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Un progetto a tre di intelligenza artificiale, da almeno 500 miliardi di dollari, per finanziare infrastrutture tecnologiche degli Stati Uniti. In una parola: Stargate. L’annuncio di Donald Trump non poteva essere che in pompa magna. Dalla Casa Bianca, con a fianco i direttori delle tre società coinvolte. Chiamati in causa sono tre colossi del settore, quali SoftBank (il cui ceo Masayoshi Son un mese fa aveva già promesso di immettere tra i 100 e i 200 miliardi di dollari nel mercato tehc a stelle e strisce), Oracle e OpenAI, ma un contributo economico arriverà dal fondo di investimento emiratino MGX e un ruolo di partner lo ricopriranno anche Nvidia, Microsoft, Arm. Dalla joint venture, che secondo il presidente americano dovrebbe creare oltre 100.000 posti di lavoro, verrà costruita “l’infrastruttura fisica e virtuale per supportare la prossima generazione di intelligenza artificiale”. Le tre aziende si concentreranno nella realizzazione di 20 data center, probabilmente da 5 gigawatt come aveva chiesto mesi fa OpenAI, di cui alcuni già in fase di costruzione in Texas, necessari per archiviare una quantità enorme di dati.

Oltre a voler dare concretezza alle parole dimostrando di voler vincere la sfida tecnologica con la Cina, dietro questo progetto ci sono due elementi anche piuttosto evidenti. Il primo riguarda la liquidità. Come sottolinea il Wall Street Journal, 500 miliardi di dollari – ma potrebbero essere anche di più a detta di Trump – sono una cifra monstre anche per i giganti della Silicon Valley, a testimonianza di come e quanto le Big Tech credono che il futuro statunitense si debba costruire intorno all’intelligenza artificiale. L’altro aspetto è la rinnovata fedeltà al leader. “Non avremmo potuto farcela senza di te”, ha affermato il ceo di OpenAI, Sam Altman, rivolgendosi a Trump.

Questo è un punto centrale, in cui finisce anche Elon Musk. Come ragiona in un thread su X Alessandro Aresu, consigliere scientifico di Limes e autore di diversi libri sull’IA, questa partita riguarda indirettamente anche il tycoon. Tutti pensavano che il suo rapporto con Trump finisse per rendere il presidente degli Stati Uniti un subordinato dell’uomo più ricco al mondo. Invece, come dimostra il progetto Stargate, Trump vuole che qualunque leader delle Big Tech bussino alla sua porta. Tutti sono importanti, nessuno è indispensabile. Non a caso, dopo essersi dichiarato favorevole all’acquisto di TikTok da parte di Musk, ha anche promosso Oracle per la stessa operazione.

Stargate ha inoltre riscritto le regole di ingaggio tra la startup e Microsoft. Dall’accordo sottoscritto nel 2019, la società di Redmond ha avuto il diritto esclusivo nella costruzione di una nuova infrastrutture informatica per OpenAI. Ora che quest’ultima è entrata a far parte della joint venture, pur mantenendo il diritto di offrire l’Application Programming Interface (API) ovvero il modo principale con cui vengono acquistati i servizi di OpenAI, Microsoft “ha approvato la sua capacità di costruire capacità aggiuntive, principalmente per la ricerca e la formazione di modelli”, si legge in un blog.

La joint venture viene lanciata un giorno dopo l’ordine esecutivo con cui Trump ha annullato i paletti messi da Joe Biden per rendere più sicura l’intelligenza artificiale. Un altro segnale chiaro di come il cambio di rotta è già partito.

Il futuro Usa fa rima con IA. Cos'è Stargate, la joint venture lanciata da Trump

Il presidente americano ha dato l’annuncio dalla Casa Bianca con a fianco i tre ceo delle aziende coinvolte: OpenAI, Softbank e Oracle. Un contributo arriverà anche dal fondo emiratino MGX, mentre Microsoft, Nvidia e Arm saranno partner. Con il progetto, Washington vuole vincere la partita tech con la Cina. Ma quello di Trump è anche un segnale a Musk: tutti sono importanti, nessuno è indispensabile

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