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Proseguono gli sforzi dell’Italia per mantenere aggiornate le proprie capacità aeree. La commissione Difesa della Camera e la Commissione Affari esteri del Senato hanno dato parere favorevole al decreto ministeriale per l’acquisto di ventiquattro Eurofighter Typhoon, che andranno a sostituire i ventisei in dismissione a partire dal 2028. Attualmente, il caccia multiruolo di quarta generazione rappresenta il pilastro portante della flotta aerea italiana, la quale conta oltre novanta F2000.

I nuovi velivoli dovranno anche coprire i compiti attualmente svolti dai Tornado, in via di completa dismissione entro il 2027. Ne consegue che, almeno per un periodo, la flotta aerea nazionale si ridurrà in numeri assoluti. Tuttavia, i recenti ordini per venticinque addizionali caccia F35 e l’entrata in servizio, prevista per il 2035, del Gcap non solo colmeranno la differenza, ma eleveranno la capacità complessiva dell’Arma aerea.

Il consorzio Eurofighter vede l’Italia alleata di Regno Unito, Germania e Spagna e, sul piano industriale, vede impegnate Leonardo, Bae Systems e Airbus. L’impegno economico complessivo per l’acquisto dei ventiquattro nuovi caccia e per il relativo supporto logistico sarà di 7,47 miliardi di euro. La spesa coprirà sia la fase di acquisto e produzione, stimata in tre miliardi, sia la fase relativa allo sviluppo di nuove tecnologie e la risoluzione delle obsolescenze, la quale avrà un costo di 4,4 miliardi. 

L’aggiornamento dei sistemi di guerra elettronica

È probabile che i ventiquattro nuovi caccia equipaggeranno il sistema di difesa elettronica Praetorian, sviluppato dal consorzio EuroDass nell’ambito dell’iniziativa Typhoon Next Generation. L’iniziativa vede EuroDass (composto da Leonardo, ELT Group, Indra e Hensoldt) collaborare con Bae Systems per mantenere aggiornate le capacità di guerra elettronica dell’Eurofighter, capitalizzando sull’expertise europea in materia di guerra elettronica.

Il nuovo sistema, oltre a essere in grado di caratterizzare minacce complesse, includerà capacità di Digital radio frequency memory (Drfm), interfacce per un pod esterno abilitato a condurre attacchi elettronici per operazioni di Suppression of enemy air defence (Sead) e contromisure elettroniche con tecnologia a banda larga nota come Active electronically scanned array (Aesa). L’aggiornamento e il potenziamento di queste capacità sarà importante per garantire un adeguato livello di protezione agli Eurofighter negli odierni scenari operativi, sempre più caratterizzati dalla pervasività dei sistemi di guerra elettronica.

Con un orizzonte temporale di impiego fino al 2060, la nuova architettura non permetterà soltanto di estendere la vita operativa dei velivoli, ma fornirà ai piloti un’infrastruttura di raccolta ed elaborazione dati utile all’identificazione e alla prioritizzazione di minacce multiple e simultanee. Ciò sarà possibile anche grazie all’impiego di intelligenze artificiali e algoritmi di machine learning caratteristici della Guerra elettronica cognitiva (Cew).

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