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I non-fungible tokens, conosciuti semplicemente come Nft, sono simili ai bitcoin ma con la differenza che rappresentano pezzi unici, impossibili da replicare e da scambiare. Difatti, gli Nft rappresentano token crittografici protetti da una blockchain che trasformano un’unità immateriale irripetibile. Ultimamente, sono spesso stati utilizzati nella vendita di opere d’arte, dato che rendono quella specifica opera eccezionale, speciale e di un valore inestimabile.

In molti credono che lo scambio e la vendita di opere protette da Nft sarà presto il nuovo futuro dell’arte, ma anche degli investimenti. I non-fungible tokens hanno recentemente dimostrato il loro potenziale nel mondo del business tramite la vendita, ad esempio, di un video di 50 secondi di Grimes a $388.938 e di un’opera (digitale) di Beeple a $69.346.250. Come ha riportato Startup Business, i “Nft sono la nuova dimostrazione dell’efficacia dei modelli decentralizzati, quelli appunto abilitati dalla tecnologia blockchain, modelli che non prevedono la presenza di intermediari o di enti che certificano il valore, l’originalità, l’unicità.” 

Tra i tanti investitori che credono nel potere di questi Nft, esiste anche Nft Europe – una startup nata in Italia dall’idea di alcuni giovani, tra cui Giovanni Piccolo, Francesco Monteleone e Alessandro Cariati. Lo scopo di Nft Europe è quella di creare una piattaforma online dove vendere e mettere all’asta opere digitali protette dai non-fungible tokens, e raccogliere capitale per ristrutturare opere in Italia e in Europa. Infatti, come ci ha sottolineato Giovanni Piccolo, “circa l’85% delle vendite online saranno devolute al restauro di opere, sia per richiamare al Made in Italy sia per, chissà, un domani, ristrutturare anche il Colosseo.”

La prima opera messa all’asta di Nft Europe è una fotografia di alcuni bambini africani in Togo che bevono da un pozzo costruito dall’organizzazione non-profit Manalive. Spiega il presidente di Manalive Gianmarco Oddo: “noi in Europa siamo la prima non-profit a mettere sul mercato una Nft senza scopo di lucro, infatti tutto il ricavato verrà investito nei nostri progetti. È questo il momento storico in cui gli enti del terzo settore hanno il dovere di innovarsi e di trovare nuovi canali sostenibili di finanziamento. Gli NFT rappresentano a tal proposito, potenzialmente, un ottimo strumento ma sicuramente non l’unico.”

Nft Europe ha scelto l’opera di Manalive perché, come ha dichiarato Piccolo “l’organizzazione rispecchia tutto quello che siamo noi di Nft Europe. Noi siamo nati per dare questo messaggio: aiutare si può, anche con gli Nft.”

Manalive, un’organizzazione non profit italiana fondata nel 2019 da alcuni giovani romani, che porta avanti molti progetti in Italia e all’estero è diventata anche la prima non profit ad investire in Nft.

Tra i progetti di Manalive, vi è la costruzione di una biblioteca multimediale per un orfanotrofio a Gymuri in Armenia e di un pozzo a Dkapo II in Togo. I volontari hanno inoltre portato avanti raccolte di vestiario e fondi per gli sfollati in Armenia a causa del conflitto in Nagorno Karabakh, donato giocattoli durante il periodo natalizio a circa 40 orfanotrofi e case famiglie sul territorio romano e all’estero, e durante questo periodo emergenziale hanno distribuito alimenti alle persone meno abbienti nel territorio locale. Attualmente, Manalive è impegnata nella costruzione di una chiesa in Liberia, alla quale verrà devoluta una parte del ricavato della vendita del Nft – mentre il restante andrà a sostenere altri progetti in corso in Italia, in Armenia e in Africa.

È dall’Italia quindi che sta partendo il settore degli Nft senza scopo di lucro, ed è italiana la prima organizzazione che investe in questo sistema. Tutto ciò che è arte può essere venduto tramite la blockchain Nft, anche il primo tweet di Jack Dorsey – fondatore di Twitter –venduto a $2.915.835. Ne sentiremo parlare sempre di più, dato che, ancora una volta, la blockchain è riuscita a portare il concetto dell’immateriale irripetibile al mondo.

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