “Blinken e la vicepresidente (di Colombia) Marta Lucía Ramírez hanno parlato degli sforzi per sostenere il popolo venezuelano per ripristinare la democrazia”.

Tuttavia, una fonte diplomatica ha detto all’agenzia Afp che Ramírez non ha nascosto al segretario di Stato americano la sua sfiducia nel dialogo sul Venezuela. “Stati Uniti ha specificato che non bisogna illudersi – ha aggiunto la fonte -, ma si spera che il dialogo arrivi oltre”.

A Parigi, durante gli incontri dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse), Blinken ha discusso della crisi venezuelana anche con il ministro degli Affari esteri del governo spagnolo, José Manuel Albares.

Albares avrebbe condiviso l’apertura del rappresentante di Washington e ha sottolineato che il dialogo tra Maduro e l’opposizione è libero, “senza divieti da nessuna delle parti. Questo è un cambiamento importante. Inoltre, c’è più unità nell’opposizione in questo momento rispetto a prima. Questi sono elementi di speranza”, secondo la fonte.

I negoziati iniziati il 14 agosto in Messico, con la mediazione di Norvegia e Russia, proseguiranno a fine mese, dopo un iniziale ritiro della delegazione di Maduro.

La vicepresidente colombiana ha anche chiesto a Blinken che “gli applausi” sull’accoglienza di migranti venezuelani in Colombia si “traducano in solidarietà effettiva”. Secondo le Nazioni Unite, ci sono circa sei milioni di migranti e rifugiati venezuelani nel mondo, gran parte nei Paesi dell’America latina e i Caraibi. Solo la Colombia ha accolto 1,7 milioni.

Durante l’incontro, Blinken e Ramírez hanno accennato la possibilità di organizzare una riunione di alto livello sui migranti latinoamericani, coinvolgendo anche l’Unione europea e gli Stati Uniti.

Intanto, Maduro si porta avanti con l’organizzazione delle elezioni regioni del 21 novembre. Il Consiglio nazionale elettorale venezuelano ha annunciato una giornata di prova domenica 10 ottobre con 3000 funzionari che parteciperanno alla “simulazione” del voto.

Durante la giornata verranno testate le varie attività previste in occasione dell’apertura delle urne e “il corretto funzionamento di tutti gli elementi” che costituiscono il processo elettorale. Verranno anche provati i protocolli di altre entità cruciali: ministero dell’Educazione, Comando strategico operativo delle Forze armate, l’impresa elettrica statale Corpoelec, la compagnia telefonica Cantv e l’impresa di telecomunicazioni Movilnet.

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