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Cattolico, moderato, progressista: Armin Laschet è il nuovo presidente della Cdu e con lui le traiettorie interne e internazionali prenderanno una piega del tutto diversa rispetto allo scenario che molti si immaginavano: una vittoria del “falco” Friedrich Merz. Laschet è invece un mite – lo si vede anche dal modo in cui parla, nei sorrisi che non risparmia – e avrà un atteggiamento sicuramente più conciliante nei confronti dell’Italia, dell’Europa e degli Usa, controbilanciando i rapporti con la Cina. Ma vediamo nel dettaglio come e perché questo cadidato, “aiutato dal fatto di essere stato sottovalutato” (Faz), potrebbe completare il disegno di Angela Merkel.

FRONTE EUROPEO

Merz era considerato un candidato “rigorista”: nel corso di diverse interviste aveva fatto capire che a livello europeo non avrebbe fatto sconti. Secondo l’avvocato, infatti, un’Europa troppo solidale non funziona, soprattutto sul fronte interno in ottica elettorale. Il monito lanciato nei confronti dei Paesi del Sud Europa era quindi chiaro. Armin Laschet invece ha abbracciato sin da subito la politica europeista più morbida inaugurata circa due anni fa da Merkel. Merz si sarebbe avvicinato ai Paesi frugali (Olanda, Austria, Svezia, Danimarca, Finlandia); Laschet intende invece raccogliere le doti di mediatrice portate avanti con successo da Merkel negli utlimi anni. E dato che dal prossimo Cancelliere tedesco dipenderà il futuro dell’Europa, l’elezione di un candidato meno inflessibile, come invece si prospettava essere Merz, è una buona notizia per l’Italia come per gli altri Paesi del Mediterraneo.

FRONTE ITALIANO

E proprio verso l’Italia Armin Laschet nutre grandi aspettative: “La Germania vuole un’Italia forte” perché è uno dei principali partner commerciali tedeschi. In un’intervista rilasciata nel luglio 2020 a Repubblica ha definito il Recovery Fund “lo strumento giusto” per far fronte alla pandemia, facendo capire di non farsi distrarre dal Mes, perché questa “non è una crisi di debiti”. Laschet, nel corso di una visita in Vaticano in qualità di governatore della Renania settentrionale-Vestfalia avvenuta lo scorso ottobre, evidenziò come, in un mondo in cui molti sostengono: “Il mio paese prima di tutto”, riunire le persone sia “un impulso particolarmente importante che la Chiesa può dare”. Il riferimento fece subito pensare al motto “America first” di Donald Trump, proprio quando il segretario di Stato Usa Mike Pompeo era in Vaticano contemporaneamente a Laschet.

FRONTE USA

Merz è un atlantista convinto: ha rapporti stretti con Henry Kissinger e diverse personalità della finanza americana. Ma seppure l’avvocato non abbia mai detto di voler chiudere le porte all’espansionismo di Xi Jinping, ha fatto presente più volte di non essere contrario alla politica dura e protezionista di Trump. Armin Laschet, che si posiziona più a sinistra di Merz, vuole tessere relazioni più strette e migliori con gli Stati Uniti, ora guidati dal democratico Joe Biden, riequilibrando i rapporti che la Germania, e quindi anche l’Europa, ha con Usa e Cina. Il possibile futuro Cancelliere potrebbe infatti riuscire a completare il disegno di Angela Merkel: l’Ue come ponte tra l’Occidente e il resto del mondo. Quindi non una stretta nei rapporti sino-europei, piuttosto un controbilanciamento dovuto a un dialogo più fluido con la nuova amministrazione americana.

FRONTE INTERNO

Armin Laschet è il candidato che i Verdi speravano vincesse. Friedrich Merz aveva ripetutamente detto di non essere d’accordo su varie politiche amibentaliste dei Grüne e trovare un’intesa di governo sarebbe stato di gran lunga più difficile. A settembre 2021 se la Cdu, come prospettano molti sondaggi, vincerà ma dovrà comunque trovare un partner di governo, l’alleanza nero-verde (Cdu/Grüne) è quasi certa. Saranno però importanti i rapporti di forza tra i due partiti per vedere che piega prenderà il prossimo governo. Se il partito ambientalista riuscirà a restare sulle percentuali di adesso (circa il 20%) allora i ministri verdi avranno un peso considerevole nella linea politica. Se invece Merkel lancerà la Cdu verso un expolit di fine mandato, raccogliendo circa tra il 35 e il 40% delle preferenze, allora la linea di Laschet prevarrà, comunque dando forte attenzione al tema climatico. Il presidente della Cdu, nel suo discorso tenuto subito dopo l’elezione, ha però rassicurato anche il fronte interno al partito: “La Cdu non è un one man show” sottolineando che, se oggi molti credono prima in Angela Merkel e poi nel partito, vuol dire che va recuperata la fiducia nella Cdu”. E come ha scritto la Faz, “con lui il partito punta sulla continuità con l’era Merkel e la minimizzazione del rischio”.

Armin Laschet Cdu

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