Skip to main content

“Navalny ha messo a nudo il punto debole di Vladimir Putin: non è vero che è un presidente-a-vita, un’alternativa c’è e si può scegliere”. Per Yuval Weber, Global Fellow del Wilson Center di Washington DC, esperto di Russia con un passato ad Harvard e all’Alta scuola di Economia di Mosca, l’onda d’urto dell’arresto di Alexej Navalny può davvero colpire le fondamenta del Cremlino.

Partiamo dalla chiamata di Joe Biden a Putin. Cosa dicono quei resoconti del clima?

Dimostrano quanto profonde siano le distanze. La scelta del comunicato americano di citare l’hackeraggio a SolarWinds, le taglie sui soldati americani in Afghanistan, l’interferenza elettorale alle presidenziali e Alexei Navalny è di grande rilevanza. Nella nota russa viene sottolineata la preoccupazione di negoziare con gli Stati Uniti su temi transnazionali come il Covid, il commercio, il trattato Open Skies e il Jcpoa. Poi il cruccio più grande.

Cioè?

Un potenziale summit dei membri permanenti del Consiglio di Sicurezza Onu. Mettere insieme Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Russia e Cina per creare un nuovo format diplomatico sarebbe un colpo per Putin, che infatti tenterà in tutti i modi di impedirlo.

Con Biden è cambiata la musica?

Joe Biden è il primo presidente americano dopo anni che è entrato nello Studio Ovale senza cercare di trovare l’approvazione di Mosca alla sua politica estera. Da Bush con la lotta al terrorismo fino a Obama con la non proliferazione e a Trump con il ritiro delle truppe dal Medio Oriente, è stata una continua ricerca di consenso. Biden ha preso decisioni repentine che non sono nell’interesse russo. Il rientro nell’accordo nucleare con l’Iran, negli accordi di Parigi sul clima, il rinnovo del trattato sui missili New Start. Navalny ha capito il tempismo e si è mosso con grande intelligenza.

Come?

È tornato in patria sapendo che lo avrebbero arrestato, con un tempismo perfetto. Sapeva che la nuova presidenza aveva tanti dossier in sospeso con la Russia. Ora sarà tenuta a fare i conti con la sua vicenda. I diritti umani sono tornati al centro.

Le proteste di piazza sono state imponenti eppure il Cremlino parla di pochi manifestanti.

Basta guardare i numeri degli arresti per tirare le somme. Nelle scorse manifestazioni, la polizia russa ha mantenuto una media di un arresto ogni 40 manifestanti. Questa volta i dati ufficiali parlano di 3500, potrebbero essere molti di più, dunque non è da escludere che siano scese in piazza quasi 200mila persone, in 120 città.

Navalny ha un futuro da leader politico?

Non è fatto per stare dietro una scrivania, ma naviga la politica russa da diversi anni. Non è affiliato ad alcun partito o ideologia. Lotta contro un’idea che pervade la politica russa: quella secondo cui senza Putin la Russia si troverebbe in una condizione molto peggiore. È il cuore della narrazione del presidente, che non a caso continua a richiamare il fantasma dell’instabilità politica ai tempi di Eltsin, della guerra civile e della morte di Ivan il Terribile. Navalny dice l’esatto opposto.

Cioè?

La politica non è mantenere una persona al potere perché le cose potrebbero andare peggio ma cercare di migliorare e cambiare ciò che non funziona. Forse non è un’idea così popolare in Russia ma è l’unica, vera alternativa a Putin, che infatti inizia a mostrare segnali di timore.

Dove si colloca politicamente Navalny?

Difficile da definire. Non è nazionalista ma neanche liberale o conservatore. Si colloca al centro, e ha trovato l’unica vera strategia per mettere alle corde Putin, il “voto smart”.

Sarebbe?

Lui e i suoi identificano di volta in volta i candidati più debole del partito di Putin Russia Unita nella regione, al comune, in Parlamento. Organizzano un “candidato d’opposizione” contro lo sfidante governativo, chiunque sia. Così sono riusciti a dare più di un dispiacere a Putin.

Il presidente dà segni di cedimento?

È ancora un leader forte, ha dalla sua l’intero governo, centinaia di migliaia di agenti di polizia, il Ministero degli Interni, l’intelligence, insomma tutte le forze fisiche organizzate nel Paese. Non cederà da un giorno all’altro.

Ma Navalny inizia a diventare un vero problema. O no?

Certo. Con risorse limitate Navalny è riuscito a mettere sull’attenti il Cremlino e a farlo sembrare ingenuo. Ha raccontato ai media internazionali un leader attaccato al potere e al denaro, devoto all’opulenza mentre il popolo russo soffre.

Ha funzionato?

Sì. Per anni Putin non ha mai pronunciato il nome di Navalny, lo chiamava “il blogger”. Questa è la prima volta, il Cremlino ha mobilitato la tv di Stato e tutti i canali filogovernativi. Il portavoce Dimitri Peskov e lo stesso Putin hanno perfino negato la veridicità del video di Navalny che riprende il suo presunto palazzo imperiale. Un enorme successo.

L’Ue minaccia sanzioni. Funzionano?

Lo Stato russo ha imparato a convivere con le sanzioni occidentali. Tutte le organizzazioni colpite, pubbliche o private, sono state già risarcite dallo Stato. Nessuno ne vuole altre, ma non sono le sanzioni a buttare giù un sistema di potere.

Cos’altro può fare?

L’unica cosa cui davvero tiene il governo russo è il gasdotto North Stream 2. È un progetto che darà un enorme impulso all’economia del Paese e a Mosca sono ben disposti ad ingoiare nuove sanzioni pur di salvarlo.

Così Navalny ha messo a nudo Putin. Parla Weber (Wilson Center)

Non è un vero politico e neanche un semplice attivista. Alexej Navalny, spiega Yuval Weber, fellow del Wilson Center di Washington DC, ha scoperchiato “un intero sistema di potere” e ora anche Putin teme. Biden? Con lui cambia la musica

Alta tensione. Così Biden difenderà la rete elettrica dalla Cina

Biden proteggerà la rete elettrica statunitense dalle manipolazioni che potrebbero arrivare dall’affidare i lavori ad aziende cinesi? Per ora ha abolito un executive order con cui Trump chiudeva la strada della grid Usa a Pechino. La misura dura 90 giorni, forse potrebbe essere sostituita, forse abolita del tutto. Gli Usa tra necessità e rischi

I Servizi come strumento di democrazia. A lezione da Carlo Mosca

“I servizi sono uno strumento fondamentale della democrazia”. Cosa ha detto Carlo Mosca, già prefetto e consigliere di Stato e vice direttore del Sisde dal 1994 al 1996, durante la sua lezione dal titolo “Democrazia e Sicurezza. Le Regole dell’Intelligence in Italia”, tenuta durante il master in Intelligence dell’Università della Calabria, diretto da Mario Caligiuri

Governo, al via le consultazioni. Zingaretti: "Proporremo Conte". Il video

Governo, al via le consultazioni. Zingaretti: "Proporremo Conte" [embedyt] https://www.youtube.com/watch?v=rcJsC-sdfOo[/embedyt] Roma, 27 gen. (askanews) - Nel giorno in cui sono iniziate le consultazioni al Quirinale, con i presidenti di Senato e Camera, Elisabetta Alberti Casellati e Roberto Fico, oltre al Movimento 5 Stelle anche il Pd si schiera per un Conte ter. Nicola Zingaretti ha detto apertamente che il partito…

Tecnodemocrazie contro tecnoregimi. La proposta di uno "scisma" tra Silicon Valley e Cina

Ormai la necessità di un decoupling tecnologico dalla Cina è ben chiara negli Usa, anche tra i dem. Così un documento firmato da 15 consulenti politici ed esperti di tech (tra cui vertici passati e attuali di Google) tiene banco a Washington: per affrontare la sfida dei tecnoregimi serve un’alleanza tra tecnodemocrazie (manca l’Italia, speriamo per una banale dimenticanza…). Tutti i dettagli

Energia, cosi Ue, Usa e Cina possono far rete

Tra i primi provvedimenti dell’amministrazione Biden un intervento sulla sicurezza della rete elettrica americana, poi un pacchetto per le politiche climatiche. Ci sono i margini per una cooperazione fra Usa, Ue e Cina? Quali sono i rischi maggiori? Analisi e scenari con i commenti di Corrado Clini e Arvea Marieni

Il video dell'irruzione a casa Navalny, perquisite case e studio

Il video dell'irruzione a casa Navalny, perquisite case e studio [embedyt] https://www.youtube.com/watch?v=ip0dPfhiDDU[/embedyt] Milano, 27 gen. (askanews) - "La porta è chiusa. Il mio avvocato arriva tra 15 minuti". Lo grida ad un gruppo di uomini a volto coperto che cerca di abbattere la sua porta di casa la moglie di Navalny Yulia moglie dell'oppositore di Putin, ora in carcere. A…

Con Renzi e Conte (a meno che...). Zingaretti svela la linea Pd

Il Pd lavora per un Conte-ter. Il segretario Zingaretti dà la linea alla direzione: si lavora per il reincarico al premier e niente veti sul ritorno di Matteo Renzi nella maggioranza. Ma fra le righe lascia la porta socchiusa a un piano B, “sarebbe insufficiente affidarsi a un nome”

Carlo Cottarelli

Italian gov't crisis: why knowing who Carlo Cottarelli is matters

Mr Cottarelli is among the most respected Italian economists. He came very close to becoming PM in 2018, and his name has been floated for that position ever since the beginning of the Italian government crisis. He rejects that idea, but… (meanwhile, read his profile and his take on the current situation)

Smart working e capitale umano. Le nuove frontiere del lavoro post-Covid

Le parole chiave del rapporto dell’Osservatorio Mercer sul mercato del lavoro sono sostenibilità e leadership della cura, ma anche sicurezza e sviluppo organizzativo per concludere con empatia e nuove competenze. La pandemia di Covid ha portato ad un ripensamento generale sulla vita lavorativa e non, da un punto di vista digitale e di innovazione tecnologica

×

Iscriviti alla newsletter