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Perché propongo di usare perseveranza al posto di resilienza? Perché le parole veicolano idee, le idee dirigono l’azione e la parola resilienza (nonostante sia di moda) è un termine che veicola una idea (e quindi una azione) sbagliata.

Vediamo perché. Da più di un anno conviviamo con il trauma del Covid, convivenza che durerà ancora a lungo. E in psicologia resilienza indica proprio la capacità di un individuo di affrontare e superare un evento traumatico o un periodo di difficoltà.

Quindi la resilienza ti fa resistere lì dove sei, ma non ti offre una prospettiva, una via d’uscita. Per questo abbiamo bisogno di perseveranza. Perché perseverare significa “costanza e fermezza nel perseguire i proprî scopi o nel tener fede ai proprî propositi, nel proseguire sulla via intrapresa o nella condotta scelta” (Treccani). Dunque persevera chi ha una meta, chi è intento a mantenere gli impegni presi, chi si sente responsabile del raggiungimento di un obiettivo.

Perseveranza è un termine più solido e completo. Contiene la resilienza ma va oltre, mostra una meta a cui tendere e sostiene il cammino per raggiungerla.

Noi adesso abbiamo una meta, pur nella difficoltà della situazione: vaccinare tutti prima possibile, predisporre le riforme per il Recovery plan, ricostruire il Paese. Questo è il compito per cui è nato il governo Draghi, che dovrà realizzarlo senza soccombere agli ostacoli, alla stanchezza, allo sconforto, vale a dire perseverando.

Di perseveranza quindi hanno bisogno premier, governo e parlamento. Nel suo discorso della fiducia, il premier ha usato nove volte la parola resilienza. Tuttavia ha aggiunto a braccio “come si dice oggi”, come se questa espressione non gli piacesse.

Draghi penso conosca bene la differenza tra resilienza e l’antica virtù cattolica della perseveranza. La prossima volta non abbia timore di contraddire i predecessori: perseveranza è molto più indicato di resilienza. Del resto, se la Nasa ha chiamato Perseverance (e non Resilience) il rover atterrato con successo su Marte un motivo ci sarà…

Da Draghi a Marte. Perché perseveranza è meglio di resilienza

Di Antonio Palmieri

Nell’era della “resilienza” Mario Draghi metta al centro del suo mandato un’altra virtù (cristiana), la perseveranza. Che, a differenza della prima, offre una speranza di uscita dal trauma (del Covid). L’analisi di Antonio Palmieri, deputato di Forza Italia

Sovrani, insieme. Bellodi legge la dottrina Draghi

La sovranità, nell’accezione del premier Mario Draghi, può uscire rafforzata solo nel momento in cui assorbe e si fa carico di una responsabilità nei confronti dell’umanità. Il corsivo di Leonardo Bellodi, autore de “La nuova sovranità” (Giappichelli)

Caravaggio, la Messina del 600 e il fumetto. Intervista con Nadia Terranova

Di Gianmaria Tammaro

Ha sempre letto fumetti ed “è stato abbastanza naturale, per me, scriverne uno”, ha detto a Formiche.net Nadia Terranova sul suo primo fumetto. “Sono partita da Topolino. Negli anni della mia adolescenza, ho letto Dylan Dog. E poi sono arrivata ai romanzi a fumetti, ai cosiddetti graphic novel”. Conversazione con la scrittrice siciliana autrice di “Caravaggio e la ragazza, firmato con Lelio Bonaccorso ed edito da Feltrinelli Comics

Populismo. Intervista con Manuel Anselmi

Di populismo sentiamo parlare di continuo e da molto tempo. Commentatori politici, giornalisti, politici e accademici hanno fatto uso ed abuso di questo concetto che, a torto o a ragione, è divenuto più un modo per aggredire l'interlocutore che non una categoria analitica. Il populismo è un fenomeno con una lunga e controversa storia. Non nasce nel ventennio scorso, bensì…

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Condannato anche in appello, Alexei Navalny resta in carcere con un’altra accusa, quella di oltraggio a un ex veterano. E i media pro-Cremlino iniziano a parlarne dopo mesi di silenzio. Il racconto da Mosca di Giovanni Savino (Accademia presidenziale russa)

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A dispetto della scarsa presenza femminile tra i ministri, gran parte dei portavoce dell’esecutivo sono donne. Da Paola Ansuini a Raffaella Calandra, passando per Claudia Caputi, Alessandra Migliozzi, Chiara Muzzi e Manuela Perrone. Alle spalle tanta competenza dimostrata sul campo. L’opinione di Janina Landau, giornalista e co-autrice del libro #comunicatrici

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Su chi tra i Cinque Stelle ha le maggiori responsabilità di governo, a chi sta dialogando con gli alleati per un orizzonte politico non effimero incombe oggi l’onere di costruire una forma-partito vera. Il commento di Pino Pisicchio

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