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Due pesi e due misure. Il perché lo Stato si affanni tanto a trovare una ciambella di salvataggio per il Monte dei Paschi quando, sei anni fa, quattro banche popolari (Etruria, Carife, Carichieti e Banca Marche) sono state fatte saltare con un decreto scaricando le perdite sugli obbligazionisti (burden sharing), Corrado Sforza Fogliani se lo chiede ancora.

Raggiunto nel suo studio, il banchiere-avvocato di lungo corso, 26 anni ai vertici della Banca popolare di Piacenza di cui oggi è presidente onorario nonché attuale vertice di Assopopolari, ha ancora un po’ il dente avvelenato. E non solo sulle banche.

Questa estate non si è parlato d’altro che del salvataggio di Mps. Unicredit è sempre in pole position, ma non è detta l’ultima, anche perché c’è di mezzo il voto alle amministrative, anche a Siena. Lei che dice?

Dico che il Monte dei Paschi costa oggi più di tutte banche popolari che hanno dovuto essere salvate dai vari governi (oltre al dramma delle quattro banche, va ricordata l’operazione con Veneto Banca e Popolare di Vicenza, ndr). Nessuno ne parla di questo e non capisco perché. Forse è un terreno proibito, si parla di salvataggi come acqua fresca, senza sapere poi chi davvero si salva.

Però converrà che Mps da sola non può camminare. Lo dicono i numeri, ha bisogno di uno sposo…

Questo è evidente. Però scusi, mi faccia dire. Quando scoppiò il caso delle popolari l’allora governo fu spietato, anche nella sua rapidità, con dei provvedimenti non sempre necessari. Nel caso del Monte dei Paschi, assistiamo a un allungamento dei tempi assurdo, senza senso. E alla fine la sensazione è sempre quella, che i soldi dei contribuenti, visto che Mps è pubblica, vengono inghiottiti in un pozzo senza fondo.

Che ne pensa dello scorporo della parte buona da quella cattiva delle attività di Mps? Questo è il canovaccio dell’operazione pensata dal Tesoro…

Sul piano teorico sta in piedi, si può fare. Ma onestamente non so se ci siano gli elementi contabili per stabilire quale è la parte sana e quale quella malata. Voglio dire, se ci sono le condizioni per capire cosa effettivamente va ceduto a un’altra banca oppure no.

Alle Generali c’é aria di guerra dopo il patto Caltagirone-Del Vecchio che rischia per la prima volta in 60 anni di mettere in discussione l’egemonia di Mediobanca dentro il Leone. Come la vede?

Questo sarebbe un fatto storico, senza ombra di dubbio, di cui forse bisognerà prendere atto. Naturalmente, con tutte le conseguenze del caso, quelle meno buone e quelle invece più buone. Ma certamente, una svolta di portata storica, mi creda.

Le credo. La pandemia non ha fatto prigionieri e anche per le banche popolari sono tempi duri…

Il momento più critico è stato superato e ancora oggi, mi faccia dire, le banche popolari sono la categoria bancaria meglio patrimonializzata. E anche questo ce lo scordiamo un po’ troppo spesso.

Se le dico riforma del Catasto, lei che risponde?

Così: l’Unione europea preme, lo sappiamo, per una riforma e specie in un momento topico come questo in cui ci stanno dando parecchi soldi, non si può certo fare orecchie da mercante. Ma, allora, al Catasto va posto mano seriamente, da capo a coda. Gli aggiornamenti come li chiama qualcuno, dal Dopoguerra in poi, si sono sempre risolti in aumenti di imposte. Parlare di aggiornamenti non è proprio un bel segnale nel senso di quella fiducia di cui si ha oggi bisogno.

Allora il governo sta terrorizzando i proprietari di case…

Tutti i volte che si è ragionato sul Catasto sono aumentate le tasse. Sempre. Invece io dico, facciamo una riforma vera non una semplice correzione. Aumentare le tasse sulle seconde case mi pare un errore perché le seconde case sono state rifugio di tanta gente durante la pandemia e i lockdown, alleviando in un certo senso la piaga del Covid. Insomma, da un punto di vista sanitario le seconde case sono state utili. E allora perché mazzolarle?

Mps, il Catasto e la svolta storica di Mediobanca in Generali. Parla Sforza Fogliani

Intervista al banchiere di lungo corso e presidente di Assopopolari: Siena non sta sulle sue gambe ma il governo cincischia continuando a spendere i soldi dei contribuenti, mentre quando fallirono le quattro popolari la politica fu spietata. L’assalto al controllo di Mediobanca nelle Generali è una svolta di portata storica. Il Catasto? Basta con le correzioni degli estimi che portano solo più tasse, va riformato tutto

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