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Disorientati, transfughi, spaesati. Che cosa sta succedendo nella variegata galassia del Movimento 5 Stelle? Dare una risposta univoca sarebbe velleitario, tuttavia il nuovo corso che avrebbe dovuto imprimere la leadership affidata all’ex premier Giuseppe Conte, più che fidelizzare nuovi adepti sta lasciandosi alle spalle un po’ di malumori. I dissidi tra il nuovo direttorio Giuseppi-Crimi-Di Maio e Davide Casaleggio sono noti. Dopo carte bollate, dati sugli iscritti che faticano ad arrivare in casa del Movimento a beneficio di Rousseau, aule di tribunali e interviste incrociate, arrivano le perdite. Pochi giorni fa l’ex ministra Elisabetta Trenta ha affidato alla rete e alla tv il suo sfogo nel quale annunciava l’abbandono della nave in gran tempesta.

“Troppe retromarce – ha scritto – . Troppi personalismi: lascio con dolore ma senza il rimpianto di non averci provato fino all’ultimo”. E’ più fresca la fuga di Marcello De Vito, grillino doc, che ha però preferito tornare all’establishment, trovando la nuova collocazione nel partito dell'(ex?) acerrimo nemico politico di Beppe Grillo: Silvio Berlusconi. A darne annuncio sono stati Antonio Tajani e Maurizio Gasparri in conferenza stampa. Così, anche il presidente dell’assemblea capitolina ha guadagnato l’angolo, uscendo dal magma grillino. “Mi sono rivolto all’area politica che aveva sempre rappresentato le mie idee e la mia cultura prima di entrare nel M5S”, ha dichiarato De Vito. Si, avete capito bene: Forza Italia rappresentava le sue idee prima di aderire al Movimento.

Comunque, con le elezioni amministrative imminenti, questa mossa rischia davvero di scompaginare gli equilibri, rappresentando un’insidia per la sindaca uscente Virginia Raggi. Come se non bastasse, poi, nei mesi scorsi anche il deputato Emilio Carelli ha preso una strada alternativa spiegando che “il movimento ha perso la sua anima”. L’ex giornalista di Mediaset e Skytg24 ha deciso di fondare ‘La casa dei popolari’, in sintonia, aveva dichiarato, “con le istanze portate avanti dal Ppe”. Oggi annuncia di aver aderito al movimento centrista di Toti e Brugnaro: “E’ Coraggio Italia ora a rappresentare quei valori che mi avevano avvicinato ai 5 Stelle”, dice al Corriere.

Ma non è tutto. Non si può non ricordare ‘Alternativa c’è’: il gruppo dei grillini delusi, idealmente vicini all’ala più oltranzista rappresentata dall’ex dioscuro Alessandro Di Battista.

I tredici congiurati (tra cui Baroni, Cabras, Colletti, Corda, Giuliodori, Maniero, Paxia, Sapia, Spessotto, Testamento, Trano, e Vallascas), dal momento in cui il Movimento ha deciso di sposare la causa di Mario Draghi, hanno deciso di defilarsi e collocarsi, assieme a Giorgia Meloni, all’opposizione. Ma non avendo ancora formato dei gruppi parlamentari, hanno qualche difficoltà a pretendere poltrone importanti nelle commissioni, in Vigilanza Rai o nel Copasir, dove domani dovrebbe essere eletto presidente Adolfo Urso (FdI).

A proposito di centrodestra, anche nella Lega fra malumori, dissidi e scontenti non mancano gli addii. Più che altro a Bruxelles. Il gruppo del Carroccio ha perso tre pezzi significativi: nell’ottobre scorso Andrea Caroppo, transitato nel Ppe dopo un percorso incerto verso i Conservatori, smentito poi dai fatti. Vincenzo Sofo, che invece ha aderito ai Conservatori. E, nelle ultime ore, è stato il turno di Lucia Vuolo. Dopo la formalizzazione delle dimissioni dal gruppo del Carroccio, sono montate le voci di una possibile adesione al Ppe, con il beneplacito di Antonio Tajani. Ma ancora la notizia è da prendere con il beneficio della chiacchiera.

Dai grillini alla Lega, la panoramica dei transfughi. Tra Roma e Bruxelles

Malumori e dissidi: il Movimento 5 Stelle nonostante la leadership affidata a Giuseppe Conte sta perdendo qualche pezzo. L’ultimo abbandono è quello del presidente dell’assemblea Capitolina De Vito. Anche in casa Carroccio, le acque sono agitate al Parlamento Europeo

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