Skip to main content

Game over. L’avventura del Bitcoin in Cina potrebbe essere già ai titoli di coda e senza lieto fine. Non è certo un mistero il fatto che la criptovaluta più famosa del mondo, negli ultimi tempi legata a doppio filo agli umori di Elon Musk, patron di Tesla, non sia mai andata a genio al governo della Repubblica Popolare. Adesso però, dopo mesi settimane di minacce, avvertimenti, strette regolatorie, si passa a un altro livello, o meglio all’offensiva finale.

BITCOIN COLPITO AL CUORE

E così, nel giro di 48 ore il Dragone ha rifilato alla criptomoneta diventata moneta legale nello Stato di El Salvador ma messa ufficiosamente al bando dalla Banca centrale europea, un uno-due micidiale. Prima il diktat alle grandi banche cinesi, affinché blocchino qualunque transazione in criptomoneta. Poi, la messa fuori legge, stavolta sul serio, dei miners, gli estrattori di moneta il cui funzionamento comporta un dispendio di energia notevole, unito alla necessità di sistemi di raffreddamento adeguati, al punto di essere equiparato, su scala globale, all’intero fabbisogno argentino.

Partendo dal primo missile lanciato da Pechino, la banca centrale cinese, la Pboc, ha ordinato a diverse istituzioni finanziarie, compresa quella Alipay di Jack Ma già demolita in parte dalle stesse autorità dell’ex Celeste Impero, di identificare i conti attivati da loro che supportano il trading delle cripto e bloccarne tutte le transazioni. Tradotto, dalle banche del Dragone non passerà più un solo Bitcoin.

Più nel dettaglio, la Pboc ha esortato le istituzioni finanziarie del Dragone (anche le assicurazioni) ad avviare controlli approfonditi sui conti dei clienti per identificare coloro che sono coinvolti nelle transazioni di criptovaluta e bloccare prontamente i loro canali di pagamento. E questo perché “il commercio speculativo di valute virtuali sconvolge l’ordine economico e finanziario, genera i rischi di attività criminali come i trasferimenti illegali di beni e il riciclaggio di denaro sporco e mette in pericolo la ricchezza delle persone”, ha chiarito la banca centrale in una nota.

DALLA CINA AL TEXAS

Poi c’è la grande cacciata dei miners, operazione che più di tutti rischia di porre fine all’avventura cinese del Bitcoin e questo per un motivo molto semplice: tra il 65 e il 75% dell’estrazione mondiale di criptomoneta avviene in Cina. Almeno fino ad oggi, dal momento che molte “miniere” di Bitcoin nella provincia del Sichuan sono state chiuse già fin da domenica, dopo che le autorità locali hanno ordinato di fermare tutte le attività. Ma è solo il preludio, perché l’obiettivo finale del Dragone è bloccare circa il 90% della capacità estrattiva nel Paese.

Anche altre regioni hanno bandito il mining: lo Xinjiang e le provincie di Qinghai e Yunnan. Nella Mongolia interna, oltre al divieto, è stato chiesto alla popolazione di segnalare le attività di mining illecite.

Insomma, una guerra che oltre a causare il crollo verticale del valore di Bitcoin (-7% in poche ore, a 26 mila dollari) ha portato gli stessi operatori del settore a valutare la possibilità di trasferirsi all’estero insieme alle loro macchine, con destinazione Texas. L’esodo per la verità è già in atto e potrebbe trasformare lo stato americano nella nuova fabbrica mondiale di Bitcoin, dal momento che il Texas è molto appetibile agli occhi dei miners grazie ai costi dell’energia che offre, tra i più bassi al mondo.

Ora, c’è da chiedersi se con la fine dell’epopea cinese del Bitcoin, si vada incontro a una crisi globale della criptovaluta (oggi stesso, la società americana Microstrategy, come riportato da criptovaluta.it ha formalizzato l’acquisto di mezzo miliardo di Bitcoin, portando il suo portafoglio a un controvalore di 3 miliardi di dollari)

L’ORA DELLO YUAN DIGITALE

Per una moneta che viene estromessa però, ce ne è un’altra che viene lanciata. Oltre ad essere dettata dall’idea di porre fine alle speculazioni finanziarie innescate dalle criptovalute, la repressione della Cina ha chiaramente lo scopo di incentivare i propri cittadini a utilizzare lo yuan digitale. Visto e considerato che, grazie al fatto di essere già stata testata in progetti pilota su larga scala, la moneta virtuale ma con corso legale ed emessa dalla stessa Pboc, risulta decisamente in vantaggio rispetto ai suoi concorrenti: l’euro e il dollaro digitale.

La Cina spegne il Bitcoin e spiana la strada allo yuan digitale

In poche ore uno-due micidiale del Dragone alla moneta virtuale. Prima lo stop alle transazioni in criptomoneta imposto alle banche, poi l’annuncio che il 90% delle aziende estrattrici verrà chiusa, con conseguente esodo in Texas. Al netto del crollo del valore (-7%) ora la geografia globale del Bitcoin verrà ridisegnata

Cyber ma non solo. Il dibattito Pd con Guerini, Dassù, Gabrielli, Borghi e Letta

L’Italia ha bisogno una visione strategica sul modello britannico, spiega Marta Dassù (Aspenia) a un evento Pd sulla sicurezza. Aspetto richiamato anche dal sottosegretario Gabrielli palando dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale. “Serve condivisione delle minacce e un’agenda a livello europeo”, dice il ministro Guerini

Quanto sono sicuri i vaccini? Il gap tra informazione e machine learning

Di Alessandro Fontana

L’informazione offerta da alcuni mass social media è utile per stimare la probabilità di eventi relativi a fenomeni di cui non abbiamo esperienza diretta? Con l’ausilio del machine learning, Alessandro Fontana tenta di rispondere a questa domanda

Conte vs Grillo, chi è sovrano in casa Cinque Stelle? La bussola di Ocone

L’impressione è che, se anche l’accordo ci sarà, il matrimonio fra l’ex premier e il comico genovese sarà un matrimonio di interesse, senza quel feeling che anche in politica è necessario per dar vita a qualcosa di duraturo. È come se qualcosa si fosse rapidamente rotto fra i due protagonisti nel giro di pochi mesi, quasi che Grillo, come i contiani stessi hanno lasciato trapelare, non fosse più convinto della sua scelta. La rubrica di Corrado Ocone

Strada Sirte-Misurata. Test di stabilità per la Libia

Di Massimiliano Boccolini e Emanuele Rossi

La riunione del comitato militare, insieme all’Onu, non ha risolto il problema della fondamentale apertura della strada costiera. Mentre i contatti Est-Ovest continuano, una fonte da Sirte spiega le ragioni della situazione

La società civile per la sostenibilità. L'iniziativa di Prioritalia e ASviS

Dalla lettura ragionata dell’Enciclica papale, il contributo di Prioritalia con ASviS per l’evoluzione culturale necessaria a raggiungere gli obiettivi dell’Agenda Onu 2030. L’intervento di Filippo Salone, public affairs Fondazione Prioritalia e Coordinatore Gdl 16 ASviS

Politica estera ed economica. L’amb. Vento spiega il feeling Biden-Draghi

Sergio Vento, già ambasciatore italiano negli Stati Uniti e all’Onu, spiega le ragioni del rinnovato feeling tra Italia e Usa con Draghi e Biden. Il Mediterraneo allargato è la priorità, anche per la Nato. Russia e Cina? Meglio non legarle l’una all’altra

L’inflazione si rifà viva. Ora tocca alla Bce. Scrive Bagella

L’inflazione sta ritornando ad alzare la testa negli Stati Uniti e in Germania. In Italia è ancora sotto tono, ma aumentano gli inviti delle Autorità europee e della Banca d’Italia a prepararsi per fare fronte alle conseguenze. L’analisi di Michele Bagella

Export, difesa ed Emirati Arabi. La lettera del gen. Tricarico

Dopo lo stop all’export e lo scalo forzato per l’aereo di giornalisti al seguito del ministro Guerini, pare evidente che il rapporto con gli Emirati vive momenti particolarmente difficili. L’opinione del generale Leonardo Tricarico, presidente della Fondazione Icsa, già capo di Stato maggiore dell’Aeronautica militare

Sofagate, ma Juncker scagiona i turchi

Nel giorno dell’arrivo di Ursula von der Leyen a Roma, Giorgio Girelli, coordinatore Centro Studi Sociali “A. De Gasperi”, ripercorre tecnicamente quello che successe alla presidente della Commissione europea in Turchia

×

Iscriviti alla newsletter