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Israele e Turchia stanno negoziando i termini di una visita del presidente Isaac Herzog ad Ankara che potrebbe aver luogo nel prossimo futuro. Un meeting che diventerebbe estremamente importante per il futuro dei rapporti tra i due Paesi, attualmente congelati, e fondamentale per lo sviluppo delle relazioni nel Mediterraneo Allargato, dove entrambi muovono i propri interessi internazionali.

Le relazioni israelo-turche hanno attraversato una serie di crisi negli ultimi dieci anni, più recentemente nel 2018 quando gli Stati Uniti hanno spostato la loro ambasciata a Gerusalemme e la Turchia ha espulso l’ambasciatore israeliano da Ankara. Da quando il presidente statunitense, Joe Biden, ha assunto l’incarico, il turco Recep Tayyip Erdoğan ha inviato segnali di voler iniziare una nuova pagina nel rapporto. Ankara in questi ultimi mesi è stata protagonista anche di forme di distensione pragmatica con Emirati Arabi Uniti ed Egitto.

Erdogan ha usato una telefonata di congratulazioni dopo l’insediamento di Herzog lo scorso luglio per iniziare ad impegnarsi direttamente con Israele. Da allora hanno parlato al telefono tre volte, compresa una all’inizio di questo mese. Sarebbe uscito in una di queste conversazioni l’invito nella capitale turca. A Gerusalemme sarebbero in corso discussioni per decidere una risposta rapida dopo che il presidente turco ha reso pubblico l’invito.

In questi giorni il ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu, ha chiamato il suo omologo israeliano, Yair Lapid, per augurargli una rapida guarigione dal Covid. Questa è stata la prima telefonata tra i ministri degli Esteri israeliano e turco in 13 anni.

L’agenzia di intelligence israeliana Shin Bet ha sottolineato nelle discussioni interne sulla Turchia che qualsiasi processo di normalizzazione deve includere la limitazione dell’attività di Hamas in Turchia, secondo i funzionari israeliani.

Israele ha inviato messaggi nelle ultime settimane per rassicurare la Grecia e Cipro che il riavvicinamento con la loro rivale Turchia non sarebbe venuto a scapito delle partnership di Israele con loro. E intanto Ankara ha annunciato un accordo di carattere commerciale con Atene dopo una fase (durata almeno un paio d’anni) di confronto che ha sfiorato i toni militari nel Mediterraneo orientale.

Il progetto del gasdotto EastMed che doveva essere costruito nell’area è un caso esemplare: anche se Washington non è mai stata coinvolta in questo progetti che collega Israele, Cipro e Grecia, l’amministrazione Trump lo ha sostenuto. Ora l’amministrazione Biden ha detto a Tel Aviv e Atene che Washington cessa di sostenere questa infrastruttura che doveva contrastare la posizione di Ankara nel Mediterraneo orientale e rendere l’Europa meno dipendente dal gas russo

I funzionari israeliani vedono le mosse di Erdogan per riparare le relazioni con Israele come un mezzo per migliorare i suoi rapporti con l’amministrazione Biden prima delle elezioni in Turchia e in mezzo a una crescente crisi economica. Allo stesso modo si possono inquadrare le varie distensioni con Abu Dhabi, Cairo e Atene.

Intanto il presidente russo, Vladimir Putin, ha accolto l’invito di Erdogan a recarsi in Turchia per trovare una mediazione sull’Ucraina. Ankara cerca un ruolo in varie partite per acquisire centralità in ambiti di crisi e recuperare terreno perso agli occhi dell’amministrazione Biden come — interessato — broker internazionale. “Una psicologia di guerra nella regione ci sconvolge, come paese che ha legami con entrambe le parti”, ha spiegato il presidente Erdogan in una conferenza stampa ad Ankara “Il nostro desiderio è di riunire il più presto possibile il signor Putin e il signor [Volodymyr] Zelenskiy (il presidente ucraino, ndr)”. Il doppio invito non è scollegato: Israele teme che i dossier di suo interesse siano lasciati indietro dalla crisi tra Russia e Occidente, Erdogan vuole dimostrarsi come sponda e modello alternativo.

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