Skip to main content

Scrive il New York Times che il presidente democratico Joe Biden è intenzionato a intestarsi la più grande espansione della rete di protezione sociale americana dagli anni Sessanta. Nemmeno due ore dopo la conferma al Senato di una manovra infrastrutturale da mille miliardi di dollari – passata anche grazie al voto di 19 repubblicani – i democratici hanno fatto passare una risoluzione per la legge finanziaria da 3.500 miliardi, la maggior parte dei quali andrebbe in sanità pubblica, assistenza a infanti e anziani, educazione e misure di contrasto al cambiamento climatico.

Prese assieme, le due misure costituiscono il piano di ripresa da 4 mila miliardi immaginato da Biden a inizio presidenza. Infatti la stessa manovra infrastrutturale era decisamente più consistente prima del negoziato con i repubblicani. Quel risultato è stato accolto come una vittoria bipartisan, la dimostrazione del fatto che i due partiti possano ancora collaborare al netto dell’estrema polarizzazione del sistema politico americano e che Biden sia capace di lavorare anche con gli avversari. Motivo per cui gli esponenti del Grand Old Party si sono risentiti quando i dem, grazie alla loro risicatissima maggioranza, hanno fatto intendere di voler far passare la finanziaria di settembre a prescindere dalla loro opinione.

“Oggi gli americani hanno assistito al meglio e al peggio qui nel Senato degli Stati Uniti”, ha detto Lisa Murkowski, senatrice repubblicana tra le più moderate e collaborative dell’emiciclo. “Il meglio: il Senato ha appena approvato, su una forte base bipartisan, un pacchetto infrastrutturale storico. Il peggio: il Senato si è dedicato immediatamente a un disegno di legge totalmente partisan, una risoluzione di bilancio [le cui spese] si tradurranno in tasse più alte per gli americani.” Nessuno nel GOP condivide le spese proposte dai dem, definite una “lista della spesa socialista” dal leader della minoranza in Senato, Mitch McConnell.

In teoria i dem possono far passare la finanziaria senza l’apporto di nemmeno un repubblicano grazie a un processo noto come budget reconciliation – a patto, però, che tutti i parlamentari dem (più i loro due alleati indipendenti) non rompano i ranghi. C’è chi (come il moderato dem Joe Manchin) ha votato il piano preliminare ma si è detto preoccupato per l’inflazione. Biden stesso ha ammesso che “il lavoro è tutt’altro che finito”, ma crede di avere abbastanza voti per portare la strategia a termine.

D’accordo con il presidente, la leader democratica Nancy Pelosi ha già fatto sapere che firmerà entrambe le manovre o nessuna delle due. Una sorta di “ricatto” ai danni dei repubblicani, che in caso di rifiuto diventerebbero coloro che bloccano le misure infrastrutturali gradite anche ai loro elettori. A ogni modo Chuck Schumer, leader dem del Senato, ha difeso l’approccio bifronte – da una parte tendere la mano, dall’altra usarla per schiaffeggiare il rivale – dichiarando che sta “andando avanti alla massima velocità” e che “consegnerà risultati straordinari agli americani”.

L’intera vicenda è un duplice test per l’amministrazione Biden e la leadership democratica. Far passare i due disegni di legge metterà alla prova la capacità del presidente – che ha promesso di “risanare le ferite” nel sistema politico – di produrre risultati sinceramente bipartisan. Allo stesso tempo, l’intera operazione dipenderà dalla tenuta dei dem in Parlamento, dove il vantaggio sui repubblicani è pari a otto congresspeople alla Camera e zero al Senato (dove il voto di spareggio spetta alla vicepresidente Kamala Harris).

Sono già volate scintille tra i leader dem e le frange più radicali del partito, quelle che fanno riferimento alle iperprogressiste Alexandria Ocasio-Cortez e Ilhan Omar, sostenitrici della spinta green che caratterizza la proposta per la finanziaria. Scaramucce anche con i moderati come Manchin (che rappresenta il West Virginia, Stato a forte vocazione mineraria), meno entusiasti nel gonfiare così tanto i capitoli di spesa. Per quanto Biden si definisca un “ottimista congenito”, la manovra storica che ha in mente è tutt’altro che assicurata.

Più verde e meno bipartisan. La "tenaglia" di Biden fa incattivire i repubblicani

Veleni a Capitol Hill. Per realizzare il progetto presidenziale da 4 mila miliardi, i dem in Parlamento bypassano i colleghi repubblicani poco dopo aver inneggiato alla collaborazione per l’accordo sulle infrastrutture

Talebani verso Kabul. Le mosse (disperate?) per salvare l'Afghanistan

I riflettori internazionali sono puntati sull’Afghanistan, dove l’avanzata dei Talebani crea scombussolamenti di carattere regionale che i grandi player cercano di affrontare e sfruttare a proprio vantaggio

Così il Pentagono affronta il cambiamento climatico

Il cambiamento climatico è ormai al centro delle agende dei pianificatori militari, sia per gli effetti destabilizzanti a lungo termine, sia per la sicurezza stessa delle infrastrutture della Difesa. Il Pentagono è impegnato ad adattarsi ai nuovi scenari. Ecco come

Su Borsa Italiana les jeux sont fait. Pelanda spiega perché

Alle ennesime indiscrezioni su un repulisti a Piazza Affari per mano francese con polverone grillino d’ordinanza, sono seguite le rassicurazioni di Euronext su salvaguardia dell’asset e piano industriale italian friendly. Ma per l’economista Parigi punta a diventare la capitale finanziaria d’Europa. E l’Italia può fare ben poco

Pfizer e Moderna, quale vaccino è più efficace contro la variante Delta

Uno studio dell’istituto americano Mayo Clinic Health System, pubblicato dal sito specializzato MedRxiv, sostiene che il vaccino Pfizer-BioNTech è molto meno efficace rispetto al vaccino Moderna contro la variante Delta. I dati, le ipotesi e qualche ricerca in più…

Hitler, Stalin e Teddy Bear. Dentro alla casa della spia russa a Berlino

David Smith è l’uomo inglese arrestato a Berlino con l’accusa di spionaggio per Mosca, vendeva segreti agli 007 di Putin in cambio di cash. Da fuori un impiegato modello, ma il suo appartamento è un inno a “Mamma Mosca”. Dai libri su Stalin e Hitler ai romanzi di Le Carre, ecco la casa del più improbabile dei James Bond

Il fondo d'investimento che vuole fermare l'avanzata cinese nelle telco

Ue e Usa nicchiano, mentre la DSR continua a penetrare in Serbia e Bosnia. BC Partners già alcuni mesi fa aveva annunciato l’intenzione di sostituire tutti gli apparecchi Huawei, per allinearsi al nuovo governo Usa. Aveva inoltre provato a prendere l’Inter dal gruppo Suning, controllato ora da Alibaba (e dal governo di Xi)

Norland incontra Haftar. Italia e Usa non vogliono perdere contatti con Bengasi

Washington e Roma mantengono attivi i rapporti con Khalifa Haftar perché temono che l’uomo forte della Cirenaica possa isolarsi. L’obiettivo è creare un processo di stabilizzazione inclusivo e ampio, offrendo a Haftar l’occasione per riqualificarsi. Per ora da Bengasi la risposta è fredda

Houston, non abbiamo tute spaziali per la Luna. Ci penserà Musk?

L’obiettivo 2024 per il ritorno dell’uomo (e l’approdo della prima donna) sulla Luna si allontana sempre più. La Nasa certifica il nuovo ritardo per le tute che serviranno ad arrivare in superficie: non saranno pronte prima del 2025. Elon Musk corre in aiuto: “SpaceX ce la può fare”

Pechino prova a schivare la Lehman cinese facendo a pezzi Evergrande

Il governo centrale prova a disinnescare la mina che può dare origine a una crisi simile a quella del 2008, mettendo in vendita gli asset del colosso immobiliare insolvente per decine di miliardi e avviando un fallimento pilotato. Un film già visto, tre anni fa, con il gigante del real estate Anbang

×

Iscriviti alla newsletter