Skip to main content

La pandemia di coronavirus e la sua morsa sui mercati globali hanno avuto un impatto anche sulla Belt and Road Initiative, punta di diamante della strategia di Xi, che ha chiuso il 2020 con una riduzione del 54% degli investimenti all’estero. Non solo dunque la compagine sportiva (come la proprietà cinese della squadra italiana dell’Inter) soffre gli effetti a cascata del Covid, ma al contempo la costante penetrazione cinese nei Balcani potrebbe far diventare la Serbia un hub-vax europeo per il Sinopharm, già in uso dagli Emirati Arabi Uniti.

BORSA CHIUSA?

Gli investimenti cinesi all’estero nei paesi della Bri sono stati di circa 47 miliardi di dollari nel 2020, la metà rispetto al 2019. Invece gli investimenti cinesi nei paesi non Bri sono diminuiti del 70% rispetto al 2019, raggiungendo circa 17 miliardi di dollari nel 2020. Il freno è stato pigiato praticamente in tutti i settori, eccezion fatta per la logistica, e le imprese statali sono rimaste i partner di finanziamento dominanti per gli investimenti. I dati sono contenuti nel “China Belt and Road Initiative (Bri) Investment Report 2020”, pubblicato dall’Iigf green belt and road initiative center dell’International institute of green finance (Iigf) presso la Central University of Finance and Economics (Cufe) di Pechino e dimostrano un rallentamento mai fatto registrare prima (dal 2013 ad oggi).

Per il 2021 gli investimenti cinesi legati alla Bri saranno in qualche misura corretti: meno denari ma mirati su specifiche aree come porti e infrastrutture di trasporto locale anche per andare incontro al Rcep (Regional comprehensive economic partnership) tra Asia- Nazioni del Pacifico.

La Bri resta sempre il cavallo di Troia che Pechino ha utilizzato e utilizzerà per orientare la penetrazione degli interessi commerciali delle aziende cinesi. Resta da capire in quale nuova misura rispetto alle azioni ultra invasive (nell’area euromediterranea e in quella balcanica) targate 2019 e soprattutto se legati alla diffusione del vaccino Sinopharm, utilizzato ad esempio dagli Emirati Arabi Uniti.

BRI & VAX

Fino a questo momento la Belt and Road Initiative ha avuto come obiettivo parallelo la creazione di una spinta centrifuga per le aziende cinesi nella catena del valore globale, rendendo agevole il loro inserimento nei nuovi mercati anche grazie ai copiosi finanziamenti delle banche statali. I casi di Serbia (dove già Mosca e Turchia sono particolarmente attive) e Montenegro, attenzionati dalla società di costruzioni statale China road and bridge corporation, lo dimostrano.

La Crbc ha recentemente accettato di progettare e costruire in Serbia dozzine di sistemi di trattamento delle acque reflue locali e al contempo di costruire sei discariche regionali nel paese. I contratti ammonteranno a 3,2 miliardi di euro. Denari e progetti che potrebbero aprire all’uso della Serbia come vax-hub in Europa per il Sinopharm. Inoltre la società cinese è attiva anche ad altre latitudini, come nel progetto Nairobi Expressway attraverso un modello di partenariato pubblico-privato (PPP) siglato lo scorso 25 febbraio.

Anche la Croazia beneficerà di un progetto infrastrutturale: si tratta del ponte di Peljesac da 550 milioni di euro che verrà completato tra un anno. Il progetto, cofinanziato dall’Unione Europea con 357 milioni di euro, vede la presenza di un consorzio cinese guidato ancora da China Road and Bridge Corporation (Crbc).

Resta solido il legame tra Pechino e Ankara. Pochi giorni fa in occasione del 50mo anniversario dell’istituzione delle relazioni diplomatiche tra Cina e Turchia, la Student sssociation of belt and road initiative (Sabri) della Tsinghua University ha celebrato l’evento intervistando il ceo del Turkey wealth fund (Twf) Sönmez. L’iniziativa Belt and Road, ha detto, “è un passo importante per guidare il mondo dall’unipolarismo al multipolarismo e non riguarda solo i progetti infrastrutturali; ma integra strettamente ciascuna delle iniziative strategiche della Cina con quelle di altri paesi del mondo”.

CALCIO

Rispetto al calcio la Cina ha deciso per un quasi addio. L’iniziale mega investimento nel pallone era dettato dalla scelta governativa di ospitare i mondiali nel 2034, ma dall’agosto scorso i piani sono cambiati: stop ai denari in uscita. Il Jiangsu Fc, squadra attualmente Campione di Cina di proprietà della famiglia Zhang, che possiede l’Inter, ha cessato le attività come da dettato del presidente Xi Jinping. Ovvero che tutti gli investimenti all’estero devono passare al vaglio del governo, che deve valutarne la convenienza.

Non solo Inter, la Cina negli ultimi anni ha scalato club di mezza Europa come Slavia Praga, Aston Villa, Sochaux, Southampton, West Bronwich. Per quanto riguarda il club del capoluogo milanese, che è di fatto l’investimento più oneroso e comunicativamente più delicato, la prima offerta del fondo inglese BC Partners da 750 milioni di euro è stato respinto dal gruppo Suning il mese scorso. In queste ore si apprende che ci sarebbe una nuova offerta migliorativa da 870 milioni più bonus.

twitter@FDepalo

Bri e Inter, il freno di Xi agli investimenti cinesi

La costante penetrazione cinese nei Balcani potrebbe far diventare la Serbia un hub-vax europeo per il Sinopharm, già in uso dagli Emirati Arabi Uniti

Brunetta e la Pa. Come riprendere il filo della matassa

Se il compito di tutti i ministri chiamati dal presidente Draghi è difficile, quello della riforma della pubblica amministrazione, che spetta al ministro Brunetta sembra il più complesso. Al fine di far decollare il Next generation Eu, infatti, ci vuole un’amministrazione adeguata: Bruxelles si aspetta che il nostro Pnrr abbia tra i suoi assi principali l’adeguamento della pubblica amministrazione

C’è un progetto transatlantico anche sulle terre rare. Tutti i dettagli

Accordo tra aziende canadesi, americane ed europee per creare una supply chain in Occidente e mitigare i rischi di un persistente dominio della Cina in una filiera industriale critica. Un segnale del business, ma non solo…

Recovery Plan, ora ci siamo. La spinta di Gentiloni, Draghi sente Merkel

La telefonata tra il premier italiano e la cancelliera tedesca rivela tutta la preoccupazione della classe politica europea per la riuscita del piano che vale 750 miliardi. Mentre Gentiloni tira la volata: se si rispettano le scadenze possibili i fondi già a giugno

Il Pentagono si attrezza per la sfida del secolo, l’Intelligenza artificiale

I quindici esperti indipendenti della “National security commission on Artificial intelligence” hanno presentato il report con i suggerimenti per un Pentagono pronto all’intelligenza artificiale entro il 2025. La corsa è sulla Cina, a colpi di tecnologie, etica e alleanze. Al cuore della struttura Usa c’è il Jaic, destinato a notevoli potenziamenti

La Cina potrebbe superare gli Usa su intelligenza artificiale, secondo il rapporto NSCAI. Il video

La Cina potrebbe superare gli Usa su intelligenza artificiale, secondo il rapporto NSCAI [embedyt] https://www.youtube.com/watch?v=7FgBSYVFos0[/embedyt] Milano, 2 mar. (askanews) - La Cina sta incalzando gli Stati uniti come superpotenza nello sviluppo dell'Intelligenza artificiale (AI) e nel prossimo decennio potrebbe anche superarli. Lo ha scritto nel suo rapporto finale la Commissione di sicurezza nazionale Usa sull'intelligenza artificiale (NSCAI), che ha concluso…

No way, Huawei. Un pezzo di Cdu sfida Merkel sul 5G

Tornano a farsi sentire i critici della proposta di legge del governo tedesco che prevede dure restrizioni ma non un veto contro Huawei nel 5G. Intanto la Francia inizia a smantellare le apparecchiature cinesi (anche 4G)

stato isalmico

Terrorismo e auto-addestramento online. Il nuovo fronte cyber per l’Europol

Di Stefano Dambruoso e Francesco Conti

A Bologna la prima sentenza in Italia per auto-addestramento con finalità di terrorismo. Mentre all’Europol, sempre più impegnato nell’arena cyber, arriva l’italiano Claudio Galzerano. L’analisi di Stefano Dambruoso, magistrato esperto di terrorismo internazionale, e Francesco Conti, master counter terrorism King’s College London

In Nigeria liberate le 279 studentesse rapite, stanno bene. Il video

In Nigeria liberate le 279 studentesse rapite, stanno bene [embedyt] https://www.youtube.com/watch?v=dPkdK6FThms[/embedyt] Milano, 2 mar. (askanews) - Buone notizie dalla Nigeria. Tutte le 279 studentesse rapite venerdì scorso dal loro collegio nello stato di Zamfara sono state liberate. Stanno bene e si trovano nei palazzi del governo nigeriano. "Sono felice di annunciare che le ragazze sono libere. Sono appena arrivate nel…

Infrastrutture, perché Recovery Plan e commissari non basteranno

Di Antonio Ortenzi

Se non troveremo il modo di porre le basi per una legislazione performante e moderna ci sono tutti gli ingredienti perché tutti i progetti infrastrutturali e le opere programmate (vecchie e nuove) si affossino nell’arco di pochi mesi o, ancor peggio, le risorse vengano sprecate. Il focus di Antonio Ortenzi, vice presidente esecutivo Osservatorio infrastrutture

×

Iscriviti alla newsletter