Skip to main content

Non corriamo verso conclusioni affrettate. Non c’è dubbio che gli attacchi di Donald Trump al presidente ucraino Volodymyr Zelensky “non rappresentano la nostra posizione”. Così come è altrettanto vero che tra Europa e Stati Uniti “i rapporti al momento sono complessi”. Ma “chiedere a Giorgia Meloni di scegliere tra Trump e l’Europa, come fa certa sinistra, significa sperare di rompere l’Alleanza atlantica, pur di attaccare la premier. Questo è un atteggiamento irresponsabile. Un orientamento opposto all’interesse del Paese”. Lo dice a Formiche.net la senatrice di Noi Moderati-Centro Popolare, Mariastella Gelmini. 

Quale deve essere secondo lei la linea del governo italiano alla luce della momentanea contrapposizione tra il Presidente Usa e l’omologo ucraino?

Quella che è sempre stata e che ha ribadito il presidente Giorgia Meloni: il sostegno all’Ucraina prosegue senza ambiguità. Per noi Putin si è macchiato di un’aggressione inaccettabile ai danni di un Paese sovrano. Le parole del presidente Trump rappresentano certamente una discontinuità rispetto alla passata presidenza nell’approccio all’Ucraina. Sono certa che Trump dovrà rivedere molte delle cose dette in queste ora su Putin e soprattutto su Zelensky. Gli attacchi al presidente ucraino da noi, chiaramente, non sono condivisi. Tuttavia, va riconosciuta una cosa.

Ovvero?

Prima dell’avvento di Trump alla Casa Bianca la guerra era arrivata a un punto di stagnazione. L’impasse diplomatica era evidente, perciò era impensabile anche solo un tentativo di giungere a un tavolo negoziale che, invece, ora è stato aperto benché sia ancora alle fasi preliminari.

Chi dovrà sedere al tavolo negoziale per la fine del conflitto, dopo i primi incontri a Riad tra Usa e Russia?

L’obiettivo deve essere quello di portare l’Ucraina a sedere a quel tavolo, così come l’Europa. Ma d’altra parte anche per ridiscutere le politiche sulle sanzioni credo che sia interesse di tutti che l’Ue sia tra gli interlocutori primari del negoziato.

Come vede, in prospettiva, il rapporto tra Usa ed Europa? 

Sia per l’Europa che per gli Stati Uniti una prospettiva della divisione è da evitare in tutti i modi. La forza dell’Occidente trova nell’alleanza tra il Vecchio continente e gli Usa il suo cardine principale. È un periodo complesso per i rapporti con gli alleati d’Oltreoceano ma la politica – a partire da quella italiana – deve lavorare per consolidarli e non per alimentare gli elementi di frattura. L’Europa deve rompere gli indugi e dare risposte a quesiti troppo a lungo elusi e che Mario Draghi ha, con grande chiarezza, portato alla luce: l’Ue deve porre mano finalmente a una vera unione politica.

In questo senso lei ritiene che l’Italia possa ritagliarsi il ruolo di Paese ponte fra l’Europa e gli Stati Uniti?

Senz’altro, considerata la difficoltà dei tanti governi europei anche e soprattutto in alcuni tra i Paesi fondatori, la forza del governo italiano è un elemento che ha fatto assumere al nostro paese uno spazio di manovra inedito. Il lavoro sarà orientato a rinsaldare il rapporto con gli Usa. Checché ne pensino la Schlein e le opposizioni, l’alleanza Atlantica è fondamentale per l’Europa e per l’Italia. Da lì passa l’interesse nazionale.

Oltre alla presentazione del libro di Maurizio Molinari (La nuova guerra contro le democrazie), l’evento di lunedì in Senato organizzato da lei e dalle colleghe Carfagna e Versace vedrà tra gli ospiti l’ambasciatore ucraino in Italia, Yaroslav Melnyk e Jonathan Peled, ambasciatore d’Israele. Quale contributo si aspetta?

Loro rappresentano le trincee, le prime linee. Nei due Paesi è già in atto la forte contrapposizione di cui parla Molinari nel suo libro tra autocrazie e democrazie liberali. È questo, in qualche modo, il filo rosso che lega il conflitto in Ucraina al conflitto in Medio Oriente. Da una parte, Hamas, Iran ed Hezbollah. Dall’altra, la federazione Russa. E la proiezione di una possibile connessione sempre più forte tra Iran, Cina e Russia rappresenta un problema serio in chiave anti-occidentale.

Chiedere di scegliere tra Usa e Ue è irresponsabile. Parla Gelmini

Chiedere a Giorgia Meloni di scegliere tra Trump e l’Europa, come fa certa sinistra, significa sperare di rompere l’Alleanza atlantica, pur di attaccare la premier. Questo è un atteggiamento irresponsabile. Un orientamento opposto all’interesse del Paese. Al tavolo del negoziato per la risoluzione del conflitto devono sedersi anche Ucraina e Ue. Conversazione con la senatrice di Centro Popolare, Maria Stella Gelmini

La Germania in forte crisi può permettersi uno stallo elettorale?

Prima ancora che leggere il programma del nuovo esecutivo, bisognerà attendere tempi non brevi per la sua formazione. La Cdu non intende allearsi con AfD, un proclama che si riverbera anche nei desiderata del numero uno del Ppe, Manfred Weber a caccia di un nuovo mandato nel prossimo congresso di Valencia e che spera anche in un sostegno da parte del governo italiano

Dopo Huawei e TikTok, è DeepSeek la nuova minaccia per la sicurezza nazionale Usa?

La comparsa sul mercato di DeepSeek, il large language model cinese disponibile in open source, ha spinto due parlamentari Usa a proporre una legge che lo bandisca per tutelare la sicurezza nazionale. L’analisi di Andrea Monti, docente di Cybersecurity, identità digitale e privacy all’Università di Roma-Sapienza

Tra economia e geopolitica, sfida storica per Berlino. Il punto di Loss

“Il prossimo governo tedesco dovrà affrontare sfide non dissimili da quelle dei primi anni della Repubblica di Bonn”, osserva Rafael Loss, Policy fellow del programma Defence, security and technology dell’Ecfr. Secondo l’esperto, i futuri leader tedeschi dovranno prendere decisioni di portata storica per garantire un’Ucraina sovrana e la sicurezza del continente contro future aggressioni russe, potenzialmente senza il supporto degli Stati Uniti

Italia-Emirati Arabi Uniti, una partnership strategica in evoluzione. Parla AlKetbi

Di Emanuele Rossi e Massimiliano Boccolini

“Italia ed Emirati sono due economie complementari e il rafforzamento della loro cooperazione può portare benefici significativi in molteplici settori, dalla sicurezza all’innovazione, dall’energia alla diplomazia”. Intervista a Ebtesam AlKetbi, presidente e fondatrice dell’Emirates Policy Center

Difesa, l’Italia può e deve giocare un ruolo in Europa. Parola di Volpi

Di Raffaele Volpi

L’Europa è un gigante economico, ma politicamente fragile e privo di una strategia autonoma. L’Italia, per posizione geografica e capacità industriale, ha il potenziale per essere un attore chiave nella costruzione di una politica estera e di difesa comune europea. L’analisi di Raffaele Volpi

Cavi sottomarini danneggiati nel Baltico. Accanto alla Nato adesso si muove anche l'Ue

Il cavo di telecomunicazioni C-Lion1, che collega la Finlandia alla Germania, è stato danneggiato per la terza volta in pochi mesi. Le autorità svedesi indagano per sospetto sabotaggio. E l’Europa annuncia provvedimenti

Allarme in Germania. La polizia ha condiviso troppo con la Cina?

Negli ultimi dieci anni, la Bundespolizei e le autorità di sicurezza cinesi hanno sviluppato una serie di scambi e progetti congiunti, toccando ambiti chiave come il controllo delle frontiere, la gestione della migrazione irregolare e il contrasto alla criminalità documentale. Durante eventi internazionali come l’Eurocampionato, osservatori cinesi sono stati invitati in Germania per un confronto metodologico, mentre incontri di alto livello hanno coinvolto anche la polizia di Hong Kong, nota per le sue pratiche repressive

Quinto giorno di cyber-attacchi russi. L’Acn pubblica il piano di difesa

La campagna di attacchi informatici di NoName057(16) continua. Leonardo, Banca d’Italia ed Edison tra i bersagli. L’Agenzia per la cybersicurezza nazionale pubblica un rapporto con strategie di difesa e misure di mitigazione per proteggere aziende e servizi essenziali

Malattia e dimissioni di Papa Francesco sono cose diverse. Giovagnoli spiega perché

Se il papa reagisce al trattamento sanitario – come sembra di capire – ne conseguirà la sua guarigione (che, ovviamente, in tanti speriamo di tutto cuore). E se guarisce – come appare sempre più probabile – perché dimettersi? Il commento di Agostino Giovagnoli

×

Iscriviti alla newsletter