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Choe Son Hui, ministra degli Esteri nordcoreana, è partita ieri per la Russia per una visita ufficiale. In agenda, una potenziale visita del leader nordcoreano Kim Jong Un a Mosca, nel quadro di legami militari sempre più stretti tra i due Paesi suggellati dal trattato di partenariato firmato con il presidente russo Vladimir Putin a giugno, che include una clausola di difesa reciproca. La notizia è arrivata dopo che la Nato ha confermato lunedì che le truppe nordcoreane sono state schierate nella regione di Kursk, sul fronte occidentale della Russia. La mossa potrebbe essere finalizzata a supportare le forze russe nel prossimo futuro.

Le valutazioni americane

Secondo il Pentagono, la Corea del Nord ha inviato in Russia circa 10.000 uomini, destinati ad addestrarsi e a combattere in Ucraina “nelle prossime settimane”. “Siamo sempre più preoccupati dalla prospettiva che la Russia intenda usare questi soldati in operazioni di combattimento o per sostenere le operazioni contro le forze ucraine nella regione russa di Kursk”, ha spiegato Sabrina Singh, portavoce del dipartimento della Difesa degli Stati Uniti. In precedenza, il segretario Lloyd Austin aveva invitato la Russia a non utilizzare i militari nordcoreani, che verrebbero altrimenti considerati belligeranti e dunque obiettivi legittimi. Tale sviluppo, aveva sottolineato ancora, avrebbe serie implicazioni sulla sicurezza dell’Indo-Pacifico.

L’incontro alla Nato

Ieri al quartier generale della Nato a Bruxelles sono stati accolti alti rappresentanti dell’agenzia Gukjeongwon, il servizio d’intelligence sudcoreano, e del ministro della Difesa nazionale per uno scambio informativo sulla situazione in Ucraina. Dopo l’incontro, Mark Rutte, segretario generale della Nato, ha spiegato che il dispiegamento di truppe nordcoreane in Ucraina rappresenta “una significativa escalation nel coinvolgimento” della Corea del Nord nell’invasione russa, “l’ennesima violazione delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite” e “una pericolosa espansione della guerra russa”.

La missione a Kyiv

In settimana, una delegazione sudcoreana sarà in Ucraina per incontri con responsabili di intelligence e difesa. L’obiettivo della missione, ha spiegato il presidente sudcoreano Yoon Suk Yeol, è condividere informazioni sul dispiegamento di truppe nordcoreane in Russia e parlare di “misure di cooperazione”. “Spero che sotto la guida di Rutte, la Nato raddoppi gli sforzi per monitorare e bloccare gli scambi illegali tra Russia e Corea del Nord”, ha detto Yoon mentre, per la prima volta, Seul pensa di inviare armi a Kyiv.

Il dibattito a Seul

L’ipotesi dell’invio di osservatori e specialisti militari sudcoreani in Ucraina ha alimentato il dibattito a Seul. Esponenti dell’opposizione e avversari del governo conservatore hanno accusato l’amministrazione presidenziale di sfruttare il conflitto in Ucraina e le tensioni con Pyongyang per sviare l’attenzione pubblica dalle difficoltà interne. Anche per questo, il governo ha inviato l’agenzia Gukjeongwon a riferire in parlamento condividendo le informazioni durante un’audizione a porte chiuse della commissione per l’intelligence. “Con l’acquisto di componenti avanzati e la cooperazione tecnologica dalla Russia, la Corea del Nord sembra pronta a lanciare un satellite di ricognizione militare, dopo il fallito tentativo di maggio”, hanno spiegato i funzionari parlando della possibilità che il settimo test nucleare avvenga “dopo le elezioni presidenziali statunitensi”.

L’interconnessione tra Euro-Atlantico e Indo-Pacifico

Come ha spiegato anche il capo del Pentagono, la presenza di truppe nordcoreane in Ucraina, ovvero in Europa, Austin, avrebbe “serie implicazioni” anche per la sicurezza dell’Indo-Pacifico. “La cooperazione militare illegale tra Russia e Corea del Nord rappresenta una minaccia significativa per la sicurezza della comunità internazionale e una questione seria che potrebbe potenzialmente danneggiare la nostra sicurezza”, ha affermato il presidente Yoon in una riunione del Consiglio dei ministri. “Dobbiamo esaminare attentamente tutte le possibilità e preparare contromisure”, ha aggiunto. Euro-Atlantico e Indo-Pacifico sono sempre più connessi, come dimostra anche il fatto che da alcuni anni la Nato discute l’apertura di un ufficio a Tokyo. E chissà che questo sviluppo in Ucraina non porti a riflettere sull’opportunità di un ufficio a Seul.

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