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Sono iniziate le elezioni legislative in Olanda, considerate un test della gestione della pandemia da parte del governo attuale.  Gli elettori dovranno scegliere i 150 deputati della Camera dei rappresentanti (Tweede Kamer), l’unico ramo parlamentare soggetto a voto popolare.

Inizialmente il voto era previsto per mercoledì, ma a causa delle restrizioni anti-Covid, le autorità hanno deciso di spalmare la consultazione su tre giorni, dal 15 al 17 marzo.  Ad aggiungere particolarità a questo processo elettorale c’è il fatto che da diversi mesi il governo in carica è dimissionario e la pandemia ha provocato molta tensione nel tessuto economico e sociale.

Tuttavia, sull’esito finale si prevedono poche sorprese. È molto probabile che il primo ministro liberal-conservatore Mark Rutte sarà riconfermato per un quarto mandato. I sondaggi danno come vincitore il suo Partito Popolare per la Libertà e la Democrazia (Vvd), con il 25% dei voti, seguito dal Partito per la Libertà (Pvv) del deputato Geert Wilders con il 13%.

Più indietro i due movimenti che appartengono alla coalizione uscente, alleati di Rutte: l’Appello cristiano democratico (Cda), con l’11% e Democratici 66 (D66) con il 10%. Calo significativo per i partiti di sinistra GroenLinks (Sinistra verde) (circa il 7%).

Con un eventuale conferma, Rutte sarebbe al potere per 15 anni (2010-2025). Ma serve la formazione di una nuova maggioranza, non semplice vista la frammentarietà dello spettro politico olandese e l’alto numero di partiti che arriveranno in Parlamento, a causa del sistema elettorale senza collegi. Il premier dovrà quindi scegliere nuovi partner per una nuova coalizione. Rischia di essere oscurato il Pvv di Wilders, i cui principali temi del programma elettorale sono stati messi in secondo piano dalla pandemia. Tra questi, l’anti-islamismo.

Marteen Van Aalderen, corrispondente in Italia del giornale olandese De Telegraaf, ha dichiarato all’agenzia Adnkronos che per la maggioranza degli olandesi, “Rutte è la persona che ha guidato il Paese in un periodo difficile nel miglior modo possibile […] Ci sono state molte contestazioni contro le misure di coprifuoco, ma questi gruppi rumorosi e violenti sono una minoranza. C’è un partito collocato a destra, il Forum per la democrazia di Thierry Baudet, che ha voluto cavalcare questa protesta e spera di raccogliere il consenso di questi contestatori, ma non prevedo una sua grande vittoria, anche se naturalmente dobbiamo aspettare l’esito del voto”.

Qual è il ruolo dell’Olanda nell’Unione europea? Dopo la Brexit, tutto è cambiato. E gli olandesi hanno perso un socio importante, con il quale condividevano non solo rapporti commerciali ma anche la stessa visione di politica estera all’interno dell’Unione.

Maria Demertzis, analista dell’Istituto Bruegel, ha spiegato a Euronews che gli olandesi sempre guardano verso il mondo anglosassone per il modo di gestire gli affari. Ma con l’uscita del Regno Unito se n’è andata una voce molto importante negli affari europei. Adesso il patto franco-tedesco è diventato il motore principale nell’Unione, e gli olandesi temono che gli altri paesi non siano ascoltati”.

Le tensioni tra l’Olanda e i partner europei hanno aumentato le voci di una possibile Nexit, cioè l’uscita dall’Olanda dall’Unione europea, anche se l’ipotesi è fortemente esagerata. Il problema sicuramente è che populisti e nazionalisti chiedono più voce in capitolo nella politica economica se i governi non gestiscono meglio i loro conti e la questione del debito pubblico.

“L’aumento del nazionalismo nei Paesi Bassi – sostiene Euronews – si percepisce come una conseguenza del grande scontento verso Bruxelles e le istituzioni. Ma bisogna vedere come si tradurrà e se questo provocherà una fuga degli elettori dai partiti tradizionali”.

Olanda

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