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Sono un fake, non vere elezioni. Così Josep Borrell, Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, ha espresso la sua preoccupazione per il voto del 7 novembre in Nicaragua. Un processo elettorale che preoccupa il rappresentante europeo, molto di più della situazione in Venezuela.

Per Borrell, le elezioni di domenica non saranno legittime principalmente perché tutti i rivali politici del presidente Daniel Ortega sono in carcere. Da Lima, il capo della diplomazia dell’Ue ha dichiarato: “Il signor Ortega si è preoccupato di arrestare tutti i rivali politici che si sono presentati in queste elezioni. Non possiamo aspettare che questo processo dia un risultato da considerare legittimo, ma anzi, il vero contrario […] il voto cerca di mantenere al potere il dittatore Ortega”.

“La situazione in Nicaragua – ha aggiunto Borrell – è una delle più gravi in questo momento nel continente americano […] In Nicaragua ci sono elezioni che sono completamente fake”. Queste sue dichiarazioni sono il risultato della riunione dei ministri degli Esteri dei Paesi membri a Lussemburgo lo scorso 18 ottobre.

Anche la Commissione interamericana dei diritti umani ha denunciato la scorsa settimana le condizioni di repressione in cui si svolge il voto in Nicaragua, mentre il Senato degli Stati Uniti ha approvato lunedì una normativa per aumentare la pressione diplomatica sul regime di Ortega al potere in Nicaragua dal 2007.

E qual è la situazione nel Paese centroamericano? Secondo l’emittente americano Cnn, il Nicaragia celebrerà le elezioni presidenziali in un ambiente inquinato dalla crisi politica, nella quale Daniel Ortega cerca il suo quinto mandato elettorale, con i principali candidati dell’opposizione arrestati o inabilitati. Oltre al presidente della Repubblica, gli elettori dovranno scegliere anche 90 deputati all’Assemblea Nazionale e 20 deputati del Parlamento Centroamericano. I risultati preliminari saranno annunciati il 15 novembre e l’insediamento del nuovo presidente sarà il 10 gennaio 2022.

La Polizia Nazionale del Nicaragua ha informato che sono stati arrestati 39 politici di opposizione e attivisti, tra cui 7 pre-candidati alla presidenza, in modo da impedire la formalizzazione della candidatura. Tre di loro sono accusati ufficialmente del reato di “cospirazione contro la sovranità nazionale”. Molti degli altri sono stati detenuti per avere violato la legge 1055 approvata dall’Assemblea Nazionale nel 2020 per la “difesa dei diritti del popolo all’indipendenza, la sovranità e l’autodeterminazione per la pace”. Nella scheda elettorale ci sono solo Ortega e altri cinque candidati di partiti di destra, praticamente sconosciuti. Cristiana Chamorro, volto noto dell’opposizione, accusata di riciclaggio e gestione abusiva della Fondazione Violeta Barrios, è ai domiciliari.

Tiziano Breda, analista dell’Ong International Crisis Group, ha spiegato all’emittente Rfi che la polizia del Nicaragua cerca di frenare nuove proteste, simili a quelle del 2018. La situazione di oggi rispecchia “la paura della coppia presidenziale per qualsiasi episodio di dissidenza che possa svegliare lo spirito di protesta e di rifiuto della maggioranza, secondo i sondaggi […] L’intenzione del regime è fare il possibile per assicurarsi la rielezione. E questo include arrestare oppositori, cancellare partiti politici, accusare i media che dovevano seguire il processo e impiegare polizia e militari in nome dell’ordine pubblico”.

In questo, il regime di Ortega sembra essersi appoggiato all’alleato Vladimir Putin. Facebook e Instagram hanno detto di avere eliminato migliaia di profili, pagine e gruppi che partecipavano ad un’operazione di disinformazione a favore del presidente del Nicaragua. In totale sono stati eliminati 937 account, 140 pagine e 24 gruppi. La fabbrica di troll, che in passato era stata attribuita a Mosca, era usata in quest’occasione “per corrompere o manipolare il discorso pubblico”.

C’è anche da considerare l’effetto del Covid-19. Sulla crisi sanitaria, il direttore di emergenze dell’Organizzazione Panamericana della Salute, Ciro Ugarte, ha lamentato che non ci siano dati precisi sulla situazione della pandemia in Nicaragua. Secondo l’Università Johns Hopkins, fino ad oggi lo Stato nicaraguense ha riportato solo 15.737 contagi e 206 morti. E solo il 5,01% della popolazione è vaccinata.

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