Skip to main content

“Riconoscere il genocidio significa ridare vita al milione e mezzo di armeni che non sono più tornati nella loro terra, conoscere chi siamo oggi e combattere l’indifferenza vuol dire fare in modo che i genocidi non accadano più”. Con queste parole l’attore e conduttore Paolo Kessisoglu spiega a Formiche.net l’iniziativa realizzata insieme all’amico esperto di relazioni istituzionali ed ex-ambasciatore armeno in Italia Sargis Ghazaryan per ricordare il genocidio armeno. Per ricordare e ricordando prevenire, ma anche per conoscere e riconoscersi.

Il corto dal titolo “Io sono armeno” ha visto la partecipazione di 40 armeni d’Italia. “Gli Armeni d’Italia partecipano alla vita sociale, politica ed economica del nostro Paese. Lo raccontano i protagonisti del video. Il 24 di aprile, il claim “io sono armeno” possono pronunciarlo tutti e noi speriamo che diventi virale”, ha aggiunto Kessisoglu.

 

Il 24 aprile è la data che coincide con l’inizio del Genocidio Armeno perpetrato dal governo dei “Giovani Turchi” nell’Impero Ottomano, che massacrò 1.500.000 persone ovvero il 70% della popolazione armena di allora. Un un giorno di lutto per gli 11 milioni di armeni in Armenia e nella Diaspora sparsa in tutto il mondo.

Riconosciuto e commemorato dall’Onu, dal Parlamento Europeo da più di 30 Paesi nel mondo e dal 2015 dal Vaticano, nella persona di Papa Bergoglio. Tuttavia, a 106 anni dal 24 Aprile 1915 la Turchia di Erdogan continua a negarlo.

Protagonisti del video, oltre a Kessisoglu, sportivi come il calciatore della Roma Henrikh Mkhitaryan, la scrittrice Premio Campiello Antonia Arslan, l’Ambasciatore Laura Mirachian, l’attrice Laura Efrikian, l’Accademico dei Lincei Ermanno Arslan, i campioni del mondo di Kickboxing Giorgio e Armen Petrossian, l’attrice Marine Galstyan, uno dei vincitori della Biennale di Venezia 2015 Mikayel Ohanjanyan, il Presidente della Confindustria di Como Aram Manoukian, architetti, compositori, scrittori, avvocati, imprenditori, magistrati, medici in prima linea, ristoratori, studenti, ricercatori e tanti altri.

 

#IoSonoArmeno. Paolo Kessisoglu presenta il cortometraggio per il 24 aprile

Quest’anno, per il 24 aprile l’attore e conduttore Paolo Kessisoglu insieme all’amico esperto di relazioni istituzionali ed ex-ambasciatore armeno in Italia Sargis Ghazaryan hanno raccolto i volti e le voci di 40 armeni d’Italia in un corto dal titolo “IO SONO ARMENO”. Kessisoglu a Formiche.net: “Il claim ‘io sono armeno’ possono pronunciarlo tutti e noi speriamo che diventi virale”

Intelligenza artificiale, perché gli Usa plaudono l’Ue. Parla Rashish (Johns Hopkins)

Peter Rashish, direttore del Geoeconomics Program dell’American Institute for Contemporary German Studies della Johns Hopkins University, spiega perché l’intelligenza artificiale sembra oggi uno dei temi su cui Usa e Ue (con il Giappone) possono sfidare l’approccio cinese alla tecnologia basato sul controllo dello Stato

Uiguri, se il silenzio è il vero genocidio. Scrive Harth

Di fronte alle storie strazianti di migliaia di uiguri, piccoli, grandi, anziani, rinchiusi nei campi di “rieducazione”, censurati, torturati, una sola cosa non si può fare: restare in silenzio. Londra ha avuto il coraggio di alzare la voce. Roma risponderà? Il commento di Laura Harth

Il gas russo non passerà (forse). Così la Germania ripensa il Nord Stream 2

Dopo il pressing Usa, il Bundestag pensa a un piano B per il Nord Stream 2. Cdu per la moratoria, Spd per un funzionamento subordinato alla situazione politica in Russia

Navalny come l'Isis? Così Mosca cala il sipario

La procura di Mosca chiede se ci sono le condizioni per dichiarare l’Fbk, il fondo anti corruzione di Alexei Navalny, un’organizzazione estremista, alla stregua dei neonazisti o dell’Isis. Così il Cremlino stringe la cinghia intorno all’oppositore, mentre le proteste di piazza proseguono. L’analisi di Giovanni Savino, senior lecturer presso l’Istituto di scienze sociali dell’Accademia presidenziale russa dell’economia pubblica e del servizio pubblico a Mosca

Il virus ha colpito i giornalisti italiani (e l'Ue). Razzante su Big Tech, informazione e politica

Censurare Trump è sbagliato: le piattaforme devono controllare la disinformazione ma non orientare il dibattito politico. La ricetta per un uso corretto dei social? L’autodisciplina degli utenti, attraverso ordini professionali e codici deontologici. I media italiani, preziosi durante la prima ondata, negli ultimi mesi non hanno dato una grande prova di giornalismo. Conversazione con Ruben Razzante

Francesco difende i libanesi e il Mediterraneo (e riceve Hariri)

Ricevendo Hariri il papa ha sostenuto non tanto lui, quanto quella linea che oggi incarna il patriarca Beshara Rai: governo di tecnici capaci di salvare il Paese dall’abisso nel quale già si trova, conferenza internazionale, neutralità del Libano nei conflitti sanguinosi e sanguinari che avviluppano il mondo arabo

Dossier Iran, così proseguono i colloqui tra Usa e Israele

Tensione tra Usa e Israele sul dossier Iran. Tel Aviv sa che Washington ha intenzione di arrivare a una quadra sul nucleare con Teheran, e affronta la situazione con pragmatismo difendendo il proprio interesse nazionale

Pnrr, cosa fan gli altri? Esempi e (possibili) soluzioni

Interessante vedere “cosa fan gli altri” in materia di governance nel Pnrr, tema che è stato oggetto di acceso dibattito politico in Italia. Ecco cosa dice al riguardo un lavoro svolto dall’Istituto di ricerche sulla Pubblica amministrazione (Irpa), che non esamina gli aspetti economici ma quelli appunto organizzativi

Se la cyber-security è uno sport di squadra, serve un campione nazionale

Di Marco Braccioli

La cyber-security è uno sport di squadra che necessita di collaborazione e interdipendenza, interna ed estera, mentre la missione dell’Intelligence è salvaguardare strettamente e in prima battuta gli interessi nazionali. Forse, è arrivato il momento che il Dipartimento che è stato il cuore della cyber-security italiana faccia ora crescere la pianta da sola. Leonardo invece dovrebbe essere il regista naturale. L’analisi di Marco Braccioli, co-direttore Cybersec della Fondazione Icsa

×

Iscriviti alla newsletter