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La guerra in Ucraina ha spinto l’Europa a ripensare il rapporto tra sicurezza e innovazione e a cercare maggiore autonomia industriale. In questo quadro, Expeditions una delle principali società di venture capital specializzate nella difesa ha raccolto più di 100 milioni di euro per il suo secondo fondo, con obiettivo di chiudere a 150 milioni entro fine anno. Lo ha dichiarato al Financial Times Mikolaj Firlej, co-fondatore e general partner di Expeditions, società con sede a Varsavia nata nel 2021 per sostenere start-up tecnologiche. L’operazione conferma la crescente disponibilità di capitale privato verso la difesa hi tech europea, spinta dalle tensioni geopolitiche e dalle richieste di maggiore responsabilità strategica del continente.

Dai 15 milioni ai 150, la scalata di Expeditions e la spinta degli investitori

I dettagli aiutano a misurare il salto. Il primo fondo di Expeditions era vicino a 15 milioni, mentre oggi la raccolta supera la soglia a tre cifre grazie a investitori europei e statunitensi. Firlej evidenzia che l’Europa non ha il lusso di restare alla finestra e indica come catalizzatore il dibattito emerso alla conferenza di Monaco dopo l’intervento del vicepresidente americano JD Vance. I numeri confermano la tendenza, con 1,4 miliardi nei primi sette mesi e 2,4 miliardi dal 2022, contro 30 milioni nel 2020 e 150 nel 2021. La strategia del primo fondo include Alpine Eagle attiva nelle soluzioni anti drone, mentre il secondo ha già investito in sette società tra cui l’estone Lendurai. Firlej respinge l’ipotesi di bolla e ricorda che le valutazioni restano inferiori ai campioni quotati.

Un catalizzatore per l’ecosistema della difesa europea

Il caso Expeditions è barometro del nuovo ciclo e acceleratore di politiche industriali dal basso. Concentrare risorse su start up early stage orienta il mercato verso tecnologie ad alto impatto, come anti drone, sensori, intelligenza artificiale e cyber, riduce la distanza tra laboratorio e campo e introduce una cultura di test rapidi e interoperabilità Nato. Gli effetti vanno oltre la cifra impegnata. Cresce la densità dell’ecosistema, migliora il deal flow, si formano filiere europee e consorzi tra Pmi, scale up e grandi gruppi, con incentivo per attori pubblici a co investire tramite strumenti nazionali ed europei. In un continente meno incline a finanziare start up, soprattutto nella difesa, un veicolo specializzato e di taglia significativa rompe l’abitudine prudente senza rinunciare ai presidi di controllo. La presenza di capitali statunitensi con regia europea rafforza il ponte transatlantico e accelera il trasferimento di competenze, mentre la leadership resta agganciata alle esigenze industriali europee. Restano incognite, ma l’allineamento tra capitale privato e domanda pubblica può generare rendimenti sistemici superiori alla somma investita. In sintesi il fondo segnala maturazione del mercato europeo della difesa, alimenta autonomia tecnologica e apre una rotta replicabile che, se sostenuta da procedure più snelle, può trasformare l’attuale finestra in capacità durature con benefici su resilienza, occupazione e competitività.

Investire in difesa non è più un tabù. L'Europa accelera con le start up

La crescita del fondo di Expeditions conferma un cambio di passo per la difesa hi tech europea. Dalla spinta geopolitica dopo la guerra in Ucraina all’effetto catalizzatore della conferenza di Monaco, il capitale privato entra con forza in un settore storicamente dominato dai grandi contractor. Il modello apre la strada a nuove filiere innovative, rafforza il legame transatlantico e potrebbe trasformare l’ecosistema europeo con impatti duraturi

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