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È da qualche tempo che in Venezuela non circola normalmente la moneta locale, il Bolívar Soberano. Per colpa dell’iper-inflazione galoppante, era diventato molto più semplice pesare con una bilancia le banconote che contarle.

Dopo diverse conversioni della valuta, il governo socialista ha deciso di annullare – ancora una volta – diversi zeri per cercare di placcare l’inflazione, di circa 5500%, secondo fonti statali.

“Dal 1 ottobre del 2021 entrerà in vigore il Bolívar digitale, con una scala monetaria che elimina sei zeri alla moneta nazionale – ha spiegato in un comunicato la Banca Centrale del Venezuela -. Ovvero, qualsiasi importo monetario e tutto quello che è espresso in moneta nazionale si dovrà dividere per un milione”.

Già nel 2007 il governo aveva eliminato tre zeri al Bolívar, ribattezzandolo Bolívar Fuerte. Nel 2018, altri cinque zeri per il Bolívar Soberano.

IL VALORE DELLA MONETA

Comunque, il Bolívar (Soberano) ha ben poco valore in Venezuela. A inizio dell’anno, la Bbc informava che circa il 55% delle transazioni nel Paese sudamericano avvenivano in dollari. L’economia venezuelana si è rapidamente dollarizzata, con l’approvazione esplicita del regime di Nicolás Maduro (qui l’articolo di Formiche.net), che tanto demonizza gli Stati Uniti quanto abbraccia la loro moneta.

Questa volta il nome scelto per la nuova riconversione monetaria è Bolívar Digital. Secondo la banca venezuelana, la scelta non è casuale, bensì risponde alla strategia “per approfondire e sviluppare l’economia digitale in Venezuela”. Anche se il primo esperimento con una criptovaluta, il Petro, supportata dalle risorse energiche del Paese, non ha avuto un esito positivo (qui l’articolo di Formiche.net).

IL FALLIMENTO DEL PETRO

Il Petro però fa parte dell’economia in Venezuela perché viene usata in alcune transazioni internazionali, specialmente per l’acquisto di prodotti del Programma di Rifornimento di Alimenti del governo chiamato Clap.

Secondo l’agenzia Bloomberg, il governo di Maduro studia da tempo la possibilità di usare le criptomonete Bitcoin e Ethereum per pagare i fornitori della statale petrolifera Petroleos de Venezuela (Pdvsa), nell’impossibilità di fare transazioni con divise straniere. Ugualmente, vorrebbe usare queste monete digitali come “riserve internazionali” per aggirare in questo modo le sanzioni internazionali.

LO ZAMPINO DI MOSCA

Un’idea che non è propria ma arriverebbe dalla Russia. L’analista Victor Theoktisto ha spiegato al sito russo Sputnik che i venezuelani usano moltissimo nella quotidianità le criptomonete per aggirare le limitazioni imposte dagli Stati Uniti: “Tutte le criptomonete acquistano fiducia attraverso l’uso. Ci sono dettagli sul Petro che devono ancora essere analizzati e diffusi tra gli investitori. […] Dopo che l’uso del Petro nell’economia superi il 5%, e arrivi forse al 15%, diventerà una divisa di fiducia e stabile”.

Alcuni esperti sostengono l’escalation della crisi economica venezuelana – così come altre economie in difficoltà strutturale – non può essere fermata con misure tradizionali. Tuttavia, l’uso delle criptomonete è ancora molto vulnerabile e soggetta a irregolarità.

LA SOLUZIONE CUBANA

Anche Cuba guarda le valute digitali come un’opzione, probabilmente consigliata anche dalla Russia. Nel 2019, le autorità cubane hanno annunciato che stavano studiando la possibilità di usare le criptomonete per cercare di sostenere l’economia contro l’aumento delle sanzioni da parte del governo americano.

Alejandro Gil, ministro dell’Economia e della Pianificazione di Cuba, disse che si stava pianificando “l’applicazione della criptomoneta nei rapporti commerciali nazionali e internazionali […] Bisogna capire ancora come incorporare misure di questo tipo che ci permettano di andare avanti, di risolvere i problemi”.

IL PROGETTO TURCO

Infine, il ministero delle Finanze turco annunciò che è pronto il progetto di legge per creare una base legale per le criptomonete nel Paese. In questo modo, si spera che sia lo Stato turco a regolare il mercato della valuta digitale. In Turchia l’uso delle criptomonete si è moltiplicato 11 volte.

Il viceministro Şakir Ercan Gül ha dichiarato che il progetto di legge di criptomonete sarà presentato all’Assemblea nazionale turca all’inizio del prossimo anno legislativo, cioè, ad ottobre del 2021.

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