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Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sta cercando di organizzare una riunione specifica sulla Libia in cui portare a votazione una risoluzione per intimare a tutte le forze straniere di lasciare il Paese — fornendo con questa un’importante assistenza politico-diplomatica al governo di Abdelhamid Dabaiba, incaricato due mesi fa dal processo di voto del Foro di dialogo onusiano di riunire il Paese e portarlo alle elezioni che l’Onu ha già fissato per dicembre. Un traghettamento che deve avvenire in un quadro di massima stabilizzazione, processo per il quale curare l’aspetto militare è imprescindibile.

Serve escludere le forze straniere (turche in Tripolitania; russe e non solo in Cirenaica); serve sciogliere le milizie locali; serve unificare queste ultime in Forze armate al servizio delle istituzionali. L’Egitto, che da quest’estate ha preso una linea dialogante (dopo aver avuto toni guerreschi sul lato della Cirenaica) e recentemente ha stretto accordi con Tripoli, si è proposto come mediatore. Il Cairo fa sapere attraverso al Arabiya che i propri sforzi si concentreranno sul convincere l’establishment militare a dialogare. Gli egiziani hanno molta influenza sul lato della Cirenaica, dove il signore della guerra Khalifa Haftar controlla una grande milizia, ma esiste la possibilità che qualche comandante ne scavalchi il potere (e per questo Haftar sta cercando di arroccarsi spingendo i suoi figli verso la leadership).

La questione militare ha un contraccolpo nell’attualità: il Consiglio presidenziale libico ha accolto l’invito del parlamento e sollecitato le unità armate del Sud a spostarsi per controllare il confine col Ciad — dove i ribelli gorane hanno ucciso il presidente. La questione dei ciadiani è complessa e con sovrapposizione sensibili: il Congresso tribale dei Tebu denuncia che Haftar sta dando supporto ai ribelli per conto degli Emirati Arabi. I link non sono confermabili, ma alcuni mercenari ciadiani hanno sostenuto le ambizioni haftariane pagati da Abu Dhabi secondo diverse denunce uscite negli ultimi anni.

Intanto dall’Onu, attraverso l’International Follow-up Committee, che assiste la Libia dopo l’avvio del nuovo governo, è arrivato l’invito al parlamento libico per fissare la base costituzionale e il quadro giuridico delle prossime elezioni entro il primo di luglio. In una dichiarazione pubblicata dalla missione delle Nazioni Unite in Libia (Unsmil), la commissione ha esortato il parlamento ad accelerare l’adozione del bilancio unificato e ha invitato il governo di unità nazionale a fornire servizi di base alla popolazione in tutta la Libia, compresa l’elettricità, per garantire il funzionamento continuo del settore petrolifero e la distribuzione trasparente ed equa delle risorse. Il comitato ha inoltre invitato il governo a compiere seri passi verso il disarmo, la smobilitazione e la reintegrazione dei gruppi armati.

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