Skip to main content

Non è Lehman Brothers, non ancora almeno. Però i sintomi sono quelli, qualche migliaia di chilometri più a est. La Cina potrebbe presto fare i conti con una finanza, pubblica o privata che sia, prossima all’esaurimento nervoso. Una malattia contagiosa, capace di affossare la più robusta e tonica economia. Il caso Lehman Brothers, anno di grazia 2008, insegna.

Che banche, imprese e autorità locali cinesi siano fortemente indebitati non è certo notizia di oggi. Così come non lo è il progressivo smottamento della via della Seta cinese in Africa (ma non solo) a causa di prestiti il cui rientro è complicato. Però adesso dalle parti della Banca centrale cinese, la Banca popolare, qualcuno comincia a preoccuparsi. C’è troppo debito nell’economia cinese, troppo deficit e troppa incertezza. Il rischio è che si possa sfociare in una crisi del debito, con tutte le conseguenze del caso.

Altrimenti non si spiegherebbe l’agitazione di Zou Lan, capo del dipartimento mercati finanziari della Banca popolare cinese. Il fatto è che i rischi finanziari che il Paese ha accumulato nel corso degli anni, complice l’altro deficit e la bolla immobiliare nelle province, uniti alla volatilità che stanno attraversando i mercati finanziari globali, espone banche e imprese cinesi a significativi rischi, nonostante l’economia del Dragone si sia ripresa dopo la fase più acuta della pandemia (per il 2021 la previsione parla di un Pil vicino al 6%).

Ma di quali rischi si parla? Il ventaglio è ampio e anche questo è un problema, perché è più difficile capire dove e come intervenire e prevenire. Si va dalle oscillazioni nei mercati azionari e obbligazionari alle potenziali insolvenze obbligazionarie nelle società immobiliari, ha detto Zou Lan durante una conferenza stampa. “Un piccolo numero di imprese ma di grandi dimensioni si trova ancora in un periodo di esposizione ai rischi, mentre diverse imprese di qualità media e bassa devono ancora affrontare difficoltà di finanziamento e rischi di insolvenza piuttosto elevati”, ha osservato l’alto funzionario. Insomma, occhi aperti a Pechino.

Ovviamente il ventre molle della potenziale crisi sovrana è, come spesso accade, il mattone. Non è un caso che lo stesso Zou Lan abbia spiegato come particolarmente a rischio sarebbero le imprese immobiliari di medie e piccole dimensioni altamente indebitate in quanto l’aumento dei prezzi delle case in alcune città strategiche è significativo e non può essere sottovalutato. Chissà un po’ di colpa per questa situazione non sia anche di quei prestiti concessi da Pechino e contenenti clausole estremamente stringenti. Come per esempio l’immediato rimborso in caso di incidente diplomatico.

Mattone dopo mattone, la Cina si scopre sepolta sotto i debiti

Dalla Banca centrale cinese arriva un avviso di burrasca per istituti e grandi aziende. C’è troppo debito nel sistema, si rischia un effetto contagio, a cominciare dal mattone. E su Pechino tornano i fantasmi di una Lehman Brothers cinese

Tra le sabbie del Sahel si rafforza l’asse Roma-Parigi

La Francia è insabbiata nel Sahel. La lotta alle organizzazioni jihadiste che infestano e destabilizzano l’area è un interesse nazionale anche per l’Italia. A questo si lega la risposta operativa che Roma dà a Parigi, mentre Berlino frena

I vaccini, nuova clava geopolitica nei Balcani. L'Ue punisce tre Paesi

La questione della corsa al siero (se europeo, russo o cinese) riapre il dibattito sulle influenze esterne sul costone balcanico, dove la geopolitica legata al business e all’energia traina le nuove lotte tra i big player

Taiwan ultima spiaggia. L'isola contesa tra Usa e Cina

Di Emanuele Rossi e Otto Lanzavecchia

I movimenti militari cinesi su Taiwan potrebbero passare dalla provocazione alla realtà? Gli Stati Uniti proteggono l’Isola, ma cosa succederebbe se la Cina lanciasse un attacco? Il valore geostrategica di Taipei nella competizione (anche tecnologica) tra Pechino e Washington

Il tech europeo chiuderà le porte alla Cina se Pechino non abbatte la muraglia

Bruxelles sta pensando di escludere Pechino dai progetti di ricerca più critici per mancata reciprocità. Il problema è che anche gli alleati potrebbero trovarsi tagliati fuori per eccesso di protezionismo

A new nationalist European party? Not so fast

Matteo Salvini met with Viktor Orbán and Mateusz Morawiecki to imagine a shared future for European nationalists. It’s a matter of numbers, strategic relevance and reshaping Euroscepticism

Ecco chi gestirà il budget del Pentagono. Inizia l’era di Michael Brown

È Michael Brown il nuovo sottosegretario del Pentagono per le acquisizioni. È tra le posizioni più rilevanti del dipartimento, chiamato nei prossimi anni a proseguire la riforma del procurement di Ellen Lord. Tra gli studi sugli investimenti cinesi nel mercato Usa e il dialogo con BigTech, Brown ha il curriculum che serve a Lloyd Austin

Se Huawei non molla l’Italia e avvisa i naviganti...

Wilson Wang, ceo di Huawei Italia, intervistato dal Sole 24 Ore dopo i dati 2020, i primi dopo le strette trumpiane. Conferma che l’Italia è “strategica” per l’azienda ma dice: “Non abbiamo incontrato nessuno” del governo Draghi. E su Tim e Golden power…

F-35, Tempest e navi. Così Londra potenzia la Difesa

Dagli interessi discendono le strategie, e da queste i piani militari. La Global Britain sarà più presente nell’Indo-Pacifico, più legata agli Stati Uniti e più attenta alla sfida russa e all’ascesa cinese. Il tutto si traduce nel potenziamento di alcuni programmi (F-35 compreso) e nella spinta complessiva all’innovazione tecnologica

Italia-Usa, 160 di questi anni. Gli auguri di Di Maio e Blinken

Su Repubblica un editoriale a doppia firma del Segretario di Stato Usa Antony Blinken e del ministro degli Esteri italiano Luigi Di Maio celebra i 160 anni di relazioni diplomatiche. Mediterraneo, Libia, terrorismo in cima all’agenda condivisa. E i diritti umani al centro. Salzano (Simest): l’export continuerà a trainare la crescita

×

Iscriviti alla newsletter