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In Italia 7000 oculisti ogni anno salvano la vista a un milione e 400 mila persone. Ma l’allarme che la Società oculistica italiana (SOI) sta lanciando – pur nel disinteresse, piuttosto imbarazzante, delle istituzioni – è che nel nostro Paese il numero delle persone non vedenti è destinato a raddoppiare nel 2030. Le cause sono molteplici, ma alla base di tutto esistono delle difficoltà operative e dei limiti normativi importanti che colpiscono gli specialisti del settore oftalmologico.

Gli elementi critici sono principalmente due. Da una parte lo scarto che esiste tra le nuove tecnologie chirurgiche – assolutamente potenti e innovative, capaci di intervenire efficacemente e in modo risolutivo nelle principali patologie della vista – e l’investimento pubblico, praticamente nullo, che viene fatto su queste risorse. Dall’altro lato il fatto che l’assistenza oculistica pubblica non riesce a garantire un regolare e tempestivo accesso alle cure, creando seri danni ai pazienti e implementando il carico di lavoro degli specialisti nonché il costo complessivo delle patologie (un dato di economia sanitario, tendenzialmente poco considerato).

“La pandemia poi ha creato dei danni notevolissimi ha affermato il presidente della SOI, Matteo Piovella –  soprattutto per una specialità come l’oculistica considerata di tipo elettivo, parola bellissima ma che di fatto conferma che siamo in coda rispetto a tutte le esigenze delle altre specialità.”
L’urgenza di intervenire adeguatamente in un ambito strategico come quello dell’oculistica sarà il tema principale del 100°Congresso Nazionale della SOI, che si svolgerà a Roma dal 24 al 27 novembre presso il Centro Congressi Rome Cavalieri Hilton e prevede, tra le altre cose, la trasmissione della chirurgia della cataratta, eseguita con le ultime tecnologie disponibili, in diretta dalle sale operatorie dell’ospedale Vito Fazzi di Lecce.

“Siamo particolarmente felici per l’opportunità che ci permette di mostrare i risultati di anni di impegno finalizzati a far crescere e conoscere l’Oculistica di Lecce”, ha commentato Antonio Mocellin, Vicepresidente Vicario della SOI.

Proprio il coinvolgimento di Antonio Mocellin è risultato essere l’elemento determinante per riattivare, dopo due anni di fermo, causato dalla pandemia, la live surgery SOI, che da 25 anni rappresenta l’evento più atteso dall’Oftalmologia Italiana e Internazionale.

Colmare lo scarto tra il potenziale tecnologico e chirurgico che oggi caratterizza l’oculistica, e la possibilità di una sua applicazione clinica molto più estesa di adesso, è la grande sfida della SOI.
Stando ai dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) 2,2 miliardi di persone nel mondo soffrono di patologie oculari. In Italia si stima che le malattie a rischio perdita della vista colpiscono 6 milioni di pazienti. I difetti della vista che necessitano la correzione con l’uso degli occhiali sono presenti in 40 milioni di italiani. 500mila persone sono affette da maculopatia, una malattia della retina che porta, se non curata, a non vedere più.

“La chirurgia della cataratta, la più frequente, si è evoluta: oggi dopo l’intervento è possibile guidare e leggere il giornale senza più dipendere dagli occhiali – dice Piovella- un grande risultato possibile solo al miglioramento delle cure degli ultimi 20 anni. Purtroppo, le tecniche e tecnologie avanzate sono adottate nell’1% dei 650.000 interventi di cataratta eseguiti ogni anno in Italia. Pochi e non significativi negli ospedali pubblici dipendenti dal SSN.”
Parliamo quindi di una vera emergenza politico-sanitaria, sulla quale, almeno a partire dal congresso, ci auguriamo si possa concentrare l’attenzione delle Istituzioni.

Al via il 100° Congresso SOI. La cataratta è un'emergenza politico-sanitaria

Formiche.net seguirà il 100°Congresso Nazionale della SOI, che si svolgerà a Roma dal 24 al 27 novembre presso il Centro Congressi Rome Cavalieri Hilton, con un appuntamento di live surgery sulla cataratta trasmessa dalle sale operatorie dell’ospedale Vito Fazzi di Lecce. L’allarme del presidente Piovella sulla chirurgia oculistica: “Non può essere considerata elettiva”

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