Skip to main content

Oltre alla dichiarazione di emergenza nazionale al confine meridionale, Donald Trump ha firmato una serie di executive order sull’immigrazione, tra cui la designazione dei cartelli della droga come organizzazioni terroristiche. “Il Messico probabilmente non è d’accordo, ma dobbiamo fare ciò che è giusto”, ha detto il presidente statunitense parlando con la stampa presente nello Studio Ovale poco dopo il suo insediamento. Questo provvedimento potrebbe sfociare nella conduzione di operazioni militari contro queste organizzazioni oltre il confine con il Messico e in America Latina.

Il decreto firmato da Trump menziona i cartelli della droga messicani e altri gruppi criminali latinoamericani come la banda venezuelana Tren de Aragua e quella salvadoregna MS-13, definendoli “una minaccia per la sicurezza del popolo americano, la sicurezza degli Stati Uniti e la stabilità dell’ordine internazionale nell’emisfero occidentale”. “I cartelli hanno intrapreso una campagna di violenza e terrore in tutto l’emisfero occidentale che non solo ha destabilizzato Paesi di grande importanza per i nostri interessi nazionali, ma ha anche inondato gli Stati Uniti di droghe letali, criminali violenti e bande spietate”, si legge nel decreto. Rispondendo alla domanda di un giornalista, Trump non ha escluso la possibilità di impiegare le forze speciali statunitensi contro queste organizzazioni oltre i confini degli Stati Uniti: “Non lo escludo. Cose più strane sono accadute in passato”, si è limitato a commentare il presidente.

Sul tavolo ci sarebbe anche l’ipotesi di attività sotto copertura della Central Intelligence Agency (Cia), per la cui direzione Trump ha indicato l’ex deputato John Ratcliffe. La designazione dei cartelli come “foreign terrorist organization” rappresenta un passo decisivo. È uno status che si applica a organizzazioni non americane che partecipano ad attività definite terroristiche dal dipartimento di Stato. Ma potrebbe essere soltanto l’inizio. Infatti, secondo il Washington Examiner, il presidente starebbe considerando il ricorso a un presidential finding, ovvero una direttiva (con alto livello di secretazione) che autorizzerebbe la Cia a condurre azioni “coperte” contro i cartelli. Tra gli obiettivi principali ci sarebbero organizzazioni come il Cartello Jalisco Nueva Generación, il Cartello di Sinaloa e il Cartello del Golfo.

E non è tutto. Questa misura potrebbe preludere anche a un coinvolgimento militare diretto degli Stati Uniti in Messico, come attacchi missilistici contro strutture dei cartelli o una presenza militare sul campo. Già a novembre erano emerse indiscrezioni secondo cui alcuni membri chiave dell’amministrazione Trump stavano considerando un’invasione militare del nord del Messico.

I cartelli della droga sono terroristi. Il senso della mossa di Trump

Il presidente ha designato i cartelli della droga come organizzazioni terroristiche, aprendo la strada a operazioni militari e azioni “coperte” oltre il confine con il Messico. Ecco le ipotesi sul tavolo

Così Roma può mediare tra Trump e l'Europa. La versione di Massolo

Secondo l’ambasciatore, il nuovo inquilino della Casa Bianca non si sgancerà completamente dal sistema internazionale, ma cambierà solamente le forme di approccio. Anche l’Europa deve prepararsi a tale cambiamento, e in questo Roma può giocare un ruolo cruciale

I "Mille" in Sicilia tra dramma e commedia. L'abbaglio raccontato da Ciccotti

Con «L’abbaglio» (2024), perfetto nella regia, curato nella fotografia e nei costumi, tratto da un racconto di Leonardo Sciascia, Roberto Andò racconta l’impresa dei Mille, da Quarto a Palermo, alternando sapientemente dramma e commedia. Un film dal finale a sorpresa

L’addio di Trump all’Oms. Chi riempirà il vuoto lasciato da Washington?

Trump saluta l’Oms, ridisegnando gli equilibri della sanità globale e lasciando un vuoto finanziario difficile da colmare. Sui vaccini gli esperti avvertono: “Ci troveremo in fondo alla fila”

Come uscire dalla violenza? Il fattore religioso secondo Tonelli e Mannion

La globalizzazione, necessaria ma in forme profondamente diverse da quelle che appiattiscono tutti, ha favorito il revivalismo tradizionalista. È qui che si impone una riflessione nuova: come costruire la comunità dei diversi, non le comunità dei nostalgici. E per riuscirci leggere questo volume è un passo importantissimo. Riccardo Cristiano sul volume “Exiting Violence. The role of religion”, curato da Debora Tonelli e Gerard Michael J. Mannion

Così Erdogan punta a mediare sul tavolo ucraino (con l'aiuto di Trump?)

Cosa può cambiare oggi rispetto, ad esempio, alla crisi del grano quando Erdogan provò a incunearsi nell’affare bellico e commerciale sia per favorire lo sblocco delle navi, sia per assumere una posizione di primo piano dinanzi alla comunità internazionale che osserva il conflitto? Tre elementi su tutti. Ecco quali

Export e made in Italy tra dati in crescita e la minaccia di nuovi dazi. La puntata di Radar su Formiche Tv

https://youtu.be/CVS0ZlW-cbA I dati positivi sull'export italiano e la minaccia di nuovi dazi al centro della nuova puntata di Radar. Ne parliamo con Bartolomeo Amidei (Membro Commissione Industria Senato, FdI), Daniele Manca (Capogruppo Commissione Bilancio, Senato PD), Stefano Mariotti (AD Manifatture Sigaro Toscano) e Giorgio dell'Orefice (Il Sole 24 Ore). Conduce: Gaia De Scalzi

Donald e Giorgia? Che feeling, l'Ue colga l'occasione. Parla Di Giuseppe

Conversazione con il deputato di FdI, eletto negli Usa, che ha partecipato alla cerimonia assieme alla delegazione italiana di Ecr, composta da Carlo Fidanza e Antonio Giordano, oltre alla presenza del presidente del Consiglio nella zona riservata agli ex presidenti. “Un posto d’onore”, specifica Di Giuseppe, “per chi conosce la grammatica della Casa Bianca”

L'America è il mondo. Il neo imperialismo globale di Trump secondo D'Anna

Insediamento suggellato da parole di esaltazione per il ruolo degli Stati Uniti: “La mia vita salvata per rendere l’America ancora grande. Il declino Usa è finito. Sarò pacificatore e fermerò tutte le guerre”, ha detto Trump. L’analisi di Gianfranco D’Anna

Dal "common sense" al peso della "legacy". Il discorso di Trump a raggi X

A ridosso della conclusione del discorso di insediamento del nuovo presidente Usa, ecco chi c’era e cosa si è detto all’evento co-organizzato da Formiche con il Centro Studi Americani

×

Iscriviti alla newsletter