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Non c’è solo Roma, con Raggi, Calenda, Gualtieri e pure Bertolaso, che più si sfila e più viene richiamato in gioco. La partita delle amministrative si giocherà forte anche a Napoli. I nomi sono tanti e i partiti appaiono divisi. Mentre la candidatura di Roberto Fico si fa strada all’ombra del Vesuvio.

Il rinvio delle amministrative, da giugno a metà autunno causa Covid, ha risvegliato gli animi sopiti della politica partenopea. Il presidente della Camera per ora ha smentito e ha chiesto un progetto per la città. Ecco che i primi indugi sono stati rotti da Valeria Ciarambino, esponente della prima ora del Movimento 5 stelle in Campania e vicepresidente del Consiglio regionale: “Fico sarebbe il miglior sindaco per Napoli, per il radicamento sul territorio, per la sua conoscenza della città, per la sua esperienza politica”.

Gli ha fatto eco il sottosegretario pentastellato Carlo Sibilia. Un nome del genere non viene tirato per la giacchetta solo per sfizio. Infatti, Marco Sarracino, segretario del Partito democratico napoletano, non si è nascosto: “Fico è un’opportunità per la città. Lui è tra i pochi che ha le caratteristiche che in questo momento servono a Napoli”.

Un nuovo laboratorio politico si delinea all’orizzonte: Napoli rivivrà la stagione del Conte II? I 5 stelle hanno un forte richiamo in città e se a Roma l’ipotesi di coalizione è scongiurata da entrambe le parti, a Napoli il terreno è ancora fertile. In settimana, il neosegretario del Pd Enrico Letta ha incontrato il presidente della Camera. Una chiacchierata istituzionale, certo. Ma se a far peccato si è sempre in due, non è da escludersi che abbiano parlato anche di amministrative, alleanze e dintorni.

A far la voce grossa ci ha pensato il presidente della regione, Vincenzo De Luca. Ostile come sempre al mondo grillino, l’ex sindaco di Salerno sta provando a far saltare il banco in ogni modo: da una parte, ha mandato il suo vice Fulvio Bonavitacola ai tavoli dem per sfidare la linea dell’establishment cittadino; dall’altra, ha incoraggiato la candidatura dell’ex ministro e rettore dell’Università Federico II, Gaetano Manfredi – nome apprezzato anche da Italia Viva, che ancora sta cercando un suo Draghi napoletano.

Nel frattempo, le opzioni già in campo non mancano. De Magistris ha scelto la sua nuova sfida: si candiderà alla presidenza della Calabria, e a Napoli farà da sponsor per la corsa di Alessandra Clemente, assessore della sua giunta.

Sempre per la sinistra, ma fuori dalle costrizioni partitiche, si è lanciato Antonio Bassolino. L’ex sindaco di Napoli cercherà di riprendersi Palazzo San Giacomo, ma ad oggi l’entusiasmo per il suo ritorno è stato moderato. Guglielmo Epifani, che conosce bene Bassolino, dice di non capire la sua sfida: “È una bandiera del Mezzogiorno, ma non condivido le candidature fuori dai partiti”. Infine, sono state raccolte duemila firme per la candidatura a sindaco di Sergio D’Angelo, patron delle cooperative sociali Gesco.

Anche a destra le grane non mancano. Il nome giusto non è stato ancora tirato fuori dal cilindro. Il leader della Lega Matteo Salvini ha detto che ora si vuole occupare solo di vaccini, e non di elezioni. Ma nei giorni scorsi qualcosa si è mosso: “Il magistrato Catello Maresca – ha suggerito il leader del Carroccio – può essere il candidato ideale”. Fulvio Martusciello, eurodeputato napoletano di Forza Italia, ha frenato, pur apprezzando l’idea di una scelta civica senza loghi di partito. Il nome del pm non ha fatto impazzire nemmeno Giorgia Meloni, che a dire il vero un suo candidato a Napoli ce l’ha già: l’avvocato penalista, e figlio dell’ex governatore della Campania Antonio, Sergio Rastrelli.

Le amministrative sono sfide affascinanti. La politica nazionale tenta sempre dettare la linea, ma i radicamenti territoriali dei partiti sono diversi da città in città. Le corse di Milano e Roma saranno osservate speciali, ma guai a dimenticarsi il puzzle napoletano.

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