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Nell’ambito delle priorità del Consiglio d’Europa rientra la realizzazione di una maggiore unità tra i suoi Stati membri, in particolare anche promuovendo l’adozione di regole comuni in materia giuridica che, in alcune materie, forniscano un quadro comune e di armonizzazione, seppur nel rispetto della diversità degli ordinamenti giuridici degli Stati membri.

In tale scenario, il Comitato dei ministri antiterrorismo del Consiglio d’Europa ha adottato un importante documento di armonizzazione che fornisce agli Stati membri linee guida destinate ad aiutare le autorità nazionali di law enforcement a prevenire e combattere con efficacia il terrorismo.

Si tratta dunque di misure e raccomandazioni rivolte principalmente alle autorità giudiziarie e di contrasto nazionali competenti, nonché agli organi legislativi nazionali.

Il documento preparato dal Comitato e poi adottato nella seduta dello scorso 31 marzo, si innesta nell’obiettivo di lotta al terrorismo, prioritario nelle agende globali, regionali e nazionali, configurandosi come un utile strumento preordinato a fornire spunti di riflessione, raccomandazioni e best practice per garantire che le sfide specificamente legate al terrorismo e alla criminalità organizzata transnazionale, nonché al loro potenziale collegamento o contaminazione, siano affrontate in modo appropriato e omnicomprensivo, tenendo conto, più specificamente:

  • dei fenomeni ormai invalsi di cooperazione opportunistica tra diverse forme di criminalità organizzata;
  • del potenziale reclutamento e radicalizzazione dei criminali di diritto comune da parte di organizzazioni terroristiche;
  • dell’adozione del modus operandi di un gruppo criminale da parte dell’altro;
  • del ruolo svolto dai sistemi penitenziari;
  • del finanziamento e dell’agevolazione di atti terroristici, in particolare attraverso il traffico di armi.

Il Comitato evidenzia come nella lotta al terrorismo globale sia imprescindibile un coordinamento a livello nazionale tra le agenzie di law enforcement, per l’efficace e tempestiva individuazione e neutralizzazione delle minacce terroristiche e della criminalità organizzata in generale.

In tale scenario, è fondamentale la collaborazione tra le autorità anche per l’info-sharing e l’attività di intelligence sui possibili collegamenti, organizzativamente strutturati o by opportunity, tra terrorismo e criminalità organizzata.

Il documento evidenzia infatti come il terrorismo e la criminalità organizzata transnazionale, tradizionalmente considerati come due minacce globali con obiettivi e interessi divergenti, siano recentemente risultati in convergenza operativa, attraverso forme di cooperazione e connivenza criminosa.

Per questa ragione gli Stati membri dovrebbero affrontare questo fenomeno ricorrendo a metodi operativi e strumenti giuridici che si sono già rivelati efficaci nel contrasto alla criminalità organizzata transnazionale, anche attraverso un’attività di adeguamento della normativa di diritto sostanziale.

Inoltre, viene raccomandato agli Stati membri di sviluppare e attuare strumenti investigativi e tecniche “specialistici” in grado di far fronte ai cambiamenti nella condotta criminale, in particolare per quanto riguarda i criminali che adottano tecnologie di nuova concezione e anche attraverso la valorizzazione della intelligence carceraria e finanziaria.

Proprio a tal proposito, viene raccomandata la diffusione, la promozione e l’uso del Manuale del Consiglio d’Europa per i servizi carcerari e di custodia cautelare in materia di radicalizzazione ed estremismo violento, relativo alle misure da adottare da parte dei servizi carcerari e di libertà vigilata al fine di prevenire fenomeni di radicalizzazione, ovvero per la gestione e il reinserimento di persone radicalizzate, compreso lo sviluppo, quando necessario, di programmi specifici.

Anche l’osservazione del cyberspazio è considerata essenziale nella lotta al terrorismo e alla criminalità organizzata transnazionale. A tal riguardo gli Stati membri vengono incoraggiati, se del caso, a sviluppare mezzi efficaci per contrastare l’uso di Internet a fini terroristici e altre forme di tecnologia dell’informazione e della comunicazione, compresi i più recenti progressi nell’intelligenza artificiale potenziando il coinvolgimento del settore privato, nell’ambito di opportune partnership, in particolare con banche, commercialisti e avvocati.

In questa direzione viene considerata una best practice virtuosa la progettazione, l’uso e l’aggiornamento di banche dati condivise sul terrorismo e sulla criminalità organizzata transnazionale, oltre alla costituzione di team multidisciplinari comprendenti individui con competenze, know-how e background diversi, da rafforzare con il coinvolgimento di fonti esterne come l’intelligence carceraria e finanziaria, le agenzie transfrontaliere, le organizzazioni non governative e il settore privato, soprattutto nel campo della ricerca.

E infatti, la ricerca è uno dei principali corollari del documento perché consente di evidenziare attraverso la costante attività di analisi strategica:

  1. l’evoluzione del terrorismo e della criminalità organizzata transnazionale;
  2. le strutture organizzative delle reti criminali e terroristiche, i contesti in cui si incontrano, i canali e le strategie di comunicazione, le strategie di reclutamento e di occupazione, le loro fonti e modalità di finanziamento;
  3. i collegamenti esistenti ed emergenti tra terrorismo e criminalità organizzata transnazionale e le modalità con cui emergono questi nuovi collegamenti, in particolare per quanto riguarda il traffico di armi e di droga;
  4. le tecniche e i mezzi di azione dei terroristi e dei gruppi criminali organizzati transnazionali;
  5. l’identificazione degli individui maggiormente vulnerabili della società, sia come autori che come vittime;
  6. lo sviluppo di risposte specifiche;
  7. l’identificazione dei gap.

Sul fronte del diritto penale sostanziale, viene raccomandato agli Stati membri di prendere in considerazione l’istituzione di sanzioni per i reati commessi da gruppi criminali organizzati e sui quali i gruppi terroristici fanno affidamento per finanziare o commettere un atto terroristico o altre attività terroristiche. Questi reati potrebbero includere, tra l’altro: traffico di armi; tratta di esseri umani; traffico di migranti; traffico di droga; traffico di risorse naturali; traffico di beni culturali; contrabbando ed estorsione; traffico di sostanze chimiche, biologiche, radiologiche e nucleari.

Ecco le linee guida Ue contro terrorismo e criminalità organizzata transnazionale

Di Davide Maniscalco

Il Comitato antiterrorismo del Consiglio d’Europa ha adottato un documento per armonizzare gli sforzi degli Stati nella prevenzione e nel contrasto del terrorismo

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